4 personaggi in cerca di allievo – La Maieutica raccontata dal cinema.
Il rapporto tra insegnanti e alunni è da sempre uno dei temi più dibattuti della storia: esistono saggi, trattati psichiatrici e psicologici e il mondo cinematografico ha deciso di non rimanerne fuori. L’arte della maieutica e con essa l’arte dell’insegnare nascono con Socrate, filosofo greco del V secolo, che fu uno dei primi e più importanti filosofi e maestri della storia. Di lui ci parla un altro importante filosofo greco, Platone, alunno di Socrate ed insegnante di Aristotele, tutti e tre insieme possono considerarsi i fondatori della nostra filosofia occidentale. In un passo della sua opera il Teeteto, un dialogo dedicato alla conoscenza, egli fa dire a Socrate di praticare lo stesso mestiere della madre: quello della levatrice.
Nasce così l’idea dell’arte della maieutica: dal greco máia (levatrice) e téchne (arte, tecnica), che indica l’arte o la tecnica della levatrice del “tirar fuori”. Socrate riteneva, infatti, di estrarre, tramite delle domande, il sapere dai propri alunni. Così come le levatrici “tiravano” fisicamente fuori l’Uomo, così lui, maestro dell’anima, “tirava” fuori la verità dall’interno dell’uomo che la possiede senza saperlo.
Ovviamente un buon maestro riconosce una mente pronta a “partorire” idee, così come la levatrice riconosce lo stadio della gravidanza, inoltre, un buon maestro sa porre le domande giuste e pretende le risposte. Se la mente non è feconda, non ha senso usare la maieutica. Un animo pronto può, perciò, grazie a un maestro, arrivare alla conoscenza.
L’arte dell’insegnare è uno dei temi più dibattuti della storia e lo è ancora oggi. Il cinema ci offre un ampio repertorio di insegnanti, che hanno a loro modo applicato l’arte della maieutica e che possono essere un’ispirazione per tutti gli insegnanti, o aspiranti tali, di oggi.
Albus Percival Wulfric Brian Silente in Harry Potter
Silente: «Sono le nostre scelte, Harry, che ci mostrano chi siamo veramente, molto più delle nostre capacità»
Silente è un maestro onnipresente nella vita del giovane Mago, è lui stesso a portarlo al sicuro dai suoi zii dopo la morte dei genitori ed è lui ad averlo messo completamente in sicurezza. Quando il ragazzo arriva a Hogwarts sarà Silente a lasciare a Harry e, di conseguenza, allo spettatore/lettore, alcune delle più importanti lezioni di vita. Per Silente l’arte dell’insegnare è racchiusa nei valori e nei principi: amore, amicizia, compassione, lealtà. Tutte qualità che rendono nobile un cuore. Allo stesso tempo, Silente è “silenziosamente” accanto al suo alunno in ogni momento della vita, anche quando Harry percepisce delle analogie tra lui e il male, sarà Silente a ricordargli come il male viva in ognuno di noi.
Silente: «Tutti abbiamo sia luce che oscurità dentro di noi, ma sta sempre a noi scegliere da che parte schierarci»
Silente è anche onnisciente e vate del destino, la sua saggezza guida verso la vittoria, che non è altro che la vittoria del bene sul male.
John Keating dell’Attimo fuggente
Il prof. Keating entra in aula, durante la sua prima lezione fa strappare le pagine della stimata antologia che hanno i ragazzi. Perché? Perché l’antologia cercava di schematizzare, imprigionare le personalità dei singoli per renderle degli stereotipi, causando un’omologazione di massa nella scuola, così come nella società. Un messaggio quello del volersi omologare sempre troppo attuale. Il prof. Keating apre ai ragazzi un mondo nuovo: l’arte dell’insegnare per lui equivale a educare a saper pensare.
Prof. keating: «Dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso.»
Pensare con il loro cervello, pensare fuori dagli schemi, egli insegna a inseguire i propri sogni, a dare ascolto al proprio lato sensibile, e così avvicina gli studenti al mondo dell’arte e della poesia per l’unico scopo possibile: per restare in vita, perché vivere è un bene unico e prezioso e non dobbiamo soltanto sopravvivere, ma assaporarla questa vita e «succhiarne tutto il midollo». Questo vuol dire insegnare: creare degli adulti consapevoli di chi siano e delle loro scelte.
