L’Attimo Fuggente – Il senso della vita tra Whitman e Leopardi

Gianluca Colella

Aprile 30, 2018

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L’Attimo Fuggente – Il senso della vita tra Whitman e Leopardi

«Carpe diem, cogliete l’attimo ragazzi, rendete straordinaria la vostra.»

Spesso ci interroghiamo sul vero significato dell’esistenza. Rendere intensa e sensata la vita è un bisogno che l’uomo cerca di soddisfare da sempre. Una battaglia simbolica, fatta di idee, pensieri e azioni impegna l’essere umano. Egli cerca di sfruttare il tempo che gli è concesso per realizzare i propri desideri, affermarsi nel mondo, superando le incertezze della vita.

LAttimo Fuggente (Dead Poets Society) è un film che esplora proprio questa dimensione problematica, questa urgenza umana. Realizzata nel 1989 da Peter Weir, la celebre pellicola, attraverso il confronto tra la tipica istruzione formale e rigida del college e il rivoluzionario entusiasmo di un professore creativo, indaga questioni profonde, dinamiche intime legate alla caducità del tempo, all’affermazione di sé e alla capacità di esperire le cose da prospettive diverse.

Il film è diventato un cult per i giovani di ieri e oggi grazie al messaggio di rottura generazionale rispetto alla società degli anni ’60. Tale è trasmesso dall’evoluzione dei protagonisti, e l’interpretazione di Robin Williams, la quale ci contagia con la sua passione, viene ricordata come una delle sue migliori performance.

L'Attimo Fuggente
Una scena del film “L’Attimo Fuggente”

Sfidare le tradizioni: la rivoluzione della Poesia

«Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione.»

Nel 1959 il collegio di Welton è celebre per la sua filosofia rigida, fondata sulla disciplina; gli studenti dell’istituto sono figli di medici, avvocati e ingegneri destinati a seguire le orme dei padri. Lo spazio per i desideri romantici, l’affermazione di sé e la scelta autonoma del proprio futuro è ridotto al minimo.

Quando John Keating, professore di poesia dai metodi anticonformisti, viene assunto, un elemento di disturbo è introdotto nel sistema didattico dell’istituto. Le lezioni del nuovo docente, che recita in classe versi di Keats, Whitman e Shakespeare, si oppongono alla disciplina del college, l’entusiasmo per la poesia, l’arte e la letteratura contagia i giovani studenti, che giungono fino al punto di lacerare (letteralmente e figurativamente) un modello di apprendimento fondato su manuali meccanici, noiosi e impersonali.

Gli allievi, adolescenti in cerca della propria libera strada e della propria identità, scoprono l’amore per la vita, la passione per la natura e quella parte di sé, fatta di sensibilità e affetti, che ci rende tutti così inconfutabilmente umani.

Attimo Fuggente
Robert Sean Leonard interpreta Neil

L’amicizia e l’atto estremo

I compiti del mentore vanno al di là dei banchi e delle aule del collegio, e diventano vere e proprie lezioni di vita. Neil, Todd, Knox e gli altri sono incoraggiati a combattere questa guerra «per i loro cuori e le loro anime». Sono vittime di un’accademia e di una società che induce a sopprimere ogni forma di espressione di sé e ogni ambizione.

Il rapporto di amicizia e stima tra i ragazzi si salda quando viene rifondata la leggendaria Setta dei Poeti Estinti, di cui anche Keating, a sua volta studente di Welton, aveva fatto parte. Incontrandosi in clandestinità in una caverna, i giovani sono liberi di esprimersi, creare, sognare secondo le loro fantasie più intime, lontani dalle restrizioni dell’istituto.

Il primo a sentirsi particolarmente stimolato è Neil, che iscrivendosi al corso di teatro asseconda la parte più autentica del proprio sé; la sua vocazione non è tollerata dal padre, e l’incapacità a instaurare un dialogo sincero e fondato sul riconoscimento porterà il giovane attore a compiere un atto drastico. Il suicidio è l’unica via di fuga che Neil riesce a individuare per risolvere il drammatico conflitto col padre, autoritario e severo.

Attimo Fuggente

O Capitano, mio Capitano: la forza del legame dopo il dramma

«Mi piace insegnare, non voglio vivere in altri posti.»

La tragedia rappresenta un punto di svolta negativo per Keating e i ragazzi: sotto le pressioni delle famiglie degli studenti, l’istituto apre un’inchiesta e il professore è accusato di aver spinto Neil a disobbedire al padre.

