La commedia erotica di Sergio Martino – Maschi impotenti e donne perturbanti

Roberto Valente

Marzo 8, 2023

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Dopo l’esordio con il genere giallo, Sergio Martino si relaziona subito anche all’altro grande genere popolare italiano: la commedia erotica. Il regista si affaccia al genere mentre la commedia all’italiana, di stampo più autoriale e ormai con un’estetica retata, volge al suo capolino, rappresentato da Amici miei di Mario Monicelli nel 1975. Nel 1973 esce Giovannona coscialunga disonorata con onore.

Pippo Franco in una scena del film

In anni nei quali la rivista Men era molto letta, lo sguardo maschile era senza dubbio messo al centro della ricerca esibizionista ed estetica del piacere. Esso era infatti generato dal corpo femminile. La volontà dietro questa scelta è di trasgredire il rappresentabile, puntare a uno sguardo voyeuristico.

La società italiana è stata fortemente colpita dal fenomeno rivoluzionario culturale scoppiato sul finire degli anni ’60. Una società, che affondava le proprie radici nel cattolicesimo, si ritrovò attaccata nelle istituzioni e nelle norme sulle quali si fondava. I discorsi sessuali, l’infrangersi nell’arena pubblica dei tabù, la riflessione sulle dinamiche interne che determinavano i rapporti sociali; tutte queste istanze sono state largamente diffuse nel discorso pubblico anche della retorica politica del tempo.

L’Italia aveva accolto le promesse di benessere e, dopo gli anni del miracolo economico, aveva abbracciato uno stile di vita borghese sul quale poi riflettere gli antichi retaggi che ne regolavano la struttura sociale. L’eteronormatività, il senso della decenza, il cattolicesimo, la centralità del nucleo familiare incontravano la necessità del consumo, della produzione. Gli anni Sessanta ’60 portano con sé un forte discorso critico contro questi pilastri.

Copertina di una rivista Men negli anni 70

Il mondo dell’arte rifletteva fortemente tale scontro, catturando in immagini e parole gli effetti sugli individui. Moravia, con La noia, racconta le perversioni che si nascondono nelle nevrotiche relazioni sessuali e sociali attraverso la categoria borghese del possesso. Pasolini, con Comizi d’amore, nel 1963 gira l’Italia ponendo domande a cui il popolo italiano mai aveva risposto. Essi vengono provocati attraverso un colpo diretto al proprio retaggio culturale. Alla propria identità.

A livello politico si arriva ad un forte successo delle istanze progressiste in tema di diritti civili. Questo porterà ai dibattiti nazionali e mediali sui temi quali il divorzio e l’aborto nella decade dei ’70. Il cinema evidenzia un’influenza pesante nella rappresentazione dei rapporti tra gli individui durante gli anni in esame. Diversi generi hanno manifestato l’inettitudine del nuovo e ricorrente personaggio maschile, accostandolo alla figura della donna emancipata e cosciente in quanto soggetto politico. L’eco maggiore però è rappresentata dai generi popolari, in particolare dal filone della commedia erotica.

Negli anni ’70 si parla di commedia erotica, a sua volta poi diramata in diversi sottogeneri: decamerotico (dal Decameron pasoliniano), giallo erotico, melodramma erotico. Giacomo Manzoli, a proposito della commedia erotica, afferma che:

«Corrisponde davvero a quella idea ancora piuttosto diffusa secondo cui si tratta di un genere in cui si cementano fratellanze di maschi pronti a reificare le donne e condividere il desiderio per un corpo femminile ridotto a oggetto o merce? E il luogo di consolidamento dei generi tradizionali, popolato da figure di uomini dominanti e ragazze costrette a forza dentro i ruoli prestabiliti di moglie-arpia o amanteprostituta? Oppure, già a livello di personaggi e narrazioni ci si trova di fronte a qualcosa di molto più complesso e sfuggente?»
Giacomo Manzoli

Questi film si assomigliano sull’attenzione data rispetto al sesso e si basano sull’uso estensivo del corpo nudo femminile. Sono ambientati spesso nelle città di provincia e raccontano la storia di uomini borghesi che si trovano in situazioni disastrose e che cercano di fare sesso con più donne possibili per colmare virilmente la propria avvertita impotenza. Le donne sono solitamente più giovani di loro.

