Shutter Island – La mente è una caverna oscura

Andrea Vailati

Novembre 25, 2016

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Taxi Driver e The Wolf of Wall Street, Toro Scatenato e Shutter Island, cosa può accumunare film così lontani nel tempo e diversi nella struttura? Un solo nome, il nome di colui che forse proclamerei il regista più versatile della storia, il regista che ha definito le sorti del cinema degli ultimi quarant’anni: Martin Scorsese.

Questa rubrica vuole ripercorrere le grandi opere del maestro italoamericano, così da non ricordarlo solo per le ultime fatiche, ma per ogni sua epoca artistica, dai tempi di Bob De Niro al recente meraviglioso sodalizio con Leonardo DiCaprio, cercando di trovare anche le differenze e le similitudini nelle sue opere più lontane, le sue evoluzioni artistiche e i suoi temi, raccontando il suo eterno cinema.

Shutter Island
Leonardo DiCaprio e Martin Scorsese

L’epoca DiCaprio

Jeremiah Naehring: «Che cos’è che la provoca? Le parole? Le critiche?».
Edward Daniels: «I nazisti».
Jeremiah Naehring: «Sì anche quelli e naturalmente i ricordi, i sogni. Lo sapeva che la parola trauma viene dal greco, vuol dire ferita. E qual è la parola tedesca per sogno? Traum, ein traum. Le ferite possono creare mostri, e lei, lei ha tante ferite, agente. E non è d’accordo che quando uno vede un mostro… lo deve fermare?».

La mente è una caverna oscura.

La ragione non è che un fiammifero sempre prossimo a spegnersi.

I mostri non esistono, ma possono essere pensati.

Shutter Island è un complesso thriller psicologico, un film in cui ogni dettaglio sottende qualcosa di più, portandoci a vagare con la mente, alla ricerca di continue risposte.

Ecco, questo rende un thriller vincente. Il protagonista è Edward Daniels (Leonardo DiCaprio), detective che si immerge in un caso davvero contorto che lo porterà a investigare all’interno di un cupo ospedale psichiatrico.

Shutter Island

Lo spettatore segue il detective, ascolta le sue riflessioni, le domande che pone alle varie figure da lui interrogate, osserva i dettagli dai suoi occhi. C’è qualcosa che ci sfugge, lo sappiamo sin dall’inizio, ma è il potere del film, sospenderci in un dubbio sempre più aleatorio, ma anche il dubbio diventa a sua volta dubitabile.

Messaggi enigmatici, psichiatri sospetti, qualcuno vuole ingannare il cauto Teddy. Teddy però inizia a perdersi in un delirio di insensatezza; qualcuno gli ha dato una pillola? Qualcuno vuole incastrarlo? Il mistero non deve essere scoperto? L’inquietudine suona la sua sinfonia in maniera sempre più dominante, il fiammifero della ragione subisce il freddo vento dell’incertezza.

La storia è sempre più ricca di inaspettate complicazioni e di qualche imprevista conferma a favore della trama che DiCaprio sta ipotizzando nella sua mente come risoluzione del caso.

La mente è una caverna oscura, quando l’uomo non è più capace di illuminarla ecco costruirsi una caverna nella caverna, una più rassicurante, una che permette di evitargli di affrontare l’incubo della verità.

Shutter Island
Una scena che rispecchia la profondità della psiche umana

Un detective investiga in un manicomio enigmatico e spaventoso, ma in realtà un uomo inconsapevolmente si addentra nelle inquiete profondità della propria psiche. Ecco Edward Daniels, colui che non può ammettere di essere il paziente mancante che lui stesso cerca. Ecco Andrew Laeddis, colui che non può accettare ciò che gli è accaduto, a tal punto da costruire un mondo parallelo.

Un mondo che risulta sempre mancante, si costruisce su contraddizioni implicite, finendo per portare DiCaprio a smarrirsi nei meandri di una realtà fittizia verso una storia dimenticata, abbattendo ogni struttura mentale.

Si può scegliere la verità dopo averla rinnegata a tal punto da esserne psicologicamente distanti? La mente è una caverna piena di mostri, ma non esistono se non perché noi li pensiamo. Dunque ritorna la luce, ma la luce è davvero luminosa? La verità è davvero quella giusta da vivere?

Shutter Island è un film che va visto due volte, la prima ci racconta la storia di un uomo che cerca la risposta, la seconda di un uomo che non riesce ad ammetterla.

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