Harry Palmer – Il caso Ipcress: meno Caine, più Bond

Linda El Asmar

Ottobre 25, 2022

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La miniserie trasmessa da Sky Atlantic Harry Palmer – Il caso IPCRESS è un riadattamento del romanzo di Len Deighton, The IPCRESS file, nonché del film omonimo del 1965 con protagonista Michael Caine. Seppur seguendo la trama originale, questa miniserie da sei puntate pare volersi distinguere dal film. Viene dato più spazio alla psicologia di Palmer, maggiore contestualizzazione storica e complessità narrativa.

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Jean (Lucy Boynton) e Harry Palmer (Joe Cole)

Il caso IPCRESS

Al nostro primo incontro con Harry Palmer lo si trova intento in una serie di azioni illegali e di contrabbando nell’ancora complicata realtà berlinese. Palmer viene scoperto e arrestato, venendo riportato in carcere in Inghilterra. Ed è nella sua terra madre che comincia la vera e propria storia riguardante il caso IPCRESS.

Mostratosi da sempre geniale, Harry viene scelto dal maggiore Dalby, capo di un’unità di spionaggio dell’Ufficio bellico, per un particolare caso. In cambio della sua libertà dalla prigione militare, Palmer dovrà aiutare Dalby e la sua unità in un caso di rapimento. Deve trovare il professor Dawson, importante scienziato nucleare.

Inizia così la missione di Harry. Affiancato dall’intelligente e fascinosa Jean si troveranno a seguire piste apparentemente contraddittorie e confuse. Russi, CIA, viaggi e scontri che arrivano fino al Libano li condurranno verso la scoperta della vera arma nascosta. Il pericolo non paiono tanto essere le armi nucleari, ma il misterioso acronimo IPCRESS.

Jean (Lucy Boynton) e Dalby (Tom Hollander)

In un continuo alternarsi di spionaggio e controspionaggio iniziamo ad avvicinarci a ciò che è realmente IPCRESS. Scoprendolo solamente nel momento in cui Harry stesso viene fatto prigioniero e sottoposto a esso. IPCRESS è un particolare processo, acronimo di una serie di pratiche che possono portare a un totale e particolare lavaggio del cervello.

Tramite il processo di manipolazione IPCRESS, Induction of Pshyconeuroses by Conditioned Reflex under Stress, il cervello di Harry viene reimpostato. Harry Plamer non dovrà ricordare niente, ma soprattutto dovrà compiere una particolare missione omicida. La sua spiccata scaltrezza permetterà a Palmer di mantenere attiva almeno una parte della sua coscienza.

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Harry Palmer (Joe Cole)

Harry Palmer: meno Caine e più Bond

Attraverso una profonda attenzione ai dettagli e alle atmosfere anni Sessanta, l’Harry Palmer della miniserie si rende forse più Bond di quello di Michael Caine. Caine risultava più sfacciato, meno posato. Aveva un’intelligenza diversa rispetto a 007 e sicuramente meno glamour di Bond, tutte caratteristiche che nella serie sembrano un po’ mancare. Già fin dalla sigla i rimandi a 007 appaiono forti, forse per fornire un richiamo al genere che Bond incarna. O forse per dare un punto di riferimento a un pubblico che probabilmente dell’Harry Palmer di Cane ha sentito poco parlare.

Ciò che la miniserie mantiene è il background del personaggio. Harry pare più complicato di Bond, più stratificato, più umano. Viene da una famiglia di umili origini, non ha grandi ricchezze dalla sua parte se non la sua intelligenza. L’Harry Palmer interpretato da Joe Cole si fa spazio nel mondo attraverso le più piccole feritoie, infiltrandosi ovunque riesca a trovare uno spiraglio. Ed è forse proprio questa sua capacità a permettergli di non perdere totalmente sé stesso.

Jean (Lucy Boynton) e Harry Palmer (Joe Cole)

Così come per il protagonista, le ambientazioni e le atmosfere, la serie mostra un’intenzionalità nell’approfondimento delle vicende e dei personaggi narrati. Tutti sembrano avere una particolare psicologia, un passato influente sulle vicende e uno spazio nella narrazione, a differenza del film del ’65. Jean, Dalby, perfino l’agente della CIA appaiono centrali quasi quanto Harry Palmer stesso, danno una multidimensionalità alla serie che il film non aveva.

Ci troviamo quindi con un Harry Palmer e un caso IPCRESS forse più dinamici e “bondiani” rispetto al film con Michael Cane. Ma non subiamo la perdita di quelle caratteristiche che hanno sempre distinto Palmer da Bond. La serie risulta dinamica e trascinante, nonostante le tempistiche distese e i ritmi tendenzialmente calmi. La scelta di dare spazio alle backstory e alle psicologie dei personaggi li rende più sfaccettati e favorisce un attaccamento più profondo. Queste scelte sono sicuramente ciò che permette l’apprezzamento della miniserie anche a chi è nuovo al genere o non ne è propriamente un fan.

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