Luca Marinelli e il Cinema come Alice e il Bianconiglio

Chiara Cesaroni

Settembre 15, 2021

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Lo spettatore viene catturato dal magnetismo e dall’eccezionale bravura di Marinelli che fa vivere all’astante vite sempre diverse, ma egualmente strabilianti attraverso i suoi personaggi; esattamente come Alice si fece attrarre dal Bianconiglio e, seguendolo, finì dritta nella sua tana inconsapevole che, di lì a poco, avrebbe vissuto un’avventura straordinaria.

Luca Marinelli, figlio del noto attore e doppiatore Eugenio Marinelli, nasce il 22 ottobre del 1984 a Roma. L’attore consegue il diploma all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica nel 2009 e l’anno successivo appare per la prima volta sul grande schermo nel ruolo del protagonista de’ La Solitudine dei Numeri Primi, tratto dal romanzo di Paolo Giordano.

La professionalità e la spontaneità di Luca Marinelli lo fanno automaticamente salire sul podio dei migliori attori italiani contemporanei.

Luca Marinelli e Alba Rohrwacher ne La solitudine dei numeri primi

Marinelli porta al cinema Mattia, un personaggio spezzato dalla vita, e riesce a esprimere le difficoltà di un ragazzo, poi diventato un uomo, problematico e disturbato. La dilaniante tristezza di Mattia si trasforma nella struggente incapacità di comunicare che aumenta sempre più fino a divenire un invalicabile mutismo. Mattia diventa sempre più distante e taglia fuori il mondo intero e, certe volte, sembra escludere anche se stesso dalla sua stessa vita, come se galleggiasse in un luogo senza spazio né tempo.

Il silenzio di Mattia si incorpora in lui tanto da diventare il vero protagonista della storia.

Successivamente Marinelli lavora con Paolo Virzì vestendo i panni di Guido nella pellicola Tutti i Santi Giorni. Guido è un uomo che conduce una vita piatta e poco interessante resa briosa dall’esuberanza di Antonia, la sua fidanzata. Marinelli interpreta con passione e amore un uomo umile, posato, coltissimo, timido e luminoso e questa interpretazione gli vale la candidatura ai David di Donatello, al Nastro d’argento e al Globo d’Oro.

La grandissima capacità di Marinelli sta proprio nel riuscire a far immedesimare lo spettatore nel personaggio portato sullo schermo anche se, magari, i due sono caratterialmente o emotivamente distanti.

La professionalità e la spontaneità di Luca Marinelli lo fanno automaticamente salire sul podio dei migliori attori italiani contemporanei.

Luca Marinelli è Guido in Tutti i santi giorni

Poi è il turno de La Grande Bellezza, film di Paolo Sorrentino che vanta diversi premi, tra cui l’Oscar al miglior film straniero del 2014. Luca Marinelli prende parte a questo capolavoro della cinematografia moderna interpretando Andrea, un ragazzo nato con una purezza d’animo tale non riuscire a vivere nel mondo e con il mondo. Il suo personaggio fa una breve comparsa, ma resta nella mente dello spettatore a livello simbolico.

Presentano il giovane come un uomo dal labile equilibrio psichico, ma in realtà sembrerebbe essere l’unico a vivere la propria vita libero da ogni sorta di frivolezza. Paradossalmente, è anche l’unico personaggio che sembra vivere in trappola.

Andrea è al tempo stesso dissonante e perfetto in questo quadro popolato da personaggi votati all’apparenza.

Luca Marinelli ne La grande Bellezza

E da un uomo libero passa a interpretare due uomini schiavi delle loro condizioni psicologiche e sociali. Infatti in Non Essere Cattivo, diretto nel 2015 dal fu Claudio Caligari interpreta Cesare, un figlio della strada che passa le sue giornate rubacchiando e sballandosi con droghe sintetiche. E sempre nello stesso anno, in Lo Chiamavano Jeeg Robot diretto da Gabriele Mainetti, interpreta Lo Zingaro, un criminale dell’aspetto allucinato che è ossessionato dal desiderio di diventare famoso.

