Totally Killer debutta finalmente su Prime Video, diretto dal regista Nahnatchka Khan.
Gli ingredienti ci sarebbero anche tutti. Halloween del 2023: una cittadina americana, segnata in passato da un killer che uccise tre ragazze di 16 anni negli anni ’80, si risveglia con lo stesso incubo.
L’unica sopravvissuta dell’epoca, ora sposata e con una figlia adolescente, viene fatalmente aggredita in casa con lo stesso metodo di allora: 16 coltellate. La figlia farà un viaggio nel tempo per riportare in vita non solo lei, ma anche tutte le sue amiche: si ritroverà infatti nel 1987.
Non sembra proprio una tranquilla commedia per ragazzi, vero?
Quando però c’è la Blumhouse di mezzo, spesso si assiste a una mescolanza di generi, che certe volte appassionano e certe volte lasciano perplessi. Mediamente ogni tre anni, sbuca uno slasher mixato con una commedia degli anni ’80 con registi incaricati a ravvivare storie che, forse, i più giovani neppure conoscono.
E dopo Auguri per la tua morte (2017) e Freaky (2020), eccoci arrivati a Totally Killer
La volontà di rendere appetibile e rinvigorire lo slasher, passa spesso per questo espediente – non proprio creativo – di rendere il film rassicurante e quasi divertente, mescolandosi in un calderone retrò non sempre convincente.
Stavolta tocca rispolverare Ritorno al Futuro e il suo decalogo di regole cambia-passato e cambia-futuro, dell’Effetto Mandela e dei falsi ricordi, e soprattutto la speranza di non aver modificato troppo il presente.
Alla ricerca del wi-fi in piena epoca reaganiana
Cominciamo da una cosa che si nota da subito: viviamo in un’epoca talmente vintage che una ragazzina di oggi trovatasi negli anni ’80 non desterebbe il minimo sospetto. Il cambiamento estetico e stilistico netto che riscontravi in maniera forte e decisa in Ritorno al Futuro, qui non esiste.
Se nel film di Robert Zemeckis, Marty vedeva in Doc la sua guida spirituale nel viaggio verso i meandri del passato, la nostra Jamie si affida al mezzo di chiaroveggenza più immediato: uno smartphone (quasi scarico) da cui trae indicazioni tramite un podcast sugli omicidi. Non proprio affascinante.
Una ragazzina più matura e libera rispetto ai suoi “coetanei”
Ciò che semmai la differenzia dagli altri è il suo approccio pacifico con un ambiente quasi mai idilliaco. Spesso ci si dimentica che gli 80’s sono anche anni di bullismo, emarginazione, tendenze suicide, dove a vincere è spesso la legge del più forte.
Jamie, in questo caso, ha l’opportunità di provare anche a rieducare il prossimo: cresciuta in un’epoca di maggiore tolleranza e sensibilità, offrirà una mano sincera ai ragazzi in difficoltà (inclusi sua madre e suo padre), nonostante abbia una missione da portare a termine.
Spaventare o informare?
Se Kevin Williamson e Wes Craven con il film Scream si erano presi la briga di riportare in auge il genere slasher e allo stesso tempo omaggiare le tante altre opere di un passato florido attraverso l’uso di protagonisti principalmente cinefili, Totally Killer ha dalla sua il fatto di provare a fare lo stesso.
I riferimenti da cogliere e su cui approfondire sono tanti: un ragazzino potrebbe domandarsi da dove derivi il nomignolo di “Ringwalds” (nome del gruppo delle amiche della madre) e scoprire così l’universo legato al cinema di John Hughes.
E poi scoprire Donnie Darko e, perché no, proprio Ritorno al Futuro e Scream, citati ad alta voce proprio nel film.
Jamie, una cassandra come Randy Meeks
She knows. Il grande punto a favore del film è che la ragazza non è al corrente esclusivamente dei delitti che avverranno in paese di lì a poco. Ha in sé un grande armamentario di come funziona il cinema slasher, delle sue regole interne e delle cose da fare per evitare il peggio.
Nonostante non si riveli sempre pronta nel fermare le intenzioni di uno spietato killer in maschera (una sorta di Johnny Bravo dal volto inquietante), è una ragazzina sveglia, che usa anche la sua conoscenza cinematografica per ritornare a casa.
Note dolenti e “netflixazione” del genere
Non sorprende la scelta del cast: la ottima Kiernan Shipka presa da Le terrificanti avventure di Sabrina, la divertente Julie Bowen di Modern Family, Olivia Holt da Cruel Summers e Lochlyn Munro da Riverdale, a dimostrazione di una volontà ferrea nel ricercare volti delle serie tv conosciuti dalla Generazione Z.
Ma la vicinanza a questo tipo di sceneggiati e questo tipo di protagonisti rende debole anche la motivazione primaria del film: non riesce a spaventare sul serio.
Qual è dunque la nuova missione del genere slasher? Farsi contenitore di vecchie idee? Informare i ragazzi sui capolavori del passato? Diventare una commedia? Diventare una serie tv? Sicuramente intrattenere, e il film di Nahnatchka Khan, davanti a dei popcorn, è un film perfetto da vedere ad Halloween, insieme ai vostri amici.