Pandora Hearts – Memoria e Carillon
Il prescelto? Oz Vessalius? E per cosa poi? Determinato a scoprire cosa lo lega alla burbera ragazzina sbucata dall’Abisso, destinato ad accompagnarla nel cammino verso la memoria, costretto a perdere dieci anni chiuso lì, in quella dimensione alternativa dove il tempo non esiste e i Chain vivono attaccando e cercando di trovare un contraente umano di cui consumano l’energia per non scomparire.
Rincorrendo la memoria per giungere alla verità
Pandora Hearts è un anime acquistato dalla Yamato Video e trasmesso in Giappone nel 2009, ma lo splendido manga è stato serializzato sulla rivista GFantasy della Square Enix tra Giugno 2006 e Marzo 2015. Uno degli anime interrotti di cui nessuno parla ma che meriterebbe una maggiore attenzione.
Di che tratta allora Pandora Hearts? Oz Vessalius, un nobile ragazzino di 15 anni orfano dell’amore paterno (compensato dalla splendida dedizione dello zio Oscar) vive serenamente la sua vita accompagnato dalla sorellina Ada e dal suo servo, nonché migliore amico, Gilbert.
I tre giocano, si rincorrono nel prato della loro splendida dimora, fin quando Oz e Gilbert, attirati dal soave suono di un carillon, non precipitano in una buca dove trovano, su di una tomba, un orologio da taschino, lo stesso che aveva diffuso la melodia che li aveva condotti lì. Lo prendono e spaventati, ma fortemente incuriositi, i due tornano a palazzo per prepararsi per la cerimonia: a breve si festeggerà il passaggio del giovane Vessalius all’età adulta, è infatti il giorno del suo quindicesimo compleanno e, durante la cerimonia, Oz scoprirà di essere Il Prescelto, poiché riuscirà a far rintoccare l’orologio ormai fermo da 100 anni di cui parla la leggenda.
Prescelto per cosa? Nessuno si degna di dargli spiegazioni, eppure i Baskerville, una famiglia rivale, lo tacciano di essere un peccato, sembrano sapere a cosa si riferisca la leggenda, e anche l’organizzazione Pandora non nasconde un certo interesse per la questione. Durante la cerimonia infatti i Baskerville lo getteranno nell’Abisso, una dimensione altra in cui il tempo è relativo, e la compagnia è desolante essendo solo abitato da mostri simili a vecchi giocattoli, bambole robotiche, teste zampettanti chiamati Chain. Tutti nell’Abisso desiderano solo una cosa: uscirne tramite un contratto che si può stipulare solo con un umano e una volta stipulato, sia il Chain quanto l’umano hanno un tempo, segnato su un orologio inciso sul petto del contraente. Scaduto il tempo, si viene risucchiati per sempre nell’Abisso.
Oz nell’Abisso
Oz, sprofondato nell’Abisso, conoscerà una ragazzina, Alice, un Chain dalla forma di un enorme coniglio nero, B-Rabbit. I due stipuleranno un contratto che li legherà per sempre pur di uscire da quella dimensione infera, da quella scatola di giocattoli rotti, e pian piano le loro solitudini si riconosceranno, come in un incontro ungarettiano, e il loro legame diverrà profondamente indissolubile.
Altri personaggi si uniranno al duo: Raven, il Chain-corvo di un affascinante ragazzo che al nostro Oz ricorda vagamente Gilbert; un pistolero al servizio di Pandora (un’organizzazione creata dalle quattro casate principali per indagare l’Abisso) che si caratterizzerà per un forte senso di protezione nei confronti di Oz; il folle Break, sempre accompagnato dalla bambolina Emily, che sbuca dai mobili e si intrufola nelle case da posti impensabili spaventando sempre tutti, ma che nasconde un segreto dietro il suo bellissimo volto e l’eterna giovinezza dello spirito (e non solo); la dolce Sharon, figlia minore della famiglia aristocratica dei Rainsworth da sempre amica della casata Vessalius.
