Esce lo scorso 1° Settembre la quinta stagione di Skam Italia ed è la prima stagione del remake a non seguire il canovaccio della versione originale norvegese. Lo Skam norvegese si concludeva, infatti, nel 2017 con la storia di Sana e la vendita dei diritti per la produzione di vari remake di svariate nazionalità, tra cui la versione italiana.
Skam Italia, così come Skam France, decide quindi di proseguire con la sua quinta inedita stagione scegliendo come protagonista qualcuno che è sempre stato presente, ma mai al centro dell’attenzione: Elia.
Tramite la storia di Elia vengono affrontate tematiche estremamente attuali e importanti in pieno stile Skam. Dal rapporto con il proprio corpo, le diversità e il body shaming, a gli abusi fisici e psicologici. Si torna quindi al Liceo Kennedy, ai Contrabbandieri, al Baretto, accompagnando Elia in un percorso di autoaccettazione e scoperta.

Skam Italia: andare oltre l’originale
Tra i vari remake di Skam, la versione italiana arriva per terza temporalmente nella prosecuzione della serie. Alcune versioni si sono fermate alla quarta stagione mentre altre, come Skam France e Druck (quella tedesca), sono andate avanti autonomamente fino a raddoppiarne il numero (otto stagioni i tedeschi e dieci i francesi).
Druck decise di continuare cambiando gruppo di protagonisti, inserendone di più giovani, ripartendo quindi da un’età simile a quella che avevano i ragazzi nella prima stagione. Prosegue un po’ in stile Skins, con un cambio di generazione a partire dalla sorella minore di uno dei protagonisti.
Skam France, invece, prese inizialmente la stessa scelta della produzione italiana, concentrando la quinta stagione su Arthur (l’equivalente del nostro Elia). Per poi nelle stagioni successive decidere di seguire l’espediente sfruttato dai tedeschi. Ma se la stagione su Arthur rischia di cadere un po’ nell’assurdo forzando una tematica importante e delicata come quella della disabilità trascinandola nel melodramma, Skam Italia rimane con i piedi per terra.
L’originalità non sta tanto nella scelta di affrontare il percorso di accettazione del proprio corpo, né di affrontarlo con un protagonista maschio. Ma risulta originale ed estremamente funzionale lo sfruttare qualcosa che seppur ignorato è costantemente presente tra gli adolescenti, e non solo, come forma di derisione. Elia, ragazzo divertente, intelligente e bello è in realtà logorato e bloccato dalle preoccupazioni generate dalla grandezza del suo pene.

La vergogna verso il proprio corpo per colpa del pensiero comune
Il body shaming e le difficoltà di accettazione del proprio corpo sono tematiche continuamente trattate nei teen drama. Probabilmente perché fra le problematiche più frequenti proprio nell’età presa in considerazione. Gran parte degli adolescenti si trova a dover fare i conti con il proprio corpo e con i corpi dei coetanei, sia in maniera positiva che negativa.
Frequente è la scelta di trattare disturbi, come quelli alimentari, perché apparentemente più diffusi negli adolescenti. Temi che non mancano, seppur in maniera minore, anche in Skam Italia. Basti pensare alla storyline di Silvia. Sarebbe stato quindi molto semplice, volendo banale, affrontare la tematica parlando di lei.
La scelta di avere come punto di partenza il micro pene di Elia è di estrema originalità. Non solo permette di affrontare i complessi e le problematiche psicologiche, fisiche e relazionali di qualcuno che si trova di fronte a una diversità fisica alternativa a quelle prese solitamente in considerazione. Ma destigmatizza qualcosa che tendenzialmente è un insulto o presa in giro normalizzati. Qualcosa che viene detto per scherzare talmente di frequente che quasi non si pensa esista veramente, tanto meno che possa realmente offendere o creare problemi psicologici a qualcuno.
Nessuno pensa che il motivo per cui Elia non ha mai avuto una relazione sia perché lui non è in pace con se stesso. Forse è stronzo, forse è insensibile, forse è uno sciupafemmine, addirittura Martino si chiede se non sia gay. Nessuno pensa che realmente Elia possa avere un problema del genere, tanto meno che questo problema possa essere un’ossessione tale da impedirgli di essere al cento per cento sé stesso, di parlare di sesso con gli amici o avere una relazione con una ragazza.

