Gli amanti passeggeri – Verso la catarsi e oltre
Volo Penìnsula 2549.
Partenza Madrid, direzione Città del Messico. Pronti al decollo, e via. Nella classe turistica dormono tutti (narcotizzati); nella business class gli inquieti passeggeri avvertono che qualcosa non va. L’aria si fa sempre più tesa e la tensione è palpabile. All’insorgere dei primi segnali di panico tre stravaganti stewards omosessuali si vedono costretti a rivelare che un inaspettato malfunzionamento dell’aereo di linea costringe i piloti a volteggiare sopra la città di Toledo.
In attesa di effettuare un atterraggio di emergenza i membri dell’equipaggio decidono di sdrammatizzare la situazione. Col fine di distogliere i passeggeri dal nervoso clima creatosi gli assistenti di volo, aiutati da shots di vodka e tequila, improvvisano balletti in modalità drag queen. Il resto è storia.

Una rabdomante ancora vergine, un killer messicano, una coppia di sposi tossicodipendenti, una vip della cronaca rosa, un finanziere ricercato e un attore dongiovanni. Certamente non gli ordinari compagni di viaggio che ci aspetteremmo di trovare a bordo di un aereo qualsiasi. Sembra una barzelletta, ma non lo è. È una commedia del regista spagnolo Pedro Almodóvar: Gli amanti passeggeri (2013).
Un volo catartico per gli amanti passeggeri
A cinquemila metri di altezza, lontano dalla costrittiva, severa e perbenista società civilizzata, l’aereo 2549 si trasforma in un teatro di scene e gag imprevedibili, un movimentato turbinio di emozioni e passioni travolgenti. Durante quel volo tutto può succedere, niente è impossibile. I personaggi si abbandonano a una suggestiva esuberanza sessuale.
La totale disconnessione con il mondo esterno si dimostra ben presto rivelatrice per ogni personaggio del film. Mettersi a nudo è la chiave per conoscersi, l’unico modo per capire veramente chi siamo. La normalità cede il posto alla stravaganza, la morale alla sregolatezza.
Pedro Almodóvar non conosce filtri e arriva a sfatare ogni tabù sulla sessualità. Il regista celebra l’amore libero, il sesso, ma più di tutto la libertà, quella di esprimere apertamente (e senza nessun timore) ogni desiderio nascosto dei personaggi, anche quello più radicato e perverso.
Il film Gli amanti passeggeri denuncia la sofferenza morale, psichica e fisica causata da una società occidentale coercitiva, che demonizza o addirittura trascura le pulsioni libidiche dell’uomo, privilegiandone esclusivamente l’aspetto razionale.
La rappresentazione della sessualità ne Gli amanti passeggeri – Almodóvar e la società
Fulcro primario delle rappresentazioni della realtà, il cinema amplifica e costruisce l’immaginario collettivo esistente, ma molto spesso lo stravolge completamente. A partire dagli anni Novanta il cinema queer diventa uno dei fautori di tale stravolgimento. Questa corrente cinematografica trova tra i suoi massimi esponenti cineasti anche Almodóvar, che ha contribuito a conferire una fotografia della sessualità innovativa ed esplicita, ricca di sfumature.
Nonostante il rivoluzionario cinema queer, nell’universo cinematografico si continuano a riscontrare totali mancanze di scene legate alla sessualità. Nello specifico nel cinema hollywoodiano della Marvel.
«Ci sono molti, molti film sui supereroi. E la sessualità non esiste per i supereroi. Sono castrati. C’è un genere non definito, l’avventura è ciò che è importante. Si può trovare, nei film indipendenti, maggior attenzione per la sessualità. E l’essere umano è caratterizzato dagli aspetti sessuali! Ho la sensazione che in Europa, in Spagna, io possa avere più libertà rispetto a quella che avrei qui negli Stati Uniti».
(Pedro Almodóvar)