Mr. Sean McGuire in Will Hunting
Casualmente, nel Massachusetts Institute of Technology, viene scoperto un genio che riesce a risolvere equazioni impossibili. Il problema è solo che il ragazzo è un ribelle, disinteressato alla vita, nonostante la sua innata capacità di conoscenza e nessuno riesce a insegnare, di conseguenza, qualcosa al ragazzo. Qui entra in gioco il prof./psicologo Sean McGuire, che porterà con la sua calma lo spirito del ragazzo a quietarsi. Will riesce a capire che la sua forza non deve risiedere solo nella conoscenza, ma soprattutto nello spirito e nel modo di approcciarsi alla vita. Will sa tutto: conosce l’arte, la musica, la poesia, la fisica, la scienza, ma non conosce che cosa sia l’amore e il calore umano. Questo sarà lo scopo del prof. Sean, insegnare al ragazzo che amare è amarsi, e lasciarsi amare non è una fragilità, ma una forza.
Sean Mcguire: «Se ti chiedessi sull’amore probabilmente mi diresti un sonetto. Ma guardando una donna non sei mai stato del tutto vulnerabile… non ne conosci una che ti risollevi con gli occhi, sentendo che Dio ha mandato un angelo sulla terra solo per te, per salvarti dagli abissi dell’inferno. Non sai cosa si prova a essere il suo angelo, avere tanto amore per lei, vicino a lei per sempre, in ogni circostanza, incluso il cancro.»
[…]
«Ma, sei un genio Will, chi lo nega questo. Nessuno può comprendere ciò che hai nel profondo. Ma tu hai la pretesa di sapere tutto di me perché hai visto un mio dipinto e hai fatto a pezzi la mia vita del cazzo. Sei orfano giusto? Credi che io riesca a inquadrare quanto sia stata difficile la tua vita, cosa provi, chi sei, perché ho letto “Oliver Twist”? Basta questo a incasellarti?»
Sean diventa per Will quello che non ha mai avuto, molto più di un insegnante o di uno psicologo, diventa la figura paterna che non ha mai incontrato. Non sono forse proprio i nostri genitori i primi insegnanti nel bene e nel male?
Terence Fletcher in Whiplash
Il regista Damien Chazelle si è ispirato ai suoi anni di studio alla Princeton High School dove, tentando di sfondare come batterista jazz, aveva un professore di musica piuttosto esigente, che ha poi ispirato la figura di Terence Fletcher. La figura di Terence è quella dell’insegnante intransigente e dittatoriale, che tutti temono e tutti rispettano. Incute timore dall’alto della sua intransigenza. Andrew, lo studente, è così portato allo stremo dei suoi limiti, non solo fisici, ma soprattutto psicologici. Alla fine, un durissimo lavoro fatto di rinunce porta, forse, all’obiettivo. È evidente che l’arte dell’insegnare, qui, è applicata in maniera anticonvenzionale. È questo il caso di un insegnante che antepone all’empatia, il successo e la perfezione.
Terence Fletcher: «Non esistono in nessuna lingua del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”»
L’arte di saper insegnare
Abbiamo qui sopracitato solo alcuni esempi famosissimi in cui il cinema si è occupato del delicato mestiere dell’insegnante. Questi esempi ci fanno capire come approcci totalmente diversi possono portare al successo o al fallimento più totale. Non esiste una ricetta per saper insegnare, ma questi quattro personaggi sono esempi di quell’arte della maieutica socratica, e nel bene e nel male sono riusciti a far emergere qualcosa da frutti ancora acerbi. Alla fine il compito di ogni insegnante potrebbe ridursi alla speranza del “tirar fuori”.
«Che io possa, anche da lontano, anche solo con un cenno della mano, salutarvi sempre con l’orgoglio di chi ha incontrato nella sua vita grandi donne e grandi uomini, quando erano ancora dei ragazzi»
(Roberta Fanali, insegnante del Liceo Classico “Claudio Eliano” di Palestrina)
Un appello a tutti gli insegnanti o aspiranti tali che leggeranno queste parole: lottate, lottate senza stancarvi mai, perché in un mondo, in una società che sta regredendo come la nostra, trasmettere non delle dottrine, ma l’amore per il sapere è l’ultimo baluardo contro un’ignoranza dilatante. Insegnate per formare non adulti pieni di nozioni, ma adulti consapevoli di essere prima di tutto Uomini.
4 personaggi in cerca di allievo – La Maieutica raccontata dal cinema