Bisogna ammettere che nell’universo creativo di Quentin Tarantino, nonostante le tante sfaccettature, sia facile trovare numerosi parallelismi fra i personaggi che contraddistinguono il suo cinema.
La sua arte “collage” di citazioni e riferimenti è uno dei punti cardine delle sue opere.
Tuttavia ci sono due figure che, per diversi motivi, si rispecchiano più degli altri: Vic e Vincent Vega.
Il primo è il famigerato Mr. Blonde nell’opera prima di Tarantino, Le Iene (1992), mentre il secondo è uno dei protagonisti principali di Pulp Ficition (1994), universalmente riconosciuta come la pellicola di riferimento del regista nativo di Knoxville.
Ci sono varie storie e dicerie riguardo questi loschi figuri dell’universo pulp. Spesso si è parlato addirittura del fatto che siano fratelli, e tra i fan più agguerriti di Tarantino, si vociferava di un possibile film crossover con entrambi i personaggi. Un progetto che poi, alla fine, non è mai stato realizzato.
Un altro degli aneddoti più interessanti riguarda gli attori che hanno interpretato le due parti in questione, John Travolta (Vincent) e Michael Madsen (Vic). Durante il casting di Pulp Fiction, Quentin Tarantino offrì il ruolo di Vincent proprio allo stesso Madsen, che al momento era impegnato nella realizzazione del film Wyatt Earp di Lawrence Kasdan.
Madsen quindi non accettò la parte, che solo in un secondo momento sarebbe stata offerta a John Travolta, rilanciando così la carriera della star di Grease.
Ma lasciamo perdere gli scoop da cinefili e concentriamoci sulla questione.
Se analizziamo il tema del confronto dal punto di vista estetico, morale e psicologico, ci sono alcuni aspetti caratteristici che realmente accomunano Vic e Vincent, e altri che sottolineano le molteplici diversità.
Il comune denominatore che ha generato e quindi scritturato i due personaggi è lo stesso: il gangster tarantiniano, una delle figure più influenti del cinema moderno. Sulla base di questo concetto quindi, possiamo trarre le nostre conclusioni.
Innanzitutto, entrambi i personaggi sono chiaramente influenzati dal cinema di matrice esistenziale alla Scorsese, dove i protagonisti sono spogliati della loro integrità morale e psicologica e gettati in situazioni bizzarre e paradossali. Temi come la violenza, il senso di colpa e il rapporto personale con la fede, sono degli elementi che si contraddistinguono anche nei personaggi di Tarantino.
Tuttavia, la differenza sostanziale si ha nell’aspetto narrativo. Mentre nei film di Scorsese l’aspetto morale e caratteriale è tangente allo sviluppo della storia, nei film di Tarantino è probabilmente l’aspetto chiave.
Sperimentando nuove forme sul realismo dei dialoghi e sulle relazioni umane Tarantino ha quindi ancora una volta reinventato il concetto di gangster. L’arte d’introspezione del regista di Knoxville è quindi essenziale per capire Vic e Vincent, così come tutti i memorabili personaggi che ha scritturato in carriera.
Di conseguenza dal punto di vista estetico e puramente visivo i presunti “fratelli” Vega sono molto simili. Tarantino si ispira molto più ai delinquenti da strada di Mean Streets e Goodfellas, piuttosto che ai fascinosi malviventi di Coppola.
Sono uomini comuni, che mangiano hamburger e patatine fritte, fra battute grottesche e divertenti dibattiti sulla cultura pop. In questo caso però la differenza è il contesto e in particolar modo i ruoli che ricoprono nell’opera. Vic Vega in Le Iene è un ex galeotto che torna a “lavorare”, assieme ad altri ragazzi, per un vecchio amico con l’obiettivo di rapinare un gioielliere. Finirà male, molto male.
Il resto del film si rivela una sorta di macabra opera teatrale, dove i protagonisti – fra cui Mr. Blonde – sono costretti a convivere. Detto ciò, Vic è solo un pezzo del puzzle, una sfumatura nel dipinto. Mentre Vincent, in Pulp Fiction, è probabilmente il protagonista del film, e inoltre, il personaggio più complesso.
Vincent Vega: «Perciò, tu ora vai fuori e dici “Buonanotte, ho passato una bellissima serata”. Infili la porta, entri in macchina, vai a casa, ti fai una sega e finisce la storia».
Vincent Vega è un sicario, affiliato all’organizzazione criminale di Marsellus Wallace, che assieme al collega Jules, affronta le più improbabili e bizzarre situazioni. Le gesta di Vincent sono esposte in più contesti, essendo l’unico personaggio di Pulp Fiction presente in tutti i capitoli del film, in maniera tale da consentire allo spettatore di sviscerare più facilmente la personalità del protagonista.
Un gangster che impartisce lezioni di etica a uno spacciatore, che affronta temi teologici con un altro sicario. Vincent è un piccolo affresco del paradosso morale e sociologico del mondo in cui i personaggi di Tarantino vivono, che poi, alla fine, è il mondo reale stesso.
La differenza quindi fra i due Vega, è la caratterizzazione del personaggio. Vic è un ladro di seconda mano che si ritrova in mezzo a una giungla di persone come lui, ma la sua personalità risulta meno paradossale rispetto a quella di Vincent, pur rivelandosi un uomo sadico e perverso.
Inoltre Vic, più o meno banalizzando, è un sociopatico e spietato assassino, poiché è l’unico lato della sua personalità che alla fine prevale, ma il suo personaggio è decisamente più coerente rispetto all’archetipo del killer nel cinema.
Vic Vega: «Non me ne importa un beneamato cazzo di quello che sai, di quello che non sai….tanto ti torturo lo stesso».
Vincent invece è un gangster che, a differenza del fratello, vive in maniera socialmente “accettabile”, nonostante sia un criminale a tutti gli effetti. Si potrebbe affermare che Vic Vega sia un villain a tutti gli effetti, mentre Vincent rispecchia più i canoni dell’antieroe. L’aspetto che a questo punto li accomuna, è la ragione che si cela dietro le loro azioni. Una ragione che probabilmente non esiste, o quantomeno, non viene rivelata.
Non c’è una filosofia dietro le gesta dei due Vega. Le loro vite sono delle esperienze grottesche, fra sfumature di humour nero e iperrealismo. Tarantino “gioca” con i suoi personaggi, modellandoli e stravolgendoli a suo piacimento, senza svelare mai le loro vere intenzioni. Il tutto è affidato al caos, all’imprevedibilità del destino e alle conseguenze delle loro relazioni umane.
Se il filone gangster è stato quantomeno una delle più importanti influenze e punti cardine del cinema di Quentin Tarantino, lo si deve anche a Vic e Vincent Vega. Due personaggi iconici, affascinanti e divertenti, che hanno regalato alcune delle scene più avvincenti del cinema anni ’90.
E anche se le voci sulla loro presunta parentela, lasciate trapelare anche dallo stesso Quentin, possono essere fuorvianti, non smetteremo mai di amare quei maledetti smoking neri, quelle espressioni egocentriche e quel sorriso subdolo, ma assolutamente irresistibile.