Il gruppo seguirà vari interessi, ma quelli di Alice e Oz tenderanno a intrecciarsi in maniera inestricabile: la ragazzina ribelle è affetta da amnesia, non ricorda nulla di sé, sa solo di essere stata richiamata dal suono del carillon ritrovato da Oz nel cimitero sotterraneo il giorno del suo quindicesimo compleanno. Grazie all’intervento del suo amico riacquisterà frammenti di memoria che risulteranno alla fine fondamentali per rispondere a ciascuna delle domande che attanagliano i membri del simpatico gruppetto: perché Oz è il prescelto, perché i Baskerville e suo padre stesso lo ritengono un peccato? Cosa è successo durante la Tragedia di Sablier avvenuta cento anni prima (in cui vi fu la distruzione della città, al tempo capitale)? Chi è Alice? Cosa la connette alla Volontà dell’Abisso?
Memoria di un grande classico dalla pennellata onirica
Tutto si svela a suon di carillon, una melodia accompagna questo viaggio che tanto rievoca Lewis Carroll: l’iniziale caduta nel buco di Oz per inseguire un’orologio; la piccola Alice alla ricerca dei suoi ricordi viene catturata da colui che si scopre custodirne più di tutti, lo Stregatto. Il coniglio scappa di qua e di là per cercare di non arrivare tardi, di non far scadere il tempo inciso sul petto di Oz; Break nelle battaglie più difficili libera il suo Chain, il Cappellaio Matto, dall’incredibile potere. L’unicorno di Sharon, e le sorelle in cui potremmo rivedere la Regina Rossa e quella Bianca. I richiami sono chiari e infiniti, il mondo onirico e allucinogeno viene egregiamente dipinto come una pagina di Alice nel Paese delle Meraviglie o Attraverso lo Specchio.
L’Abisso sembra un quadro di Dalì, i Chain degli esperimenti di un qualche bambino perverso che ha deciso di dar vita a creature assolutamente informi e terrificanti (pensiamo al timburtiano Enoch di Miss Peregrine), il tempo lì scorre a malapena mentre nella realtà scorrono gli anni. Un anime che non si limita a narrare una storia ma la dipinge e la dispiega come solo le pagine di un libro sanno fare, ti rapisce e ti trasporta, costringendoti a correre assieme ai protagonisti, a partecipare attivamente ed emotivamente delle loro disavventure, ti fa affezionare ad ogni singolo personaggio (anche i più strani come Break) per poi lasciarti cadere improvvisamente in un baratro nel momento più clou a causa dell’interruzione di Pandora Hearts. Uno stacco nolaniano, che lascia immaginare tutto e sperare tanto.
La profanazione dello scrigno dei ricordi
Un’anime che fa tornare indietro nel tempo, a quelle notti fredde che ti costringevano a restare in casa, magari nel letto, con una tazza di latte caldo e la voglia di arricchire quel momento prendendo un buon libro come compagno, ma non uno a caso, quello che si trova sullo stesso scaffale da quando ti è stato donato, quello che hai letto già quattro volte ma non ti pesa mai, quello che prendi e riponi volentieri sullo scaffale ogni volta che vuoi leggerlo o finisci di leggerlo per far sì che non si rovini, perché la copertina è delicata e con i disegni in rilievo. Un libro psichedelico, alle volte incomprensibile e un po’ buffo ma dai disegni bellissimi, su cui spesso ti soffermavi secondi, minuti, tanti minuti.
A distanza di dieci anni circa, rivedere quei rimandi vuol dire rivangare nel baule dei ricordi letterari, e un sorrisino non può che sorgere al primo riconoscimento. Personaggi e situazioni indelebili dell’infanzia riaffiorano in modo nuovo, segnati da una cultura lontana, da quella di partenza ma sempre attenta a ogni dettaglio, e dai disegni sgargianti e assolutamente meravigliosi tipici della Square Enix di Kingdom Hearts.







