Biografilm 2022 – Il Cinema oltre il Cinema

Tommaso Paris

Giugno 27, 2022

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Biografilm 2022 – Il Cinema oltre il Cinema

SCENA 1 – ESTERNO, NOTTE, CINEMA LUMIÈRE – Biografilm

Si spalancano le porte di una sala cinematografica.
Come un formicaio, persone di ogni tipo si disperdono lentamente nella piazzetta Pier Paolo Pasolini, precedentemente vuota. Si nota il cartellone di un film: Atlantide. Un film di Yuri Ancarani”.
Chi chiacchiera, chi inizia a rollarsi una sigaretta, chi già si accende una sigaretta industriale, chi osserva il cielo incantato e chi osserva il terreno confuso. Brusii e voci indistinte prevalgono su tutto, si sente occasionalmente qualche frase in modo limpido che sembra riferirsi al film.

Cinema Lumière nella Piazzetta Pier Paolo Pasolini, Bologna


Il formicaio si stagna nella piazzetta dopo il Biografilm. Emerge solo una figura anziana, sull’ottantina, con una polo nera, dei pantaloni neri e delle scarpe da ginnastica, nere. Si dirige verso l’uscita del cinema Lumière allontanandosi.
Tra il brusio emerge una voce.

TIPO1
Ehi, ma quello non era Herzog?

TIPO2
Macchedici vez.
Te pare che ce stava Herzog.

TIPO1
Ma fidati!

TIPO2
[scuotendo la testa]
Madò…
Non so se te guardi troppi film o troppo pochi.

Nel mentre, un uomo sulla cinquantina – capello corto e barba scura, pantalone nero, scarpa nera e giacca elegante nera – tenta di sbracciarsi tra la folla, ma viene bloccato da diverse persone che sembrano fargli delle domande. A un certo punto si smarca, ma poi un’anziana signora con forza lo blocca per un braccio e lo tiene fermo tempestandolo di domande. L’uomo si alza sulla punta dei piedi e osserva l’uomo anziano uscire dalla piazzetta, poi con sguardo rinunciatario ritorna a disperdersi nella folla. Ora, un tipo tra la folla inizia a muoversi verso l’uscita della piazza.

CUT TO:

SCENA 2 – ESTERNO, NOTTE, PIAZZETTA ANNA MAGNANI – Biografilm

Nella piazza all’uscita del cinema, relativamente vuota con qualche passante, arriva il tipo che precedentemente aveva iniziato a muoversi. C’è un taxi bianco pronto a partire, e vicino c’è anche l’uomo anziano bloccato da due ragazzini di quindici anni che, con un entusiasmo frenetico e danzante, parlano a raffica in inglese. Emerge qualche parola e sembra che stiano parlando di una loro sceneggiatura. Il tipo si avvicina all’anziano e ai ragazzi, ora è chiaro, quell’uomo è Werner Herzog. Il viso di Herzog è stremato, stanco ma parzialmente interessato, osservando sempre negli occhi i due ragazzini.

biografilm
Piazzetta Anna Magnani, Bologna – Biografilm

Il tipo si avvicina alla situazione e sente più distintamente le parole, proprio quando sembra che lo stiano salutando.

RAGAZZINO
Say hello to Wim Wenders from me, if you see him.
Bye, Bye!

Herzog fa un cenno con la testa salutandoli. I due ragazzini corrono, saltando, urlando e abbracciandosi verso un parco. Herzog si gira dirigendosi verso il taxi. A questo punto la sua strada viene interrotta dal tipo che si mette tra lui e il taxi. Quest’ultimo ha una maglietta nera con una grafica: sono i volti di Marx e Nietzsche posizionati sulla scena gangster di Pulp Fiction. Herzog osserva la maglietta, la tocca e dice qualcosa di incomprensibile. Lui visibilmente stanco e di fretta, e il tipo visibilmente eccitato ed entusiasta, con gli occhi lucidi e con le mani perennemente in movimento.

TIPO1
I can’t believe I’m talkin’ to you.
That’s the magic of cinema, I guess.
Can I ask you some questions?

HERZOG
You have just done it.
Sorry but I got a plane.

TIPO1
Okay, so I’d just like to know what you think about the movie.

HERZOG
Mmh. Unexpected.
Dark and unexpected.
I liked it.

TIPO1
I agree.
Thank you.
You know, I’d like to make cinema too.

HERZOG
Good luck!

Herzog si gira verso il taxi e si presta a entrare in macchina.

TIPO1
Good luck you too.

Sentendo la timida risposta, Herzog si volta e, con un sorriso sincero, dice:

HERZOG
Remember… cinema never ends.

A questo punto, ormai seduto in macchina, il taxi parte. Tipo1 rimane immobile e sbigottito.

Di corsa si precipita il cinquantenne della scena precedente che vede il taxi andarsene. Sconsolato scuote la testa. Tipo1 lo osserva, e da lontano gli dice:

TIPO1
Gli è piaciuto il tuo film!

