The Boys – La morale e il suo contrario (offerto da Vought)

Gianluca Colella

Luglio 16, 2022

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The Boys è una serie TV che attrae, provoca, scandalizza, rivoluziona. Offerto da Vought, il prodotto preso in prestito da Prime Video negli ultimi anni non solo catalizza la nostra attenzione cognitiva e affettiva da fruitori di prodotti seriali, ma trasforma anche il nostro modo d’intendere le serie TV, le trame e il loro rapporto con la realtà esterna allo schermo.

Sarà il tempo a dire se questa trasformazione sarà stata positiva o no, ma quello che conta è che mentre cerchiamo di determinare cosa sia giusto e cosa sbagliato analizzando le azioni di Butcher, Homelander, Edgar, Marvin, Hughie, Annie e tutti gli altri, la nostra possibilità di sperare di seguire qualcosa di meglio viene consumata, perché non c’è una cosa che si possa desiderare che The Boys non offra.

Sì, questo articolo è promosso da un dipendente della Vought, fan sfegatato di Homelander e critico accanito di ogni tematica cara alle associazioni non governative, agli attivisti ambientali e a coloro che lottano per la parità dei diritti in tutti gli ambiti dell’esistenza quotidiana. E sì, questo articolo è scritto da qualcuno che ama questa serie.

La terza stagione si è appena conclusa e noi, la Vought e Prime Video non vediamo l’ora che arrivi la prossima.

The Boys – Cos’è la vera forza? (Offerto da Vought)

the boys
The Boys, Hughie (Jack Quaid)

Dal punto di vista narrativo e filosofico le prime stagioni di The Boys non si fanno mancare nulla. I protagonisti della serie TV si confrontano quotidianamente con i demoni rappresentati dalla disparità di forza tra coloro che non hanno i poteri garantiti dal Composto V e coloro che li hanno, con le conseguenze della fama, del prestigio e della relazione con i media, e si confrontano quotidianamente con i propri intimi demoni, rappresentati dalle loro paranoie, dai loro timori e dai loro scetticismi.

Al centro di questo calderone nichilistico e provvisoriamente irrisolvibile, il protagonista Hughie Campbell si trova catapultato tra la perdita di una persona amata, il coinvolgimento in un’operazione segreta dall’alto tasso letale (il gruppo dei The Boys, per l’appunto) e il coinvolgimento amoroso con una Super dello Iowa, Annie January.

Nelle prime stagioni abbiamo imparato ad apprezzare la sua ingenua goffaggine perché fa da contrappasso all’arrogante cinismo di Butcher, sempre più antieroe e sempre più nuovo villain dello show.

Se prima Hughie rappresentava un po’ il bravo ragazzo in grado di contenere i deliri vendicativi di Butcher, adesso assume pienamente su di sé i valori del maestro, scegliendo consapevolmente di rischiare di perdere la vita iniettandosi il V temporaneo, siero dagli ignoti effetti.

Adesso, Hughie si fa carico di un potere irreversibile con il solo scopo di essere per una volta lui quello in grado di proteggere la propria amata, e di non essere sempre quello che dev’essere salvato. Ma è davvero questo il significato vero del concetto di forza?

The Boys – Violenza, potenza e morale (Offerto da Vought)

The Boys, Butcher (Karl Urban) e Homelander (Anthony Starr)

Sempre offerti dalla Vought e dalle pornografiche masturbazioni mediali che essa incentiva da un lato c’è William Butcher, il vigilante antieroe violento e afflitto dai sensi di colpa, e dall’altro c’è Homelander, borderline, narcisista e irreversibilmente antisociale.

Intorno al loro conflitto, questa stagione prende vita, si anima, esplode come le viscere di coloro che per causa della loro irragionevole collera muoiono nel fuoco incrociato.

Per superare il gap biologico e costituzionale che lo separa dalla sua nemesi, Butcher supera ogni linea invisibile che i comuni umani tracciano chiamandola morale e si inietta il siero V Temporaneo per arrivare al pari della sua nemesi.

Scatenando Soldier Boy, il rancore da lui maturato nei decenni e la sua straripante forza, Butcher si afferma come cattivo, e la domanda finale che The Boys lascia ai suoi assuefatti spettatori è: chi è più cattivo tra lui e il supercattivo Homelander?

In tutto questo marasma eroegasmico, brutale e assolutamente senza senso che la Vought non fa altro che propinarci, l’ipertrofia dei potenti e immorali che si autocelebrano viene fragilmente contrastata dai deboli ed equilibrati eroi del gruppo, assolutamente im-potenti rispetto a quelli che le vite degli altri le schiacciano.

La dialettica tra innocenza e superbia, tra umiltà e arroganza, è sottolineata anche dal rapporto intergenerazionale perverso che c’è tra Soldier Boy, Homelander e il piccolo Ryan, il figlio che ha ereditato i poteri dello psicotico Superman offerto dalla Vought.

Inizialmente, il piccolo si sente legato positivamente a Butcher, che ne difende gli interessi dopo la morte della madre. In seguito, irreversibilmente, viene attratto dalla volontà di potenza del papà, che gli dimostra che una vita senza paura, senza debolezze (e senza morale) è possibile.

Quello che entra in gioco nei suoi sguardi, in quelli di Homelander e nel fanatismo che Butcher segue trascinando Hughie con sé è la posizione dell’acrobata di Nietzsche, dell’uomo che cerca di elevarsi (e ci riesce) a discapito di coloro che impossibilitati a sovrastarlo; gli stanno sotto, con la testa all’insù, a osservarlo, invidiarlo, investirlo di malignità.

Alla fine di questa elucubrazione visionaria, filosofica e devastante che Vought ci spaccia per nettare degli dei, quello che resta è il dilemma etico definitivo, quello al di là del quale non si può andare senza rispondere alla domanda più profonda: in tutto questo sangue, in tutta questa volontà di vendetta, nell’orrore, nella morte, nell’esibizionismo di un male travestito da sorrisi profumati, chi ha ragione e chi ha torto? Quello che odia a ragione e si vendica con ogni mezzo o quello che il potere ce l’ha e lo usa?

Mentre noi moriamo, affannandoci a trovare una risposta, loro continuano a odiarsi, ad amarsi narcisisticamente, ad azzannare la società che li eleva, con i like, con le visualizzazioni, con i commenti e con l’adesione di massa al modello commerciale ideale proposto. Vi ricorda qualcosa, della quotidianità, quello che la Vought offre? Mentre ci pensate, linea alla pubblicità.

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