Belle – Il Coraggio di Attraversare il Fiume

Gabriele Evangelisti

Aprile 3, 2022

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È da poco uscito nelle sale italiane il film Belle – Ryuu to Sobakasu no Hime, opera animata di Mamoru Hosoda (qui il trailer italiano ufficiale). Il film, realizzato con Studio Chizu, ci immerge in un tripudio estetico, dandoci un assaggio di quello che potrebbero essere le piattaforme sociali del futuro. Eppure, sotto la scintillante superficie del mondo virtuale e le vibranti canzoni, questo anime ci racconta una storia singola, una storia che scende in profondità e tocca tutti noi.

Belle – l’antidoto alla vita di Suzu

La storia parla di una ragazza, Suzu, la cui vita viene sconvolta da un lutto familiare. La madre, infatti, muore quando lei è molto piccola, sacrificandosi per salvare un’altra bambina da un fiume in piena.

Suzu è lì al momento del fattaccio e, quando la mamma fa per tuffarsi in acqua, lei cerca di fermarla, di dissuaderla. Eppure la scelta della madre non cambia. Suzu ripensa a quell’evento per anni e anni, senza effettivamente elaborare il lutto, e una domanda, come le gocce imperterrite delle stalattiti, scava nella sua mente: «Perché ha preferito quella bambina a lei?» «Cosa le ha fatto scegliere la morte per una sconosciuta, quando avrebbe potuto vivere una lunga vita tranquilla con suo marito e sua figlia?»

Belle
Suzu e il dolore per la perdita della madre

Suzu non riesce a trovare una risposta precisa. O meglio, non crede. Perché in realtà una risposta se l’è data, ma molto in profondità, negli abissi della sua mente, così a fondo che neppure lei riesce a vederla: «Perché io non valgo».

Queste quattro parole si insinuano nel suo inconscio, perseguitandola a ogni passo. Sono lì a bloccarle la voce durante il canto, la sua più grande passione condivisa con la madre; vivono a casa sua, nella tazza sbeccata da cui beve e nel padre, che non sa come risolvere la situazione; la accompagnano a scuola, dove non riesce a confessarsi al ragazzo che le piace, e anzi si convince che le sue emozioni non importino, perché «Lui non potrebbe mai stare con una come lei».

C’è solo un posto dove questo pensiero non riesce a raggiungerla: il mondo di U. L’universo virtuale, mascherando tutti i suoi utenti attraverso degli avatar chiamati As, promette loro una nuova vita, libera dai vincoli del mondo reale.

Lì Suzu cessa di esistere, e con lei tutto ciò che la circonda. Lì c’è solo Bell, e Bell vale eccome. 

Dentro U, Bell riscuote un enorme successo (tanto da essere soprannominata dal pubblico “Belle”). Alcuni As ritengono sia dovuto all’aspetto dell’avatar, particolarmente affascinante, mentre altri parlano di fortuna. Ma la verità è un’altra: ora che non ha più vincoli, Belle può finalmente esprimersi in tutta la sua passione, e la sua luce, riemersa dalle profondità del suo desiderio, è pronta ad abbagliare la superficie.

Bell, avatar virtuale di Suzu

I limiti di Belle

Per Suzu l’esistenza di U diventa inestimabile. Belle è la sua ancora di salvezza, l’unico elemento che le dà ancora una spinta, in una vita altrimenti in bonaccia. Per questo deve stare attenta a tenere separati i due mondi: se mai Belle dovesse venire “contaminata” da Suzu, allora il dodicesimo rintocco scoccherebbe, e la magia svanirebbe per sempre.

Il piano di per sé sarebbe piuttosto semplice. Ma la vita non è mai solo calma piatta, anzi, più duratura è la calma e più potente è la tempesta. Questa tempesta alla fine arriva, e ha la forma del Drago, un As dalle sembianze mostruose da cui Belle si sente inspiegabilmente attratta.

Lei ne percepisce il dolore, e cerca di andargli incontro, di consolarlo, di dargli sollievo. Perché Belle può. 

E invece, più la ragazza si prodiga per aiutare Kei (il ragazzo da cui il Drago ha origine), più si accorge che Belle non basta: non può uscire dal mondo virtuale, dove Kei e il suo fratellino Tomo hanno bisogno di lei, e non può neanche mostrarsi per chi è veramente, perché così facendo l’ultima spiaggia dell’esistenza di Suzu verrebbe meno. Per aiutare davvero il giovane Kei c’è bisogno di Suzu e Belle, insieme.

La ragazza deve quindi fare una scelta: fondere i mondi delle sue due identità una volta per tutte, e quindi distruggere il suo ultimo rifugio da se stessa; oppure proteggersi, mantenere tutto com’è, e abbandonare i due fratelli al loro padre violento. Il dilemma la tormenta e la paura ferma le sue mani dal raggiungere Kei: vorrebbe aiutarlo, ma ha paura. 

È allora che quel fiume le ritorna alla mente. Quel fiume dove sua madre ha perso la vita. Quel fiume dove sua madre ha scelto di rimanere fedele a se stessa, nonostante i rischi, piuttosto che rifugiarsi nella sua oasi tranquilla.

La sua mente infine si calma, le voci che le dicono «Io non valgo» si fermano, e la soluzione, per quanto dolorosa possa sembrare, appare chiara.

Belle
Suzu

Belle è una storia dolceamara che tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo vissuto. Quante volte abbiamo paura di uscire dal nostro rifugio? Quante volte decidiamo di rimanere fermi, piuttosto che azzardare? 

La giovane Suzu con la sua straripante passione vuole ricordarci che sì, è possibile avere paura.
È umano. Ma la bellezza, la pace, il nostro senso di appagamento, stanno tutti pochi passi più avanti, dall’altra sponda di ogni piccolo fiume che attraversa la nostra vita. E spetta a noi raggiungerli.

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