Hody, Otohime e Jinbe – La Memoria e l’Ancora dell’Odio

Gabriele Evangelisti

Maggio 18, 2022

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One Piece, con le sue avventure, ci accompagna attraverso molte tematiche delicate. Nell’isola degli Uomini-Pesce, la ciurma di Luffy affronta la questione dell’odio, e in particolare il dilemma tra perdono e vendetta come memoria dei fatti.

Attenzione: contiene spoiler su One Piece e l’arco dell’Isola degli Uomini-pesce.

Tiger, Hody e la memoria del passato

Fisher Tiger, eroe degli uomini-pesce e liberatore di schiavi, cade in un’imboscata. A tendergliela sono gli umani, come “ringraziamento” per aver liberato una bambina dalla schiavitù e avergliela riconsegnata. Riesce a fuggire, ma ha subito ferite gravi. Per fortuna una sacca da trasfusione c’è, pronta a essere applicata in qualunque momento: può salvarsi. Eppure non ne fa uso. Non può, perché quella sacca è di sangue umano, e il suo odio verso di loro (alimentato anche da un periodo di schiavitù da lui stesso vissuta) è talmente forte da impedirgli di accettarlo, nonostante questo significhi la sua fine. Sul letto di morte, ormai allo stremo delle forze, Tiger dà un’ultima raccomandazione ai suoi compagni dei Pirati del Sole: fare in modo che l’odio che loro stanno provando si fermi al passato, e non si propaghi alle nuove generazioni. 

Fisher Tiger: «Chi davvero sarà in grado di cambiare le cose sarà la prossima generazione… sarà chi, come Koala, non sa nulla di tutto ciò! Per questo, vi prego! Non riferite nulla alla gente dell’isola! Non parlate della tragedia che si è abbattuta su di noi… e nemmeno della nostra rabbia verso gli umani!».

Nell’isola degli Uomini-Pesce, la ciurma di Luffy affronta il dilemma tra perdono e vendetta come memoria dei fatti.
Fisher Tiger e la sua ciurma, i Pirati del Sole

Purtroppo, come lui stesso ci dimostra rifiutando il sangue, la mente non può comandare le forti emozioni. Quegli ultimi momenti dell’eroe, invece di lasciare il loro messaggio di speranza, investono i compagni di ciurma di risentimento, dolore e rabbia. Per alcuni di loro abbandonare quell’odio significa anche relegare all’oblio la figura del loro mentore e, soprattutto, perdonare gli umani per tutte le atrocità commesse, pur sapendo che non si redimeranno mai.

Questo non è accettabile. Arlong e Hody dopo di lui si impegnano per mantenere viva quella memoria d’odio: nessuno deve dimenticarsi chi è il nemico.

Nessuno deve dimenticarsi di cosa hanno fatto. Così come Tiger, anche loro hanno chiuso il loro cuore alla riconciliazione, certi che l’unica soluzione sia la violenza. E l’odio è l’unico modo che hanno per ricordare.

Otohime e la speranza per il futuro

Ma non tutti nell’isola la pensano così. Alla corte di re Nettuno, infatti, una donna si impegna ogni giorno per far valere i suoi ideali. Secondo Otohime odiare non è una soluzione: è una toppa, un antidolorifico che dà l’illusione del sollievo, ma che in realtà ci fa ben più male della sofferenza. Il tempo di piangere i morti serve, ma dopo bisogna andare avanti e lavorare per un mondo migliore, dove quelle tragedie non si compiranno. Lei, in quanto regina e madre di quattro figli, ci tiene particolarmente. 

Ma la sua è una strada in salita. Dopo secoli di schiavismo e gli eventi di Tiger, gli uomini-pesce faticano ancora a porgere la mano agli umani, non se la sentono di fare la prima mossa. Otohime lo capisce, e prende l’iniziativa di persona: tendendo la mano al futuro, Otohime mette in palio tutto ciò che ha pur di farsi strada in quello scetticismo. Arriva addirittura a ferirsi pur di salvare un Drago Celeste, uno degli stessi schiavisti che avevano catturato Tiger. Ma la sua perseveranza la ripaga. Poco alla volta la sua determinazione trasforma i cuori di quelli intorno a lei (anche lo stesso Drago Celeste), convincendoli che una pace si possa raggiungere. Sempre di più credono che, con l’impegno di tutti, si possa arrivare a una nuova era.

Ma l’odio non intende lasciare la sua presa. Si insinua nelle menti trasformandosi in paura: paura che ciò che è già accaduto si ripeta, e la memoria svanisca dissolta da tante belle parole. E allora l’ancora cala. Messi davanti alla possibilità di un futuro tragico, gli uomini di Hody preferiscono eliminare chi li minaccia dall’interno, dandolo in pasto all’odio. Rinunciano a voler andare avanti, pur di non tornare indietro.

I pirati ordiscono l’attentato a Otohime, e riescono a farlo sembrare opera degli umani. I figli, addolorati e accecati dalla rabbia, stanno per farsi sopraffare dall’odio a loro volta ma la regina, con le sue ultime parole, fa un ultimo disperato tentativo per fermarli.

Otohime: «Chiunque sia l’assassino, e dovunque egli sia… Fatelo per me… Non arrabbiatevi con lui, e non odiatelo!»

Nell’isola degli Uomini-Pesce, la ciurma di Luffy affronta il dilemma tra perdono e vendetta come memoria dei fatti.
Otohime

Pure nella morte, Otohime cerca di liberare chi viene dopo di lei dal fardello dell’odio. La sua situazione e i suoi sentimenti nel momento del tradimento, sono per lei secondari: deve fermare tutto questo, o quella tragedia si ripeterà all’infinito.

Jinbe, Luffy e la memoria nel presente

Ciò che sia Otohime sia Tiger ci lasciano, quindi, è l’idea che il futuro sia più importante del passato. Non possiamo sacrificare ciò che saremo in favore di ciò che è stato, o non saremo mai nulla di meglio. Rimarremmo fermi e, senza accorgercene, annegheremmo nel nostro stagno d’odio. 

Il passato tuttavia esiste: non possiamo fare come se niente fosse, né tantomeno cancellarlo. Tutto ciò che possiamo fare è integrarlo, accettarlo per ciò che è stato e andare oltre di esso, imparando per quello che ci è possibile. E superarlo è un processo attivo, che richiede il nostro intervento e tanta, tanta forza di volontà.

Il gesto di Jinbe verso Luffy, una volta finita la battaglia, ne è l’esempio più lampante. Offrire il sangue, lui uomo-pesce amico di Tiger, a un umano. Eppure molte cose sono cambiate da quel giorno drammatico. L’umano, un tempo traditore, ora è uno dei compagni più fidati, che ha combattuto una guerra non sua pur di aiutarli, e che li ha liberati dalle grinfie di Hody e i suoi. 

Nell’isola degli Uomini-Pesce, la ciurma di Luffy affronta il dilemma tra perdono e vendetta come memoria dei fatti.
Luffy e Jinbe

Il ricordo di Tiger è ancora lì, nelle menti di tutti coloro che vedono i due sdraiati fianco a fianco. Ma ora l’odio non c’è più, perché quello è successo nel passato. C’è stato, e la memoria va conservata, ma il presente è diverso: ora gli uomini-pesce sono liberi di navigare nel mare della speranza e raggiungere, attraverso l’impegno, un avvenire migliore.

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