
Stranger Things 2: evoluzione in corso
PTSD, o disturbo post-traumatico da stress, è l’insieme delle forti sofferenze psicologiche che conseguono a un evento traumatico, violento o catastrofico. È denominato anche nevrosi da guerra, perché riscontrato inizialmente nei soldati coinvolti nella Prima Guerra Mondiale, anche se l’apice si è manifestato con la Guerra del Vietnam.
Per Hawkins, una tranquilla e sonnolenta cittadina dell’Indiana, i fatti del 1983 somigliano molto a quell’evento violento e drammatico, sintomo del disturbo.
In continuo con la stagione precedente di Stranger Things, troviamo i protagonisti pervasi da questa crisi e in preda a disturbi accentuati.
Ricominciare
Dopo il finale, per lo più positivo, della scorsa stagione, i Duffer Brothers ci catapultano di nuovo nelle vite dei protagonisti, rendendoci partecipi delle cicatrici che un evento del genere ha causato.
Nancy e Steve si trovano consumati dal pensiero di non essere riusciti a ottenere giustizia per la loro amica Barbara. Si recano spesso a cena dai genitori dell’amica, condividendo il dolore come in una seduta di terapia, alimentando però le loro speranze di ritrovarla.
La famiglia Byers, con Jonathan e soprattutto Joyce, vive in perenne apprensione verso Will. Proibita la bicicletta, accompagnano in auto il ragazzo ovunque, per assicurarsi in prima persona della sua incolumità. Un rigido coprifuoco, poi, chiude il cerchio delle tristi giornate di Will.
Il gruppo di amici soffre intensamente la mancanza di Undici, in particolar modo Mike, che aveva instaurato un legame molto profondo con la ragazza. Con la continua convinzione che sia ancora viva, ogni sera prova con il walkie-talkie a contattarla, senza riuscirci. Ugualmente, la stessa Undici si trova costretta in una gabbia dorata dallo Sceriffo Hopper, che proteggendo la ragazza cerca di colmare quel vuoto lasciato dalla figlia morta. Undici soffre maledettamente la lontananza da Mike e ogni sera lo spia dall’altra dimensione, contando i giorni dalla loro separazione.
Infine, il piccolo Will è pervaso dagli strascichi che si è portato dietro dalla lunga permanenza nel sottosopra. Le visioni che lo tormentano risvegliano in lui una paura ancestrale e sconosciuta verso un entità non ben definita e definibile.

Crescere
In questa battaglia personale contro i propri demoni, le giornate di ognuno scorrono via lentamente, fino a una serie di avvenimenti che spingono la cittadina di Hawkins di nuovo nel caos, e i nostri personaggi in un’altra titanica impresa.
Diversamente dalla scorsa stagione, incentrata sul sentimento di lealtà e amicizia, in Stranger Things 2 ogni personaggio fa un passo avanti nel proprio percorso di crescita.
Per ogni generazione i cambiamenti sono diversi e rapportati alla propria situazione. Per i ragazzini, tutti giochi di ruolo e bicicletta, nascono i primi sentimenti per le ragazze, che li portano a innamorarsi per la prima volta. E ovviamente anche ai primi screzi, dovuti proprio a questo nuovo status.
Per una ragazzina dal trascorso tormentato, il destino la accompagna verso la comprensione del proprio passato. Viene a conoscenza della vera madre, e riscopre la famiglia nelle persone strettamente vicine.
Per i ragazzi più grandi invece, esplode definitivamente l’amore con tutte le sue conseguenze, tra le quali la perdita delle inibizioni e della verginità.
Infine, per la generazione degli adulti, travolti e stritolati dalla vita, ma comunque sopravvissuti, torna forte il sentimento di riabbracciare la vita stessa. Si vede una luce in fondo al tunnel, la vita va vissuta con felicità dopotutto, consci che il tempo renderà più dolce ogni cosa.

Evolversi
Come accade ai propri personaggi, la serie muta, cambia pelle e si evolve in questa seconda stagione. Dato l’esaurimento dell’effetto sorpresa verso il pubblico, il cambiamento nel plot era d’obbligo ed è molto ben riuscito, merito di una scrittura solida e intelligente. La sensazione I Goonies o It della prima stagione va quasi a scemarsi, l’approfondimento psicologico viene in parte dimenticato, a discapito di un’azione più adulta e forte. Il ristretto cerchio che ci aveva fatto innamorare nella precedente stagione non c’è più, a vantaggio di una dimensione corale più marcata, con nuovi personaggi divertenti e ben scritti.
In Stranger Things 2, muta anche la concezione stessa del Sottosopra. Legato a doppio filo a una natura lovecraftiana, non assomiglia più a un doppio speculare fatto di ombra del mondo di luce.
Questa volta la regione negativa del reale è dominata dal male, da un qualcosa di caotico e informe che minaccia di invadere il mondo degli uomini. Considerando le connessioni tra i due mondi e le varie visite da un luogo all’altro, viene da chiedersi se la natura di questo mondo fatto di ombre e di male metafisico sia solo di opposizione al mondo di luce, o se ne sia una derivazione causata da un qualche fatto scatenante. La bellezza della serie sta proprio nel fatto di adagiarsi su questo confine sottile, mostrandoci tutte le sfumature del male stesso. La possessione di Will espande questa zona di confine, e confonde ancora di più le linee di demarcazione dei due mondi. Queste oscillazioni e passaggi dal regno della luce a quello delle tenebre, e il loro mescolarsi in continuo, mostrano chiaramente dove si svilupperà la narrazione in futuro.
In conclusione, per sopravvivere e continuare a sorprendere il pubblico, la serie è stata costretta a rinnovarsi. I Duffer Bros. ci regalano un’altra stagione gioiello, entrando di diritto nel top della serialità di oggi e torturandoci nell’attesa della terza spettacolare stagione.
P.S.
Avviso per i genitori del 1985: occhio alle vostre figlie, che quel ragazzo con i capelli laccati e il ciuffo in vista di nome Dustin è a caccia!





