Questa è una storia un po’ particolare, di quelle che non accadono spesso. La storia tra due compagni di viaggio che si sono incontrati quasi per caso. Una storia che ha come protagonisti Quentin Tarantino e Christoph Waltz.
Giugno 2008. Quentin Tarantino, dopo aver partecipato al progetto di Grindhouse, rimette mano ad una sua vecchia sceneggiatura, ambientata nella Francia occupata dai nazisti. Una volta ultimata con i dettagli finali, comincia il delicato processo del casting, per dare ai personaggi della storia corpo e volto. Brad Pitt, Eli Roth, Michael Fassbender e Diane Kruger sono gli attori che accettano subito alcuni dei ruoli principali e la pre-produzione, nel corso dei mesi, procede senza troppa difficoltà.
Manca, però, l’attore che dovrà interpretare il principale antagonista della storia: il mefistofelico colonnello Hans Landa. La prima scelta di Tarantino per questo ruolo ricade su Leonardo DiCaprio, con il quale, fino ad allora, non aveva mai lavorato. Tuttavia, a causa dei troppi impegni, DiCaprio è costretto a rifiutare la parte.
Arrivato a questo punto, Tarantino si lancia in qualcosa di davvero insolito. Lui sa che il suo è un nome che, nell’industria hollywoodiana, è garanzia di successo da circa 15 anni; tuttavia è consapevole del fatto che questo ruolo, quello del colonnello Hans Landa, sia una parte abbastanza ambigua. Stiamo parlando di un diabolico nazista che, con fare burlesco, stermina intere famiglie di ebrei e partigiani. Non tutti, ad Hollywood, avrebbero il coraggio di accettare ed interpretare una parte così. Serve quindi una faccia nuova, un attore con totale devozione, una devozione non ancora contaminata dall’industria: una figura che ha il volto e il nome di Christoph Waltz.
Chi è costui? Un talentuoso attore austriaco, i cui ruoli più importanti sono stati in alcune puntate de Il commissario Rex e L’ispettore Derrick. Lui ha tutti i requisiti che Tarantino desidera. E così si inizia a girare quel film che poi sarebbe uscito con il titolo di Bastardi senza gloria.
Tarantino, lo sappiamo bene, è un artista molto più complesso di quanto possa sembrare ad una prima occhiata. Le sue scelte sono sempre dettate da qualcosa che va ben oltre la semplice esigenza produttiva. Che cosa, quindi, ha spinto Tarantino a scegliere proprio Christoph Waltz? Quali sono le somiglianze tra questi due grandi artisti che hanno permesso alle loro strade di incontrarsi?
La prima analogia che salta all’occhio è, banalmente, la famiglia di provenienza. Waltz è figlio di due scenografi di teatro e cinema, mentre suo nonno era un attore. Ed anche Tarantino è “figlio d’arte”; suo padre Tony, infatti, è un musicista ed attore. Entrambi, dunque, sono nati con lo spettacolo nel sangue, e si sono continuamente trovati a frequentare “ambienti artistici”.
Ma questa non è che una delle tante analogie che rendono questi due artisti così vicini da sembrare l’uno l’alter ego dell’altro. Proviamo, ora, a scendere più in profondità.
Waltz è un attore che si è formato principalmente nel teatro e, inutile dirlo, il cinema di Tarantino è fortemente influenzato in senso teatrale. Pensiamo ad una delle scene più celebri di Bastardi senza gloria: la scena iniziale in cui Hans Landa scopre il bluff del signor LaPaditte. Questa sequenza è molto lunga, principalmente dialogata, si svolge tutta nello stesso luogo, e il “tempo cinematografico” combacia perfettamente con quello reale; vengono rispettate, quindi, le tre unità descritte da Aristotele (tempo, luogo ed azione). Ma non è solamente la struttura narrativa ad essere influenzata dal teatro; nella stessa scena che abbiamo preso in questione, infatti, Landa spiega, mentre sorseggia del latte, l’origine del soprannome “il cacciatore di ebrei” con la stessa profondità di un Macbeth corrotto dal male.
Oltre al teatro, un’altra assonanza tra i due è l’importanza che entrambi riservano alla “lingua”. Christoph Waltz è un poliglotta e parla fluentemente il tedesco, l’inglese ed il francese; e sappiamo benissimo che quello di Tarantino è un cinema di lingue che si intrecciano, di personaggi di etnie diverse che si incontrano e comunicano con la parola. Proprio in Bastardi senza gloria Waltz recita in ben 4 idiomi: inglese, tedesco, francese ed italiano.