Il percorso che Elia compie è un percorso di auto accettazione, comprensione di sé stessi e di cosa voglia dire essere vittime di bullismo e body shaming quando si è stati anche carnefici. Perché partendo dalla storyline di Elia, Skam Italia affronta in modo geniale il body shaming attraverso differenti sfaccettature.
La breve conversazione tra Elia e Federica, in cui lei con una semplice frase racchiude il body shaming costante e velato dei precedenti cinque anni, è incredibilmente significativa per mostrare l’attenzione sociale e la costante stigmatizzazione di ciò che fisicamente viene ritenuto diverso e di conseguenza sbagliato e soggetto a derisione creduta legittima.
In una società in cui la maggior parte delle cose ruotano intorno al sesso e a un’astratta perfezione fisica, il micro pene di Elia lo immobilizza completamente. Di un realismo, una dolcezza e delicatezza assoluta è la scena in cui le ragazze lo consolano. Con poche semplici rassicurazioni gli danno la forza per comprendere i limiti che si sta auto imponendo e per iniziare un percorso di amore e accettazione di sé stesso.

Skam Italia: la caduta degli idoli
Elia però non è al centro della storia solo per il suo micro pene e le difficoltà che gli crea. Si rende anche messaggero di una terribile notizia per sé stesso e per i suoi migliori amici. Tramite la relazione con Viola, scopre infatti il motivo per cui l’idolo dei Contrabbandieri, il Professor Spera, se n’è andato da scuola.
Lo psicologo, che offriva sedani e in maniera non convenzionale aveva aiutato Martino e i Contrabbandieri, è al centro di uno scandalo inizialmente nascosto. Lui e Viola a quanto pare hanno avuto una storia. Ciò che Viola non sa è che lei non è stata l’unica.
Senza scadere nel banale e tramite differenti punti di vista, Skam Italia mostra come abusi e molestie possano avvenire in maniere differenti. Che sia tramite un bicchiere di vino o manipolazione.

Ma mostra anche la frustrazione e l’impotenza di quando si assiste alla caduta del proprio idolo. L’iniziale incredulità dei Contrabbandieri, il dolore e la rabbia di fronte alla notizia sono intensi anche per noi che stiamo guardando. Quel colpo al cuore di quando da adolescente ti senti tremare la terra sotto ai piedi. Quando improvvisamente ti ritrovi adulto senza averlo chiesto, con la realtà schiaffata in faccia.
La caduta di Spera è un colpo per i ragazzi così come per il pubblico. Come loro avevamo amato il buffo professore. Ma è stata anche la maniera più giusta per affrontare una tematica che non manca nella realtà. Elia si trova a supportare e accompagnare Viola nella realizzazione della vicenda. L’aiuta ad affrontare e denunciare il problema cercando anche altre vittime, tra cui si scopre esserci Federica.

E adesso?
Skam Italia si riconferma perfetta nella sua imperfezione, nel tentativo di raccontare una generazione di adolescenti in cui in realtà tutti possono rivedersi. E come sempre intorno alle tematiche centrali si dirama in tante altre piccole narrazioni collaterali che la rendono un prodotto geniale.
C’è da chiedersi adesso quale sia il suo futuro. Si fermerà qui, con l’ultimo del gruppo rimasto al Liceo Kennedy o alzerà l’età dei suoi protagonisti spostandosi all’università? O forse, come le sue sorelle europee, introdurrà una nuova generazione di protagonisti? Per ora non sappiamo niente, se non che come sempre si conferma come uno dei prodotti seriali italiani meglio riusciti degli ultimi anni.