Donnie Brasco – La trappola del ruolo

Davide Settembrini

Ottobre 11, 2017

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Donnie Brasco

Donnie Brasco non è un film, è piuttosto una storia vera riadattata a pellicola. Immedesimarsi, condividere il quotidiano, abusare del metodo Stanislavskij ed essere intrappolati in un soggetto, lo sconfinamento tra recitazione e realtà, l’essere schiavi di un ruolo, tutto questo racchiude il tema dominante che regge l’impalcatura drammatica di questa autentica perla cinematografica. Un film figurante nelle migliori dieci pellicole della storia nel genere gangster movie, secondo l’American Film Institute.

Donnie Brasco è la trappola del ruolo, un disturbo bipolare indotto dal contesto lavorativo.

Johnny Depp veste, nel film, i panni di un agente dell’Fbi infiltrato in una cosca mafiosa, ed è quindi autore di una metarecitazione, una recita in un’altra recita. L’agente Joseph D. Pistone deve recitare un ruolo, familiarizzare con un soggetto non suo, entrare in contatto con la fazione opposta, invadere le linee nemiche in maniera camaleontica. L’aggancio giusto è Lefty, (interpretato da un Al Pacino che riesce letteralmente a turbare lo spettatore) colui che per primo spiega a Donnie il senso della domanda retorica del gergo mafioso: «Che te lo dico a fare?».

L’infiltrato, che si farà chiamare Donnie Brasco, viene a contatto con Lefty, un mafioso della vecchia generazione che ha già imboccato la parabola discendente.
Un onesto mestierante del malaffare, indebitato, degradato nella scala gerarchica della cosca, offeso da un figlio tossico, stanco delle sue mansioni criminali, ma ancora in qualche modo orgoglioso del suo ambiente di appartenenza.

Esordisce la recitata carriera malavitosa di Donnie Brasco: Lefty è colui che garantisce per lui, il suo mentore, la guida che vuole fare di lui un bravo ragazzo. Donnie pranza a casa del mafioso, conosce il figlio con problemi di tossicodipendenza, festeggia insieme il Natale, conosce la sua quotidianità e respira i malumori del vecchio Lefty che continua a essere sorpassato dalla giovane leva.

Donnie familiarizza con quello che dovrebbe essere il suo nemico. Ma più che familiarizzare, tra il tempo impiegato come infiltrato e la trappola schiavizzante del suo ruolo, egli ha trovato nella cosca una famiglia sostitutiva.

Uno dei momenti più difficili da superare per il senatore Lefty è l’aver scoperto che dopo trent’anni di onorata carriera malavitosa, è stato scavalcato dal giovane e instabile Sonny Black (Michael Madsen). L’ambiente non ha tutelato la sua figura e, prima della meritata pensione, deve continuare a svolgere un ruolo secondario, avendo un altro referente a cui prestare fedele servizio.

Un ruolo da comparsa e non da primattore, come, invece, si sarebbe aspettato.

Quando Donnie è ormai un membro rispettato e ha una posizione ben salda nel clan, Sonny inizia a capirne la bravura e la freschezza: decide di nominarlo reggente degli affari in Florida, creando, in qualche modo, una piccola frattura nel solido binomio composto da Donnie e Lefty.

Donnie Brasco
Donnie Brasco

Lefty, sempre più avvilito e affranto, continua a incassare un altro declassamento, stavolta è stato scavalcato anche dal pupillo tanto sponsorizzato. Un frangente chiave che sanerà il dissapore tra i due, sarà invece rappresentato dalla presenza di Donnie in ospedale, mentre un commosso Lefty soffre per il figlio vittima di un’overdose e in lenta ripresa dopo l’infarto. Il dolore è come cemento che restituisce solidità alla loro amicizia, la crepa è ormai sistemata.

Prima di essere vittima di un raggiro, gli uomini di Sonny Black bruciano sul tempo Sonny Red e i suoi uomini, che stavano proprio per ordire un massacro in grande stile. Le attività possono riprendere: il massacro di Sonny Red equivale, nell’ambiente, a una promozione imminente. Lefty avrà un ruolo più alto e la scalata del suo adorato pupillo Donnie, sarà anch’essa proclamata a breve termine.

Questo, prima che alcuni agenti dell’Fbi decidevano di affrontare faccia a faccia e con grande spavalderia la cosca di Sonny Black, gettando sul biliardo le foto dell’agente Pistone, colui che tutti credevano essere Donnie. La sera del giorno stesso, Lefty viene convocato dai suoi, lo stanco gangster depone in un cassetto le ultime banconote, le chiavi della sua adorata Cadillac e i suoi gioielli, affinché siano utilizzati dalla sua compagna. La pellicola lascia intendere che, per Lefty, sarà l’ultimo atto.

Il film si apre e si chiude allo stesso modo, un primo piano sugli occhi cupi dell’agente Joseph D. Pistone che, dopo una frenetica e poco sentita cerimonia di premiazione con la famiglia e i vertici dell’Fbi, fissano il vuoto.

Occhi specchio di un’anima incupita e cambiata per sempre, occhi che, lentamente, si rivolgono verso il basso, atteggiamento sintomatico che manifesta tristezza e turbata coscienza. La placida malinconia del violino e del pianoforte, si sposa alla perfezione con l’amaro momento, accompagnando i tristi pensieri e il sentimento stravolto, dell’agente infiltrato.

Donnie Brasco
Donnie Brasco

Colui che con stima, orgoglio e fiducia, era un tempo chiamato da Lefty e soci, Donnie Brasco.

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