Dopo il successo del precedente Knives Out (2019), il regista Rian Johnson fa immergere il suo pubblico in un nuovo, appassionante mistero intitolato Glass Onion. Il film è uscito nelle sale per alcuni giorni prima della distribuzione su Netflix, prevista per il 23 dicembre. Noi abbiamo avuto il piacere di vedere Glass Onion al cinema, godendo così della sempre emozionante esperienza in sala.
Ambientato in piena pandemia, Glass Onion inizia con un bizzarro invito spedito dal miliardario Miles Bron (Edward Norton) ai suoi storici amici. Attraverso una scatola di enigmi, Miles li invita a trascorrere un weekend nella sua proprietà, situata su un’isola del mar Egeo, in cui ha organizzato una vera e propria “cena con delitto” per intrattenerli.

Il gruppo di amici – chiamato da Miles “i disgregatori” per le loro caratteristiche anticonformiste – è molto eterogeneo. C’è Claire Debella (Kathryn Hahn), governatrice del Connecticut; Lionel Toussaint (Leslie Odom Jr.), scienziato alle dipendenze della Alpha Industries, società di proprietà di Miles; Duke Cody (Dave Bautista), twitcher e youtuber con idee politiche di estrema destra, accompagnato dalla giovane fidanzata Whiskey (Madelyne Cline); c’è poi l’eccentrica ex modella Birdie Jay (Kate Hudson) con la sua inseparabile assistente Peg (Jessica Henwick). Infine, l’invito viene anche spedito a Cassandra “Andy” Brand (Janelle Monáe), ex socia di Miles ingiustamente estromessa da Alpha Industrites in seguito ad un processo.
Inaspettatamente, tra gli ospiti si presenta anche il famoso detective Benoit Blanc (Daniel Craig). Il magnate, visibilmente sorpreso, nega di aver mai spedito l’invito a Blanc, ma decide ugualmente di ospitarlo per il weekend. Durante il primo giorno, Blanc ha modo di constatare cosa accomuna gli ospiti di Miles: la loro carriera dipende totalmente da lui e dai suoi finanziamenti. Tutti sono, come afferma cinicamente Andy, morbosamente “attaccati al seno” del magnate, che potrebbe decidere di distruggere le loro vite se volesse.
Quando ha inizio la tanto attesa “cena con delitto”, si verifica un tragico avvenimento che sconvolge la spensieratezza del weekend. Viene davvero commesso un omicidio e Benoit Blanc deve scoprire il colpevole, presente nell’isola, prima che colpisca ancora.

Proprio come nel film precedente, anche in Glass Onion è chiaro come Rian Johnson si ispiri ai meccanismi tipici del giallo tradizionale. Già dalla lettura della trama, vengono in mente le narrazioni della “regina del giallo” Agatha Christie. In particolare, la presenza di un gruppo di persone su un’isola, tra cui si nasconde un pericoloso assassino, non può che ricordare il capolavoro della scrittrice inglese Dieci Piccoli Indiani (1939). Le citazioni non sono però solo letterarie, ma anche e soprattutto cinematografiche. A qualunque appassionato possono venire in mente pellicole come Un rebus per l’assassino (1973), Invito a cena con delitto (1976) e Signori, il delitto è servito (1985). In particolare, il terzo è ispirato al celebre gioco del Cluedo, esplicitamente citato dai personaggi di Glass Onion.
Ciò che rende davvero degni di interesse film Knives Out e Glass Onion è la capacità di Johnson di trasporre nella realtà contemporanea la struttura classica del racconto giallo, creando intrighi al limite della perfezione. Non solo il regista decide di ambientare il suo secondo film durante la pandemia, ma molti sono i riferimenti all’attualità, basti pensare a Twitch o Youtube (piattaforme che hanno vissuto un indiscusso protagonismo durante il 2020-21). Oppure ancora, una delle primissime scene vede Benoit Blanc in collegamento con alcuni amici – qui il chiacchierato cameo della compianta Angela Lansbury – mentre gioca, in sintonia con la trama del film, ad Among Us, un gioco basato sulla presenza di un assassino camuffato tra i giocatori partecipanti che dovranno sopravvivere ed eventualmente smascherarlo e, tra le altre cose, un passatempo molto comune durante la quarantena.

Sebbene sia chiaro come l’intrattenimento sia il fine principale del film, Johnson non nega una pungente e ironica riflessione – al limite della satira – sui rapporti di potere basati sul denaro.
Emblematico da questo punto di vista il personaggio del magnate Miles Bron, interpretato da un (sempre) ottimo Edward Norton. Miles è un miliardario che si diverte a inventare intrighi per persone che, in fondo, non sono altro che vittime di un suo sottile ricatto. Proprio come il suo Glass Onion – nome dell’imponente costruzione in vetro presente nella dimora – il personaggio di Norton è finto e vanesio, simbolo del potere del denaro in una società capitalista. Sebbene il regista non lo abbia mai dichiarato apertamente, molti spettatori si sono chiesti se Miles Bron non sia almeno parzialmente ispirato al noto imprenditore Elon Musk. Su questo non possiamo avere certezze, ma la critica nei confronti del classismo contemporaneo è evidente.
In contrapposizione a questo eterogeneo gruppo di personaggi, c’è il detective Benoit Blanc. In questo sequel, il personaggio è ancora più centrale e affascinante. Grazie alla sua intelligenza e alla sua classe, Blanc è un perfetto detective contemporaneo, degno erede di Sherlock Holmes ed Hercule Poirot.
Nonostante il pubblico lo abbia per anni identificato come James Bond, Daniel Craig risulta particolarmente convincente nei panni di Blanc. Perfettamente in parte anche il resto del cast: dal già citato Edward Norton ad un’intensa Janelle Monáe (già vista in Il diritto di contare), da una spumeggiante Kate Hudson ad una bravissima Kathryn Hahn (celebre per il suo ruolo nella serie Wandavision).

Grazie ad una brillante sceneggiatura e ad un cast ben utilizzato, Glass Onion si dimostra un più che degno erede del suo predecessore. Intreccio giallo, satira sociale e intrattenimento formano un piacevolissimo cocktail da gustare e rigustare. Non ci resta che sperare che Rian Johnson, consapevole del successo di queste sue opere, continui a deliziarci con le avventure del detective Blanc.