Le ragioni produttive di tale fenomeno sono ravvisabili nella crisi e la forma di reazione che il mercato cinematografico italiano ha adottato. Davanti alla concorrenza spietata delle televisioni, che sfocerà nella riforma RAI del 1975 e la privatizzazione dei canali televisivi, il cinema ha cercato in questi modelli e in questi elementi estetici della commedia erotica una forma di alternatività rispetto alla programmazione televisiva. Per questo motivo questi film possono essere intesi come un sismografo sociale. Davanti una società in profondo cambiamento, là dove si negoziavano i concetti di identità, il cinema popolare ha catturato in immagini tale processo personificando l’Italia contemporanea e mettendola davanti ad una macchina da presa. Una delle prime categorie identitarie ad essere negoziata, è stata quella della mascolinità.

Dopo l’esordio con il genere giallo, Martino si relaziona subito anche all’altro grande genere popolare italiano: la commedia erotica.
Giovannona Coscialunga disonorata con onore, 1973

La commedia erotica: Giovannona Coscialunga disonorata con onore

Distribuito nella sale nel 1973, prima commedia di Martino, la pellicola riscosse molto successo. La critica ne apprezzò la prova dei caratteristi e della Fenech, non esprimendosi troppo sulla questione autoriale; forse a priori negata. Una prova del grande successo ottenuto all’interno dell’immaginario popolare del paese vi è una sequenza nel Secondo tragico Fantozzi del 1976. Gli impiegati vengono obbligati in maniera autoritaria ad assistere alle derive narcisistiche culturali del direttore, il quale li costringe a rivedere La corazzata Potemkin. Dopo la protesta simbolica al padrone da parte del ragioniere interpretato da Villaggio, sarà il direttore ad essere obbligato a guardare pellicole di cinema erotico. Tra questi film viene citato proprio Giovannona Coscialunga.

Dietro questa comica trovata c’è una grande e sottile metafora con cui Villaggio unisce un’istanza di critica sociale e politica con una culturale. La cultura, così come il resto delle istanze sociali, deve venire dal basso; dal popolo. Il popolo in questo caso viene rappresentato dal film di Martino, non a caso.

Il protagonista, interpretato da Pippo Franco, è un impiegato nella ditta del commendator La Noce, finita sotto accusa per danni all’ambiente e illegalità nello scarico dei rifiuti. A questa situazione seguiranno una serie di equivoci nel tentativo di assicurarsi una protezione politica per risolvere la situazione. Per arrivare a ciò si punterà sul più antico dei modi di guardare alla donna, ossia usarla come valuta di scambio. La Fenech, ragazza disinibita e popolare nella sua innocenza e nelle sue parole, si fingerà la moglie austera (tutta casa e chiesa) del commendatore. La vittima di questo colpo sarà l’onorevole Pedicò, un uomo siciliano “nemmeno mafioso”, come afferma La Noce.

Martino propone una satira sul comportamento aziendale, sull’ipocrisia delle consuetudini sociali nella nuova Italia del boom. Non mancano riferimenti politici pop come il “non mi hanno assunto perché dicono che sono anarchico” detto dal personaggio di Franco. Oppure, ancora più interessante, c’è una sovrapposizione tra la sfera del potere religioso e quello politico. Durante un incontro per capire come affrontare le accuse legali, il parroco lì presente invoca un aiuto dall’alto indicando il cielo; a questa esclamazione Franco risponde “che ne dite dell’onorevole Pedicò?”. Il Parroco appare più che concorde.

