2 – Luci del Paradiso/Fiamme dell’Inferno (Il Gobbo di Notre Dame, 1996)
Laddove La Bella e la Bestia trattavano il tema dello stigma attraverso una metafora, ne Il Gobbo di Notre Dame la deformità si vede senza censure e fa male come un pugno allo stomaco.
Luci del Paradiso e Fiamme dell’Inferno sono le due facce di una stessa moneta.
Da una parte l’amore salvifico, dall’altra la passione consumante. La gentilezza di Esmeralda è come una panacea per il povero Quasimodo, un’iniezione di speranza in una vita condotta in disparte. La deformità va nascosta, gli hanno insegnato. Il popolo non conosce pietà. Massimo Ranieri, qui alle prese come doppiatore, ci offre una performance superba. Attraverso la sua voce noi capiamo cosa significhi arrendersi alla propria inadeguatezza. Ci illudiamo, speriamo, sognamo di poter essere accettati.
Sul versante opposto abbiamo il Frollo di Eros Pagni. Lui non vuole essere accettato, ma possedere la bella gitana. Qui abbiamo il narcisista che scarica sugli altri le sue colpe, il violento disposto a uccidere pur di sublimare i propri istinti. E abbiamo, benché i piccoli non possano capirlo, il religioso stuzzicato dal tabù. Fiamme dell’Inferno è solenne, patita, adulta. Le scene virano dal buio del salone ai colori accesi del fuoco ardente, per poi ritornare scure: repressione, esplosione, dissimulazione.
Frollo: «Che c’entro io? (Mea culpa)
Se vuole Dio (Mea culpa)
Che non resista al desiderio che sia mia (Mea maxima culpa)Distruggi Esmeralda
Fa che le fiamme assaggi lei
Oppure falla diventare miaSei pronta, gitana?
Lo so che tornerai
Ti aspetto all’inferno
Le fiamme oppure mia».
Oggi che la questione della violenza sulle donne è molto sentita, le parole deliranti di Frollo ci mostrano chiaramente le origini di questa violenza. Parliamo dunque di un brano che potrebbe essere utilizzato per fare educazione affettiva nelle scuole. Strano che non abbia vinto l’Oscar, nonostante la candidatura.
1 – Parte del Tuo Mondo (La Sirenetta, 1989)
Se il senso di privazione potesse avere una voce, questa voce sarebbe certamente Parte del tuo Mondo de La Sirenetta. Ariel sogna l’incontro con una cultura diversa, è curiosa e non teme quelli che per il popolo del mare non sono altro che nemici. La normalità degli umani è per lei una distanza irraggiungibile, perché a mancarle è la condizione di possibilità più basilare: le gambe.
Senza le gambe, il suolo è un ostacolo che ti costringe a strisciare. Gli altri camminano, giocano, si allontanano, e tu resti indietro senza poter mostrare quello che vali.
Per amore, Ariel è pronta a rigettare la propria natura e a fare un patto col diavolo. Avere le gambe non è solo per accorciare le distanze, ma anche per farsi accettare. Come potrebbe un uomo innamorarsi di una donna con la coda da pesce? Eppure il contrario è successo.
Con l’impeto e l’ingenuità della sua giovane età, la Sirenetta cede la voce a Ursula per poter sembrare più simile al suo Eric. Non pensa di presentarsi così com’è e, magari, valutare se anche lui può fare qualcosa per avvicinarsi a lei. Ariel non può aspettare e vuole liberarsi dalle briglie di un padre conservatore.
Parte del tuo Mondo contiene amore, desiderio, inadeguatezza. È il simbolo della gioventù che vuole esplorare la novità, ma lo fa in modo impulsivo, perché la vecchia generazione rifiuta il proprio sostegno.
Il brano è interpretato per noi dalla voce ariosa di Simona Patitucci e, più di recente, dall’ugola tenera di Serena Rossi che mantiene in tutto e per tutto lo spirito originale. Nel 1990 sarà In Fondo al Mar a vincere l’Oscar come miglior canzone, ma La Sirenetta otterrà comunque anche la statuetta per la miglior colonna sonora.
Con questa, siamo arrivati in fondo alla nostra classifica. Classifica che in realtà è stata un pretesto per interpretare e fare analisi di alcune grandi emozioni che l’universo Disney ci ha regalato. Diteci cosa ne pensate nei commenti!