Il regista Almodóvar muove scottanti polemiche nei confronti dei cinecomic americani, denunciandone l’atteggiamento superficiale attraverso cui viene trattato un tema così preponderante per l’uomo come quello dell’erotismo e della sessualità.
La sessualità è un aspetto che tocca diversi ambiti della vita di un essere umano, da quello biologico e fisico a quello affettivo e relazionale. La visione riprovevole, quasi accusatoria della sfera puramente istintuale genera verso l’argomento sentimenti di disgusto, paura, vergogna, ansia e senso di colpa. Tutto ciò va ad amplificare notevolmente la difficoltà comunicativa intorno a questo tema, trasformandolo in uno degli argomenti più ricchi di tabù e proibizioni.
«Questa società cambia tutto ciò che tocca in una fonte potenziale di progresso e di sfruttamento, di fatica miserabile e di soddisfazione, di libertà e d’oppressione. La sessualità non fa eccezione».
(Marcuse Herbert)
Al di là della perversione ne Gli amanti passeggeri
La rappresentazione di un mondo perverso appare tutt’oggi una delle tematiche più ricche di enigmaticità e imperscrutabilità. Se da un lato la cultura condanna la perversione come crimine, nel cinema di Almodóvar ne diventa invece la protagonista esemplare.
La costruzione di un mondo spregiudicato e sconsiderato consente ad Almodóvar di rendere la follia un fattore fisiologico, naturale, in stretto contatto con il buon senso. La pazzia non si differenzia dalla normalità. La sessualità perversa ed esplicita diviene l’unico modo di amare se stessi e l’altro. E i personaggi di Almodóvar esprimono tale perversione al meglio, valicando gli ovvi giudizi sociali e morali, tipici di un convenzionale e opprimente principio di realtà.
«Quando condanniamo le altre pratiche, che sono state in uso fin dai tempi più antichi, come perversioni, cediamo a un indubbio senso di disgusto, che ci tiene lontani dall’accettare simili scopi sessuali. I limiti per questo sentimento di disgusto sono però, spesso, soltanto convenzionali».
(Sigmund Freud)
L’imposizione di recitare un ruolo che rientri nei confini del “socialmente accettabile” diviene così un concetto simile all’idea di performance teatrale, dove tutti indossano una maschera imposta dal complesso e severo sistema normativo vigente. Un teatro giudizioso e austero si contrappone così a quello presentato da Almodóvar nel film Gli amanti passeggeri (e non solo).
Il marcato confine tra il naturale e il sociale definisce una netta assenza del libero arbitrio. E il timore di esprimere apertamente emozioni, istinti e pulsioni mette in crisi la libertà di espressione.
Un invito alla sublimazione sessuale ne Gli amanti passeggeri
Gli amanti passeggeri rappresenta un decollo alla volta della riscoperta di sé. Un inno ad abbandonare a terra ogni tipo di inibizione. Sublimare la sessualità significa risvegliare la nostra vera natura, realizzare una comunicazione profonda con noi stessi. Significa sconfiggere la repressione civile, liberarsi dal giogo oppressivo della società.
Ciò che avviene nel film almodovariano è un puro appagamento dei sensi. La parte erotica dell’energia libidica si espande, manifestando ogni tipo di istinto passionale. Sorpassa la sua stessa forza, la sua medesima essenza e prosegue oltre l’individuo.
«L’erotismo è importante non per il sesso in sé, ma per il desiderio. Il sesso è solo ginnastica, il desiderio è forza del pensiero. E la forza del pensiero ha un potere immenso, può fare qualunque cosa».
(P. Almodóvar)
L’aereo de Gli amanti passeggeri appare un luogo di autentica esplosione ardente ed energica, nel quale anche noi spettatori ci possiamo rifugiare. Ci troviamo innanzi a una dimensione utopica, inimmaginabile e priva di norme. Una realtà che non conosce imbarazzo o pudore, ma esalta la spudoratezza e l’indiscrezione.

Dove sesso e sentimenti paiono essere gli unici motori del viaggio, sulle note della canzone I’m so excited (1982) delle Pointer Sisters, il film rivendica a gran voce il desiderio di libertà espressiva. Almodóvar racconta di un volo con una sola destinazione precisa: la resurrezione personale. Perché abbandonarsi alle emozioni è bello e non c’è motivo di vergognarsene.