Tuttavia, quello che ci interessa maggiormente è la forte componente erotica e la riflessione sullo sguardo che il film rappresenta. Partiamo con il dire che il film abbonda di soggettive, tutte maschili. La maggior parte di queste ci vede sovrapporci allo sguardo del protagonista. Ogni personaggio femminile che appare nel film si introduce con una soggettiva nello sguardo del protagonista che osserva le donne dalle gambe in su. La prima componente notata del corpo femminile, corpo materiale e politico sociale, da parte dei maschi nel film sono le gambe; le forme.

Dopo l’esordio con il genere giallo, Martino si relaziona subito anche all’altro grande genere popolare italiano: la commedia erotica.
La protagonista Fenech e il protagonista Franco

La donna viene intesa come oggetto da osservare e giudicare in senso di giudizi estetici. Abbondano nel film le scene comiche in cui i maschi parlano tra loro giudicando e descrivendo con le loro parole i personaggi femminili, intendendole piuttosto come la figura che vorrebbero che fosse. Ovviamente queste caratterizzazioni sono evidenti nella loro volontà di esagerare e cadere nel grottesco, però il milieu che avvolge la realizzazione di questo film ha sicuramente un’eco potente sulle immagini, sulle interpretazioni, sulla capacità di far restare delle battute e degli atteggiamenti incisi nel comportamento pubblico di una generazione di italiani.

Gli equivoci che si verranno a creare consisteranno in uno scambio di donne, obiettivi e favoritismi. Tutto avvolto da una volontà, esclusivamente maschile, di fare sesso con le donne. Questa volontà si infrange davanti all’impotenza nel relazionarsi al sesso femminile da parte dei maschi.

La prima donna che viene presentata è la segretaria di La Noce. Essa, successivamente, verrà ripresentata alla stessa maniera ma con il protagonista che la guarda attraverso una lente di ingrandimento, ovviamente cominciando dalle sue gambe. In questo modo si mette in scena la dinamica dello sguardo trai sessi che sta nella stessa interpretazione del film. Quasi a voler dare consapevolmente conferma. “Un’inquadratura” è un atto linguistico, sosteneva Alfred Hitchcock.

La moglie del commendatore La Noce è una donna cattolica che rappresenta il modello cristiano e obsoleto (in quegli anni) della figura femminile. Questa identità sempre fissa nel film ad un certo punto si spezza. Quando viene a sapere del piano del marito, decide di partire per la Sicilia e quando esce di casa gli uomini non riescono a riconoscerla. Il suo look cambia e la fa apparire molto meno obsoleta. Ecco un esempio di spazio di rinegoziazione dell’identità.

Oltre questo troviamo anche riferimente all’impotenza sessuale dei personaggi maschili. Su tutti quello fatto dalla Fenech contro La Noce, il quale ad un certo punto pensa che, nonostante la finzione della situazione, dato l’assunto per il quale lui è un uomo e la Fenech una donna, dovrebbero fare del sesso. Ancora un sottolineare la perenne volontà dell’uomo di accedere al corpo e all’identità femminile. Questi uomini sono ossessionati dal sesso nei loro gesti, nei loro pensieri e nelle loro parole.

Riprendendo l’idea di sismografo sociale, notiamo come la commedia di Martino porti una vera e propria fotografia all’Italia del tempo.

Parliamo di film come: Giovannona coscialunga, Zucchero miele e peperoncino, La moglie in vacanza e l’amante in città, Spaghetti a mezzanotte, ecc. Questo è stato reso possibile attraverso l’uso del linguaggio dei personaggi, inteso come riferimento culturale e poi sua espressione in parole.
Questi film parlavano come parlavano gli italiani allora. Essi affrontavano gli stessi problemi pensando alle stesse soluzioni. Tra questi problemi quotidiani, quello più grande di tutti: il terremoto sociale e politico portato dalla controcultura, dalla ridefinizione dei ruoli sociali e identitari, dalla tecnicizzazione della società e dalla resistenza ad essa.

Leggi anche: Pasolini – Il cinema, gli italiani, le italiane e la sessualità

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