Infine, troviamo la loro passione in comune per la musica classica. La musica è spesso associata alla matematica, accomunata a sua volta alla razionalità: i personaggi del cinema di Tarantino sono estremamente razionali nei loro discorsi, usano spesso metodi logici, come quello induttivo, durante le loro conversazioni. Hans Landa non fa eccezione, anzi, è forse il personaggio che, più di tutti, si serve della logica per interloquire con gli altri personaggi.
Pensiamo, ad esempio, ad una delle scene più cariche di tensione del film: ovvero la scena del confronto fra Hans Landa e Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger). Hans Landa conosce perfettamente la verità dei fatti, ovvero che la bella attrice tedesca è in combutta con i “bastardi”, ma la asseconda nei suoi discorsi, le si finge amico. Lei, nonostante avverta il clima di tensione, da grande attrice qual è, continua con disinvoltura a raccontare della sua gamba rotta. Solamente quando, al termine della scena, Hans Landa estrae la scarpetta di lei, la prova inconfutabile della sua colpevolezza, Bridget capisce la situazione. I dialoghi, fino a quel momento elargiti a profusione, cessano di colpo. Landa infila la scarpetta al piede scalzo di Bridget. Silenzio. La scarpetta parla da sola. Il ghigno di Landa parla da solo. E subito dopo si consuma l’omicidio di lei.
Festival di Cannes, 2009. Christoph Waltz, un misterioso attore austriaco, vince il prestigioso premio di “Miglior Attore” e qualche mese dopo conquisterà inaspettatamente il Premio Oscar come “Miglior Attore non Protagonista”. Il film, ed in particolare la sua interpretazione, rapiscono sia il pubblico sia la critica. La sua carriera è in netta salita, ed inizia a lavorare con registi come Roman Polanski e Michel Gondry.
Ed ecco che, tra il 2011 ed il 2012, tra le tante offerte di lavoro che arrivavano allo staff di Waltz, ne compare una di Quentin Tarantino, per il suo nuovo film di genere western: Django Unchained.
Nel ruolo di King Schultz troviamo, ancora una volta, tutte le analogie descritte precedentemente; lui parla tre lingue, è estremamente colto, cita il mito di Sigfrido, dal quale Wagner prenderà ispirazione per una delle sue opere più celebri, è teatrale sia nei modi di fare sia nei concetti espressi, come nella scena con Calvin Candie (Leonardo DiCaprio), dove esprime il desiderio di avere un mandingo che faccia spettacolo per affibbiargli il titolo di “Ercole nero”.
Anche in questo caso, King Schultz è un personaggio che usa dei metodi logici, oltre che la sua pistola, per raggiungere i suoi fini. Tutto il piano per riscattare la libertà di Broohmilda (Kerry Washington) fa leva sull’induzione verso Calvin Candie. Quest’ultimo è un narcisista patologico, profondamente radicato nelle sue convinzioni razziste, e non c’è altro modo per riuscire nell’impresa se non seguire il piano di Schultz. Se il fattore non vuole vendere un cavallo, l’acquirente propone di comprare la fattoria, e avanza un’offerta così ridicola che il fattore non può far altro che accettare.
È indubbio affermare che, in entrambi i film, i due personaggi che possiedono il volto di Waltz, siano entrati nell’immaginario collettivo, da quella che è ben più di una semplice interpretazione. Eppure sappiamo tutti che King Schultz e Hans Landa sono due personaggi praticamente agli antipodi. Landa è un uomo perfido per natura che nel nazismo ha trovato la legittimazione alle sue azioni sadiche, ed è un grande vigliacco, poiché tradisce quello in cui ha sempre creduto e compiuto per salire sul carro del vincitore. Schultz, invece, è un eroe romantico, non tollera la schiavitù e si sacrifica in nome di una grande amicizia, in nome di una stretta di mano. Come, in fondo, è grande l’amicizia tra Quentin Tarantino e Christoph Waltz.
Il ruolo del dottor King Schultz, rivelerà Tarantino in seguito, è stato scritto appositamente per lui; un ruolo estremamente positivo per fare da contraltare a quello del diabolico Hans Landa. Si è trattata di una “ricompensa” che un artista immenso come Tarantino ha voluto dedicare ad un fedele compagno di viaggio, l’immenso Christoph Waltz, un talentuoso attore austriaco la cui devozione non è ancora stata corrotta dal sistema.