Mentre assistiamo alla stesura del documento, agli interrogatori ai quali vengono sottoposti gli studenti e mentre vediamo che la Setta dei Poeti Estinti viene smascherata, un profondo sentimento d’ingiustizia matura in noi spettatori. Non possiamo che definire l’intera situazione come qualcosa di profondamente sbagliato e triste, poiché inevitabilmente l’entusiasmo e la spontaneità di John Keating, maestro di vita prima che di lettere, ci contagia e ci porta a contatto con quello che di bello la vita ha da offrire.

L’ineluttabile andamento della parte finale dell’Attimo Fuggente è magnificamente interrotto, sovvertito da un momento catartico, che si svolge proprio durante l’epilogo del film, quando Keating entra nella sua vecchia classe per salutare i suoi ragazzi.

Recitando i celebri versi di Walt Whitman dedicati a Lincoln, in coro lo chiamano Capitano; dal viso di Keating commozione, nostalgia e affetto si irradiano intensi, e assistendo a questa triste, ma bellissima scena, non possiamo che identificarci con lui e condividere i suoi sentimenti.

La portata del gesto finale dei ragazzi riassume perfettamente il significato che L‘Attimo Fuggente vuole trasmetterci. Un messaggio fatto di umana passione, che celebra la creatività e il romanticismo in contrasto con l’asettica società tecnica.

Il film sembra dirci che la vita è fatta prima di tutto di affermazione spontanea di sé, di legami autentici, e questi aspetti sono talmente inestirpabili che naturalmente si oppongono alle derive egoistiche e razionali della nostra epoca.

Attimo Fuggente
L’iconica scena del film

Leopardi e la felicità: Dialogo tra fisico e metafisico

«Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza, in profondità, succhiando tutto il midollo della vita, […] per sbaragliare tutto ciò che non era vita e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto.»

(Henry David Thoreau, Walden over Vita nei boschi)

«Ora in quella specie d’uomini, la vita dei quali si consumasse naturalmente in ispazio di quarant’anni, cioè nella metà del tempo destinato dalla natura agli altri uomini; essa vita in ciascheduna sua parte, sarebbe più viva il doppio di questa nostra: perché, dovendo coloro crescere, e giungere a perfezione, e similmente appassire e mancare, nella metà del tempo.»

(Giacomo Leopardi, Operette Morali)

Un altro aspetto celebrato nellAttimo Fuggente è riassunto nei versi di Thoreau recitati da Neil, che rappresentano un appello alla vita, alla possibilità di provare sensazioni intense, che la rendono unica e veramente significativa.

Questo frenetico ideale, fondato sulla dimensione sensoriale, immediata dell’esistenza, è condiviso anche dal nostro immortale Giacomo Leopardi, che in una delle sue Operette Morali esprime proprio la stessa teoria:

«Ciascuno pensi ed operi a suo talento: e anche la morte non mancherà di fare a suo modo. Ma se tu vuoi, prolungando la vita, giovare agli uomini veramente; trova un’arte per la quale sieno moltiplicate di numero e di gagliardia le sensazioni e le azioni loro.»

Il Dialogo tra Fisico e Metafisico si concentra sul tema dell’immortalità e sul senso della vita, e Leopardi attribuisce al secondo il ruolo di difensore della brevità della vita, della rilevanza delle sensazioni intense come fondamento della felicità umana. Il Metafisico suggerisce al Fisico di rinunciare al desiderio di una lunga vita, poiché un’esistenza perdurante nel tempo non è garanzia di felicità. Portando l’esempio degli antichi, storicamente cari al poeta, il Metafisico espone la tesi per cui la vera felicità è tanto più raggiungibile quanto più le esperienze nel corso della vita, seppur breve, sono intense, “gagliarde”.

Attimo Fuggente
Giacomo Leopardi

Dunque in questa Operetta possiamo rintracciare quello stesso desiderio di «succhiare il midollo della vita”», di «cogliere la rosa quando è il momento», celebrato nel film di Peter Weir.

Una filosofia romantica, profondamente in contatto con la dimensione più intima e naturale dell’Uomo, quella che rende davvero la vita straordinaria, che ci porta alla forma più pura di felicità. Non possiamo, quindi, che far tesoro di questo messaggio ed essere tutti pronti, per quanto possibile, a cogliere il nostro Attimo Fuggente.

Leggi anche: Hook – L’eterna infanzia dei pensieri felici

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