L’importanza di essere Ted, l’eroe degli ultimi | Scrubs

Matteo Melis

Maggio 2, 2020

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Nelle sitcom talvolta interviene un meccanismo molto semplice: tra i personaggi ce n’è sempre uno che regge più degli altri la componente comica dello show, senza per forza sacrificare la sua caratterizzazione. L’autore delega questo dovere a qualcuno che non porta con sé il complesso onere di essere il protagonista, e che quindi, proprio in virtù di questa libertà e della sua vena comica più spiccata, può assurgere al ruolo di beniamino della serie. Questo accade da decenni in tantissime di serie: da Happy Days, nella quale il protagonista è Richie Cunningham, ma il beniamino è Fonzie, fino ad arrivare a esempi più moderni come How I Met Your Mother, che vede Ted come narratore, ma Barney come idolo, oppure The Big Bang Theory, in cui Sheldon ruba spessissimo la scena al protagonista Leonard.

Ci sono show, al contrario, dove l’attante beniamino è in transizione tra un personaggio e l’altro, però il protagonista non è ben definito. Friends e Modern Family ne sono dei chiari esempi.

La grandezza di Scrubs risiede proprio nel trovare un incontro tra le due modalità. Non c’è un beniamino, ce ne sono tanti; anzi, praticamente tutti i personaggi lo sono, senza che qualcuno risalti sull’altro. È un’opera che fa della coralità il suo punto forte, nonostante il protagonista sia indubbiamente J.D., un po’ pazzo, ma soprattutto sognatore. C’è Turk lo spensierato, Cox il mentore scorbutico, Kelso il primario diabolico, Carla l’amica un po’ bacchettona, Jordan l’insensibile, quel folle del Todd, il caustico Inserviente e tanti altri.
Poi c’è Ted.

Sam Lloyd in Scrubs (Bill Lawrence, 2001-2010)

Ted è l’eroe degli ultimi, un po’ Azzeccagarbugli e un po’ Fantozzi. Azzeccagarbugli perché sempre impegnato a salvare l’ospedale Sacro Cuore da potenziali denunce, con quel fare sospeso tra lunatica depressione e accennata professionalità. Per questa sua debolezza umana abbinata a una strana bravura nel suo mestiere, Ted è l’inseparabile tirapiedi di Kelso, l’odiatissimo e tirannico superiore a cui rispondere di ogni problema.

Fantozzi per la malinconia che accompagna la sua comicità. Come l’Ingegnere, anche Ted sa essere tragico nel suo animo imbranato, così come riesce a inscenare in modo macchiettistico la categoria che rappresenta: Fantozzi vuole essere un archetipo dell’ingegnere d’azienda degli anni Settanta, sottoposto e preso poco sul serio, dedito al lavoro, ma eternamente perdente; Ted è l’avvocato d’azienda, sempre sballottato e chiamato in causa per eventi profondamente negativi, anch’egli dedito al lavoro, ma eternamente perdente, quindi costantemente depresso.

Ci sono due costanti profondamente opposte che scandiscono la vita del legale di Scrubs: il canto e i tentativi di suicidio. Il gruppo di canto a cappella che Ted ha fondato con altri tre dipendenti dell’ospedale (l’economo, l’addetto alle spedizioni e il tuttofare) è diventato uno dei marchi di fabbrica dell’intera serie. Le loro canzoni vanno da jingle pubblicitari a grandi successi americani, fino a sigle di cartoni animati. L’enorme successo degli sketch ha portato alla fondazione di un vero e proprio gruppo musicale di canto a cappella: i Blanks.

Così come viviamo questi momenti di grande arte e ilarità, assistiamo anche ai picchi bassi di Ted Buckland. I suoi goffi e tentennanti tentativi di suicidio hanno un sapore agrodolce, perché per quanto comici, mostrano pienamente la debolezza e la depressione che lo attanagliano; in combinazione con i discorsi dell’avvocato su come avrebbe voluto che andasse la sua vita, queste scene fanno sì che tra noi e Ted si costruisca un legame speciale, nonostante i pochi minuti che ogni episodio dedica al personaggio.

Perché Ted non ha bisogno di ragionamenti o enormi discorsi, Ted colpisce lo spettatore nell’emotività. Riesce a farsi amare con le giuste battute, tra canzoni, gag, autocommiserazione e piccoli dolci gesti. Basta la sua presenza sullo schermo perché il nostro umore cambi, per far sì che il nostro lato più debole e insicuro possa sentirsi protetto dietro le sue espressioni indifese e i suoi impacciati tentativi di diventare una persona più rispettabile. Impresa che col tempo arriverà a compimento.

Sam Lloyd, Zach Braff e Robert Maschio in Scrubs (Bill Lawrence, 2001-2010)

Nella profondità semiseria delle tematiche inserite in quella meraviglia che è Scrubs, è importante che un personaggio così trovi il suo spazio. Ted è un piccolo gioiello del creatore Bill Lawrence, ma ancora di più dell’uomo dietro il personaggio, il geniale Sam Lloyd del quale mai ci dimenticheremo. Per questo tutti noi della Redazione vogliamo ringraziarlo, e vogliamo ringraziarlo soprattutto per Ted Buckland.

Quell’avvocato che ha dato un luogo al nostro lato più debole, che ci ha fatto riflettere su come gli ultimi vadano protetti, tutelati e rispettati, che dimostra che anche una posizione importante può non essere sinonimo di felicità. Il mondo è pieno di Ted, e da un momento all’altro potremmo diventarlo noi stessi. Lui sarà per sempre il paladino di coloro che si sentono dimenticati, degli ultimi, degli invisibili, di quelli che di eroi ne hanno davvero troppo pochi.

Grazie di cuore Sam, per tutto.

Leggi anche: Perchè Ted Mosby è l’Eroe di cui abbiamo bisogno

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  • Matteo Melis

    "Il segno è qualcosa che sta per qualcuno al posto di qualcos'altro, sotto certi aspetti o capacità"
    (C. Sanders Peirce)

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