Vite stravolte, la perdita del proprio status. È questo ciò che accade in Three Summers, il film diretto da Sandra Kogut presentato al Bif&st di Bari nella sezione “Panorama Internazionale”.
La storia al centro della pellicola copre un arco di tre anni. All’inizio ci troviamo nel bel mezzo delle feste natalizie del 2015, un periodo felice e spensierato per una ricca famiglia brasiliana. Padre, madre e figlio si godono tranquillamente gli agi della loro lussuosa dimora, tra party in piscina e singolari pezzi d’arredamento dal costo spropositato.
Poi però le cose cambiano. A partire dall’estate successiva non c’è più niente da festeggiare perché il capofamiglia viene arrestato per frode, mentre sua moglie e suo figlio fuggono all’estero per evitare l’onda d’urto dello scandalo. Nella bellissima villa di loro proprietà restano l’anziano nonno Lira e un gruppetto di domestici capeggiato dalla vivace Madá.
Ed è proprio la donna, con la sua ironia e il suo irresistibile senso dell’umorismo, ad assumersi la responsabilità di gestire la difficile situazione che ha cambiato le vite di tutti.
Solare, genuina, sempre schietta e spontanea, Magdalena, detta Madá, è il vero fulcro di Three Summers. Attraverso i suoi occhi (a volte fin troppo) ingenui, siamo testimoni di un capovolgimento che vede la classe dirigente colare a picco e quella proletaria prendersi finalmente la propria rivincita. Sì, perché mentre la ricca famiglia si disintegra, il personale che l’ha servita per anni può liberamente usufruire della casa dei suoi padroni e dei beni lasciati al suo interno.
Allora ecco il gruppetto assaporare quel benessere tanto desiderato bevendo champagne in bicchieri di cristallo e scattandosi selfie nella grande piscina a cui non hanno mai avuto accesso. Per certi versi ricordano un po’ i domestici di Parasite e il loro bivaccare nella dimora dei padroni.
A Madá e ai suoi colleghi manca però la malizia dei protagonisti del film di Bong Joon-ho. A differenza degli inquilini abusivi di Parasite carichi di invidia repressa, i protagonisti di Three Summers appaiono quasi come dei bambini che finalmente riescono ad avere tra le mani quel giocattolo che hanno sempre visto maneggiare da altri.
Avendo a disposizione la villa disabitata si ingegnano persino per sfruttarne le possibilità, affittandola come set per spot pubblicitari o organizzando tour sul lago poco distante. Dietro queste idee c’è sempre lei, Madá. La donna non agisce però da sola, perché può contare sugli ottimi consigli di nonno Lira.
Fra i due nasce una splendida amicizia. Da una parte c’è una signora di mezza età che con la sua allegria incarna l’aspetto positivo della cultura brasiliana, dall’altra compare un uomo anziano, ancorato al ricordo della moglie scomparsa, che rappresenta la dolce malinconia dei cittadini carioca. Un’accoppiata fantastica in cui gioia e saudade si mescolano meravigliosamente.
Il duo Madá-Lira è uno degli elementi più riusciti di un film che si fa guardare piacevolmente malgrado non riesca a lasciare un segno davvero incisivo. Con Three Summers Sandra Kogut aveva buoni spunti da cui partire, ma non è sempre stata in grado di svilupparli nel modo adeguato. Si ha come l’impressione che la regista sia rimasta in superficie, non riuscendo a scavare davvero a fondo nelle tematiche affrontate.
Una su tutte la disuguaglianza tra le classi, che rappresenta ancor oggi uno dei principali problemi del Brasile. Sarebbe stato sicuramente più interessante un ulteriore approfondimento dei sentimenti e delle frustrazioni del ceto medio-basso, invece ci si limita a qualche lamentela sui disagi provocati dal mancato pagamento degli stipendi dei domestici. Peccato. Three Summers rimane comunque un film abbastanza godibile con una protagonista eccezionale, interpretata dalla bravissima Regina Casé.