Christine “Lady Bird” McPherson è un’adolescente della periferia di Sacramento. All’alba del XXI secolo, conduce una vita non particolarmente agiata insieme ai suoi genitori, sognando i grandi college liberali americani.
Mentre la fantasia seduce i suoi desideri più profondi, la realtà la tiene legata ai banchi del liceo cattolico del suo quartiere; la cultura e i valori che guidano la sua educazione sono troppo stringenti per un carattere così radicalmente ribelle.
Questo film di Greta Gerwig del 2017 è una perla delicata, che esplora con la giusta leggerezza temi decisamente attuali, come l’orientamento di genere, il bullismo e l’emarginazione tra classi sociali; tra i tanti temi, quello sicuramente più esplorato riguarda i rapporti spesso difficili tra madre e figlia, questione che lascia in eredità al soggetto traumi talvolta insuperabili.
Sviluppando l’intenzione di realizzare un’analisi psicologica di questo rapporto, partendo soltanto dalla scena iniziale del film ci sarebbe tanto da sviscerare: dopo aver avviato un dialogo apparentemente innocuo con la madre, Christine “Lady Bird” si arrabbia, apre la portiera dell’auto in movimento e in maniera del tutto sconsiderata si lancia fuori, sulla strada.
Piuttosto che provare a produrre un campo relazionale sano con la figura materna, Lady Bird asseconda parti auto-distruttive della propria soggettività, scisse dal resto della sua identità e potenzialmente mortifere.
Il teatro, palcoscenico dell’Io che fugge
LADY BIRD: «I hate California, I want to go to the east coast. I want to go where culture is like New York, or Connecticut, or New Hampshire».
Il mezzo d’espressione che Christine individua per fare in modo che i suoi desideri si realizzino è un corso di teatro proposto dal liceo. Dopo l’audizione, si tuffa entusiasta nel progetto e insieme a Julie dà vita a un’amicizia significativa, un nido sicuro per evadere dalle difficoltà familiari.
Quello dell’identità in costruzione è un problema centrale dell’adolescenza, e se Lady Bird lo vive con tale drastica intensità, ciò è dovuto alla sua sensibilità. Il nome non è che un mezzo tramite cui questo conflitto si esprime, ma esso è funzionale alla ricerca di Christine.
Avere fiducia in se stessa o vivere una diffusione dell’identità? Questo è il quesito al quale Lady Bird, dall’alto della sua esistenza forzatamente costruita su un palcoscenico, deve rispondere. È una domanda relativa squisitamente al suo percorso di sviluppo, e alle relazioni con le figure d’attaccamento.
Lavorare sull’Io tramite la recitazione, la danza e la musica è la strada scelta da Christine, che quando si esercita per il teatro sembra davvero una ragazza diversa rispetto a quella che litiga continuamente con la madre. Soldi, responsabilità e colpe negate sono il fulcro del problema, mentre con suo padre pianifica in segreto la futura domanda con borsa di studio per i migliori college americani.
Le fragilità di colei che si fa chiamare Lady Bird non sono tanto lontane da quelle degli adolescenti comuni, e questo è il motivo per cui questo film è così importante: la spinta a essere la versione migliore di noi stessi non è altro che la platonica illusione di un’idea alla quale dover corrispondere a tutti i costi.
Il conflitto intimo della protagonista è simbolico, perché rappresenta la proiezione della dialettica tra volontà e dovere, desiderio e realtà. Lady Bird sa che la sua è una costruzione, un personaggio, proprio come quelli che interpreta a teatro.
Negarlo è la via più facile per mantenerlo in vita
Volere il meglio, (è) partire dal peggio
Sebbene la giovane ribelle odi l’ambiente cattolico che frequenta, non è indifferente al fascino del giovane attore Danny, compagno del corso di teatro e suo primo “fidanzatino”.
Egli appartiene al lato giusto della ferrovia, inteso come metafora di un quartiere più ricco rispetto a quello nel quale Lady Bird vive con la sua famiglia; di settimana in settimana, il loro amore cresce e lei viene invitata a trascorrere il Thanksgiving con la famiglia di lui.
La love-story sembra procedere benissimo, finché dopo una serata Lady Bird non trova Danny a baciarsi con un altro ragazzo in un bagno; dopo l’ennesima discussione con la madre relativamente alle delusioni prodotte dai suoi comportamenti, la giovane decide di iniziare a lavorare in una caffetteria, dove conosce Kyle, un altro ragazzo.
Le ripercussioni della rottura con Danny sono latenti e si fanno notare solo in seguito: Lady Bird abbandona il corso di teatro e si allontana da Julie, per avvicinarsi a Jenna, la ragazza popolare del liceo; in questi cambiamenti, è possibile rilevare un vero e proprio tentativo forzato di transizione di ruoli.
Le sue aspirazioni sono un ideale rischioso, perché esso non è troppo lontano da esser considerato remoto, ma neanche così vicino da esser facilmente raggiungibile.
La conseguenza di questa rischiosa discrepanza è l’inevitabile aporia che affligge gli adolescenti che faticano a trovare un compromesso tra fantasia e realtà: l’Io non riesce ad adattarsi al mondo esterno, quindi la realtà soggettiva prevale su ogni limite.
Sacramento, le origini di Christine
Sister Sarah Joan: «You clearly love Sacramento».
Senza nemmeno accorgersene, Lady Bird disprezza il mondo che Christine ama. Perché nel momento in cui il gioco si fa duro, il secondo ragazzo si rivela un bastardo e il contesto scolastico “popolare” legato a Jenna la tradisce, l’ultima cosa che resta al fianco della protagonista sono le fondamenta familiari.
Seppur fragili, esse ci sono. Non importa quanto erose dai rancori e dalle incomprensioni passati, ma ci sono.
Il padre assume farmaci anti-depressivi perché una cosa è avere successo, altra è essere felici. La madre si spezza la schiena come infermiera facendo turni doppi nell’ospedale dove lavora, e al centro di tutto questo, Lady Bird sembra sempre scontenta e desiderosa di avere di più.
Rinfacciare al fratello adottivo di essere la causa di discriminazioni a causa della sua razza d’appartenenza è il colpo basso più futile che la ragazza potesse lanciare, e anche il più inefficace.
Dopo tutte le crepe inferte, tuttavia, quello che sembrava impossibile si verifica: Lady Bird viene selezionata per la lista d’attesa di un’università di New York.
Aveva agito in segreto dalla madre in accordo col padre, e questo è il motivo per il quale la donna cessa di rivolgerle la parola, avendola messa in guardia rispetto alle difficoltà economiche di un progetto come questo.
In questo finale emergono le complesse sfumature di colpa, identificazione e proiezione tipiche della relazione tra madre e figlia, che si specchiano in un confronto tra desideri e realtà inaccettati nel passato come nel presente.
Quello che risulta dal silente dialogo tra madre e figlia, dunque, è il peso di un’incomunicabilità che desidera essere comunicata, e che ci riesce.
Perché una volta a New York, Lady Bird legge le lettere che la madre ha tentato di scriverle, e la madre piange per la figlia. Che infine, dopotutto, si riconosce in quel nome, Christine, abbandonando tutti gli pseudonimi e i Falsi Sé.
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