Il cinquantenne, Yuri Ancarani, alza la testa e guarda Tipo1 che, a sua volta, lo sta osservando. Entrambi hanno gli occhi lucidi di meraviglia.

CUT TO BLACK.

END.

Foto Instagram dal profilo di Yuri Ancarani.

Il cinema non finisce mai, diceva Werner Herzog. E così sembra.
Il cinema non è finito con i titoli di coda di Atlantide, e nemmeno nelle fugaci parole di una pietra miliare della storia del cinema. Il cinema non finisce nemmeno al sorgere dell’alba a suon di birre e genepì insieme alle storie di Yuri Ancarani.
Il cinema non finisce perché ha pervaso il centro di Bologna, occupando il Cinema Lumière, Cinema Jolly, Cinema Medica, Chiostro di Santa Cristina della Fondazza e Dams Lab, riuscendo a portare con sé, come un pifferaio magico, più di 15 mila spettatori.

Il cinema non finisce perché il Biografilm Festival | International Celebration of Lives, alla sua diciottesima edizione, permette a quel labile confine tra realtà e finzione di sciogliersi, mescolarsi e intrecciarsi dialetticamente.

Il cinema non finisce anche se il documentarista Mark Cousins, lo scrittore David Grossman, la regista esordiente dell’incredibile Pleasure Ninja Thyberg, la coppia più famosa di OnlyFansItalia e il regista del film Mauro Russo Rouge, e molte e moltissime altre presenze hanno lasciato la città. Perché il cinema non finisce con loro, e nemmeno con i loro film.

Biografilm
Andrea Romeo, Mark Cousins, Werner Herzog, Yuri Ancarani, Massimo Benvegnù al Biografilm.

Il cinema non finisce perché, spezzando quella soglia tra realtà e finzione, rendendoci parte tutti di un medesimo sogno collettivo che, intimamente, viviamo insieme, si ripercuote nelle strade, nelle pubbliche piazze e in ogni angolo della città. Il cinema non finisce poiché basta essere sorpresi e predisposti alla meraviglia, osservare con uno sguardo cinematografico l’accadere del mondo, che nelle sue sottotrame manifesta immensi orizzonti di significati, infinite storie che valgono la pena di essere narrate.

E il cinema non finisce perché quelle immagini in movimento sonorizzate che vediamo su uno schermo non sono finzione, ma sono fenomeni reali con i quali, da spettatori, percepiamo e partecipiamo attivamente. Ed è così, sosterrebbe Nietzsche, che «il mondo vero finì per diventare favola» e, simulatamente, è così che «la favola finì per diventare mondo vero».

«Fitzcarraldo è il mio migliore documentario e Little Dieter Needs to Fly il mio migliore film di fiction. Non faccio una chiara distinzione tra di essi. Sono tutti film».

(Werner Herzog)

E il cinema non finisce nemmeno nei dieci giorni del festival, poiché allo scoccare dell’ultimo giorno del Biografilm ha preso il via il Cinema Ritrovato, in Piazza Maggiore, sotto le stelle, assumendo le forme di un rituale arcaico, un teatro mitico che, condiviso insieme ai passanti, alle chiacchere, agli schiamazzi e alle sirene della polizia, è cinema che va oltre il cinema.

Cinema Ritrovato Festival: tutte le sere estive, in Piazza Maggiore, proiezioni cinematografiche di ogni tempo e di ogni spazio, completamente libere e gratuite

«Fenomeno sociale e fenomeno estetico, fenomeno che testimonia insieme la modernità del nostro secolo e l’arcaismo dei nostri spiriti».

(Edgar Morin, Il cinema o l’uomo immaginario, 1956)

Nell’epoca della riproducibilità digitale dell’opera d’arte, direbbe forse oggi Walter Benjamin, in cui la fruizione cinematografica diventa una meccanica seriale, scevra di qualsivoglia interesse o passione, omologata e omologante, soggiogata allo streaming e vittima della cecità del mondo, il Cinema Ritrovato torna a essere mito.

Il cinema sotto le stelle in Piazza Maggiore vissuto, sentito, pianto, riso e applaudito insieme, diventa quel sogno collettivo che ha rivoluzionato la nostra cultura e che ha meravigliato, di stupore e spavento, i primi spettatori della storia, in quel Café a Parigi nel 1895 con i fratelli Lumière.

«Io ricerco una verità estatica, una trasparenza nitida, immagini che documentino segni di vita. Questa verità, che ho ricercato in ogni parte del mondo, ha a che fare, ancora una volta, con la visione collettiva. Cerco il modo di rendere trasparente quello che è occultato, che è in tutte le cose, basta scostare la cortina, e guardare ciò che sta al di là della prima apparenza. Attraverso le immagini dei miei film cerco di andare oltre per vedere cosa sta dietro».

(W. Herzog)

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