Andando più nello specifico, Cesare è un giovane di Ostia dalla vita difficile che non vede altro modo di vivere la vita se non sempre sul filo del rasoio. È un emarginato, proprio come il suo amico d’infanzia, Vittorio, interpretato da Alessandro Borghi. La sofferenza di quella vita vissuta sempre al limite, quel cercare di risollevarsi per sfuggire alle brutture della propria esistenza e tentando di darsi una seconda opportunità senza però mai provarci davvero, porteranno Cesare a farsi risucchiare in un vortice turbolento e melmoso di passi falsi e regressioni.

Luca Marinelli diretto da Caligari è semplicemente fenomenale.

La professionalità e la spontaneità di Luca Marinelli lo fanno automaticamente salire sul podio dei migliori attori italiani contemporanei.

Riesce a far entrare nel suo dramma lo spettatore, riesce a farlo immedesimare e fargli provare all’unisono una miriade di emozioni. Purtroppo Non Essere Cattivo è anche l’ultimo lungometraggio diretto da Claudio Caligari, in quanto, appena terminate le riprese, è deceduto lasciando un enorme vuoto nel panorama del cinema italiano.

E ora passiamo allo Zingaro de Lo Chiamavano Jeeg Robot, un uomo schiavo del suo stesso narcisismo. È, inoltre, un megalomane ricolmo di fragilità e paure. È l’antagonista della storia, il pazzo che vuole ostacolare il protagonista, Enzo, nell’ascesa al potere.

Trova profondamente ingiusto che un uomo qualunque abbia ottenuto tutto quello che lui ha sempre desiderato e per cui ha lottato tutta una vita senza il minimo sforzo. Contrasta Enzo in una danza isterica e inquietante e lo spettatore non riesce a staccarne di dosso gli occhi. L’attore romano dà forma a un villain di tutto rispetto, un ottimo villain per l’ottimo antieroe impersonato da Claudio Santamaria.

Per questa interpretazione vince il suo primo David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Ciak d’Oro nella categoria Miglior attore non protagonista.

La professionalità e la spontaneità di Luca Marinelli lo fanno automaticamente salire sul podio dei migliori attori italiani contemporanei.

Luca Marinelli è Lo Zingaro ne Lo chiamavano Jeeg Robot

Il magnetismo di Marinelli viene messo a disposizione di Fabrizio De André – Principe Liberoun biopic che vede come soggetto un altro personaggio magnetico e di fondamentale importanza per la politica, la cultura e la musica italiana: Fabrizio De André.

Marinelli non porta sullo schermo la copia carbone del cantautore italiano, bensì la sua versione di Faber.

Ma, nonostante questo, riesce a restituire al pubblico, pienamente e con grande rispetto, il gigante della musica italiana. E lo spettatore vede un film su De André che ha come attore protagonista proprio De André.

Infine, nel Martin Eden di Pietro Marcello dà definitivamente prova della sua grandezza e professionalità: affonda le mani nelle emozioni umane e le proietta sullo schermo, dando così tridimensionalità al personaggio di fantasia ma, al tempo stesso, profondamente autobiografico scaturito dalla penna brutale e tagliente di Jack London.

Luca Marinelli in Martin Eden

Nel 2021 lo vedremo interpretare il ladro più misterioso e affascinante dei fumetti italiani: Diabolik. E possiamo solo aspettarci meraviglie.

La magia di Luca Marinelli sta proprio nella capacità di far attivare entrare in empatia lo spettatore con i suoi personaggi. Ogni volta prende la forma del personaggio che interpreta, modella il suo intero essere per regalare a chi lo guarda l’idea a tutto tondo dell’uomo di cui ha preso le sembianze.

Luca Marinelli è ipnotico e, proprio come Alice con il Bianconiglio, lo spettatore lo segue con trepidazione ed entusiasmo. La sua professionalità e la spontaneità della sua recitazione lo fanno automaticamente salire sul podio dei migliori attori italiani contemporanei.

Leggi anche: Elio Germano – Un uomo e un attore straordinario

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