Hunter x Hunter, di Yoshihiro Tagahashi, è un anime che esplora la purezza dell’anima e il candore di Gon Freecs. Abbandonato dal padre dopo la nascita senza spiegazioni, il protagonista si confronta inevitabilmente con sensazioni di perdita ed esigenze di auto-determinazione.
Con Killua, costituisce il più grande insegnamento comportamentale destinato al concetto di adultità, spesso privato precocemente dai valori che dovrebbero animarlo.
Gon: «Voglio diventare un Hunter… E scoprire perché era così importante per mio padre!».
L’anime si svolge in un mondo immaginario, la cui geografia ricalca quella del mondo reale. I continenti sono disposti e orientati in modo diverso, proprio come nel mondo reale esistono diversi stati con differenti forme di governo. Al di fuori della Terra, esiste inoltre un continente misterioso chiamato “continente oscuro”, rimasto ancora inesplorato.
Gli hunter (ハンター hantā) sono uomini attratti dal mistero e che rischiano la vita dedicandola alla ricerca di oggetti rari e preziosi, tesori nascosti, animali mostruosi e specie esotiche. Per essere riconosciuti ufficialmente, gli hunter devono superare un severo esame di abilitazione e ottenere la licenza. In seguito, un hunter può decidere di specializzarsi in una diversa categoria e scegliere sia di portare avanti le proprie ricerche autonomamente sia di mettere le sue capacità al servizio di qualcuno.
Hunter x Hunter – L’innocenza di Gon

Nel corso della storia, filosofi e psicologi si sono interrogati su concetti quali innocenza, sviluppo del sentimento morale, bene e male, individuando coordinate di volta in volta differenti per questi temi, riconoscendone la complessità. Nella storia di Gon, a spiccare non sono soltanto i combattimenti contro villain dai poteri particolarmente brutali, ma anche la brillante forza d’animo dell’eroe, che percorre i sentieri della propria storia evolutiva indipendentemente dagli ostacoli che incontra.
Gon Freecss è un bambino di dodici anni che vive sull’Isola Balena con la zia Mito, sua madre adottiva. Il suo desiderio è quello di ritrovare Ging, il padre hunter scomparso dopo la sua nascita.
Durante l’esame, Gon conosce Leorio, desideroso di guadagnare soldi per diventare medico chirurgo, Kurapika, che vuole diventare hunter per vendicare la morte dei membri del suo clan per mano della Brigata Illusoria, e Killua, un ragazzino di dodici anni erede della famiglia di assassini Zoldick, che partecipa all’esame solo per divertimento.
Con Killua, Gon impara a mettersi in gioco e a diventare un piccolo combattente. Insieme, i due condividono sfide inerenti al processo di crescita e cognizione morale, nonché abilità nell’arte del combattimento e fiducia reciproca. La seconda è di vitale importanza soprattutto per Killua, cresciuto in una famiglia di assassini.
Giocando a Greed Island, il diamante Gon e lo zaffiro Killua si sperimentano nelle diverse difficoltà rappresentate dalle sfide che devono superare per diventare grandi guerrieri. Con l’aiuto di Biscuit Krueger, essi scolpiscono nella loro personalità le potenzialità reali dei loro rispettivi Nen.
Bisc definisce la determinazione e la purezza di Gon la sua principale fonte di rovina, ma non spiega subito perché. Attraverso la filosofia di Baruch Spinoza, forse, è possibile anticiparne il ragionamento.
Hunter x Hunter – Gon e il conatus di Spinoza

Con i contributi di Spinoza, filosofo spagnolo del Seicento, questo approfondimento propone un focus specifico sulle caratteristiche che rendono Gon un eroe unico, come Goku o Naruto.
Secondo Spinoza, per il raggiungimento della felicità, è necessario seguire un percorso che parte dalle passioni. Quelle fondamentali sono la gioia e il dolore, dalle quali si generano a loro volta l’amore e l’odio, grazie all’intervento di una causa esterna, che è l’oggetto del mio amore o del mio odio e quindi la causa della mia gioia o del mio dolore. Tutti quanti i sentimenti si generano poi secondo lo stesso meccanismo.
Le passioni sono la conseguenza del conatus, la tendenza presente in ciascuno di noi a conservare il proprio essere sempre con le medesime caratteristiche. Questo sforzo di autoconservazione costituisce l’essenza stessa delle cose e si esprime nella conservazione del nostro essere e nel suo potenziamento. Esso si accompagna a un’idea che può essere confusa, oppure chiara e distinta.
- Se il conatus si accompagna a un’idea confusa abbiamo di fronte una passione.
- Se il conatus si accompagna a un’idea chiara abbiamo a che fare con la volontà.
Dato che le passioni si accompagnano a un’idea inadeguata che depotenzia il conatus, è necessario, facendo uso della ragione, liberarsi dalle passioni, al fine di raggiungere un’idea adeguata. Procedendo in questo modo si raggiunge la virtù, ovvero la felicità che è la virtù stessa. La condotta virtuosa, la virtù morale è la stessa felicità. Tuttavia il superamento delle passione non è un giudizio di condanna morale per le passioni stesse, che per Spinoza sono parte della condizione naturale dell’uomo.
Questa teorizzazione è ripresa da pensatori del calibro di Nietzsche, Maturana, Varela e Blanchot: i contemporanei studi sulla complessità, sull’embodiment e sulla situatedness che ispirano anche le evoluzioni di settori come la robotica e la bioingegneria artificiale, trovano nella naturalezza dell’espressione vitale delle forme viventi la forza più potente e incontenibile di tutte.
Nel caso di Gon Freecs, è evidente che la sua candida purezza sia una forma di conatus che si esprime in relazione a un’idea chiara, che alimenta la sua volontà e la sua determinazione nel perseguire i propri obiettivi.
Gon vince perché è naturale, la sua naturalezza è il presupposto della sua evoluzione bella e fiabesca. Tratto, questo, comune a tutti i protagonisti delle narrazioni orientali o Disney di tradizione classica. E sono proprio le identificazioni con questi personaggi quelle che ci spingono verso i nostri ideali, verso l’astrazione dai veleni quotidiani e che ci danno la possibilità di crescere e migliorarci, facendo tesoro e cultura delle simbolizzazioni delle nostre esperienze quotidiane.