Scene da Oscar – Le fiamme della rabbia ne Gli spiriti dell’isola

Emma Senofieni

Marzo 7, 2023

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Candidato quest’anno a nove premi Oscar, Gli spiriti dell’isola, ultima opera di Martin McDonagh, presenta una trama ai limiti del surreale, eppure estremamente semplice. Mentre nella terraferma si consuma la sanguinosa guerra civile, la (fittizia) isola irlandese di Inisherin sembra estraniata dal resto del mondo. A interrompere la quiete del luogo, un evento banale, ma apparentemente inspiegabile. Il violinista Colsom Doherty (Brendan Gleeson) rompe improvvisamente la sua storica amicizia con il mandriano Pádraic Súilleabháin (Colin Farrell).

Colsom dichiara, infatti, che il suo amico, un uomo semplice e di buon cuore, non gli va più a genio. Ormai l’uomo si avvicina alla vecchiaia e desidera concentrarsi totalmente sulla sua musica. Le quotidiane chiacchiere con Pádraic, definite da Colsom vuote e noiose, lo distrarrebbero dal suo tentativo di lasciare un segno, di dare un significato alla propria esistenza.

Colm rompe l’amicizia con Pádraic

Pádraic rimane profondamente scosso dalla decisione dell’amico e vani saranno i suoi continui tentativi di riconciliazione. Ad un certo punto, Colsom gli da’ un ultimatum: se non smetterà di infastidirlo, si taglierà, una per una, le dita della mano con cui suona il violino. Nel frattempo, Pádraic inizia a sentirsi profondamente solo, soprattutto dopo la partenza della sua amata sorella Siobhán (Kerry Condon). L’unica compagnia che sembra riempirgli le giornate è quella degli animali di cui si prende cura, in particolare della sua asinella Jenny.

In Gli spiriti dell’isola la presenza degli animali è molto significativa. A differenza degli esseri umani, che si fanno guerra per niente e seminano odio, gli animali sono creature pure e innocenti, che donano amore totalmente disinteressato.

Dinanzi all’ennesimo tentativo di Pádraic di riavvicinarsi all’amico, Colm raggiunge l’apice dell’autolesionismo. Si taglia tutte le dita della mano e le lancia contro la porta dell’ex amico. Quando il mandriano torna a casa, trova il corpo senza vita della sua asinella. La creatura si è infatti soffocata nel tentativo di ingoiare una delle dita di Colm.

Sconvolto e pieno di rabbia, Pádraic raggiunge Colm e lo avverte: la domenica seguente, alle quattordici, verrà a bruciargli la casa, incurante che l’uomo sia all’interno oppure no. Lo prega, però, di lasciare fuori il suo cane, unica creatura innocente nel loro conflitto.

Pádraic e l’asinella Jenny

Il mandriano mantiene così la sua promessa. Il giorno stabilito, prende da casa dei tronchi di legno, della benzina e delle lanterne. Si dirige verso la casa di Colsom su un carretto trainato da uno dei suoi cavalli. Arrivato all’abitazione, vede il cane di Colsom davanti alla porta di casa, lo prende in braccio e lo mette sul carretto, in modo che non venga minimamente coinvolto nell’incendio.

Mentre in sottofondo si sente una lenta e melodiosa canzone d’opera, Pádraic mette in atto il suo piano di vendetta, dando fuoco all’abitazione del suo ex migliore amico. Prima di andarsene, controlla dalla finestra se l’uomo si trova in casa: Colsom è seduto, apparentemente calmo, mentre fuma una sigaretta. Nonostante Pádraic sia certamente consapevole delle gravi conseguenze delle sue azioni, si allontana dalla casa, lasciandola in preda alle fiamme.

Sono certamente molte le scene di Gli spiriti dell’isola ad essere degne di menzione, ma questa sequenza risulta particolarmente significativa.

Per gran parte del film, il personaggio di Pádraic Súilleabháin, scritto e interpretato meravigliosamente, è molto positivo, in grado di suscitare la simpatia e la compassione dello spettatore.

Pádraic è, infatti, un uomo buono e gentile, ben voluto da tutti sull’isola. Non è un caso che sia l’unico ad accettare la compagnia del giovane e ingenuo Dominic (Barry Keoghan), considerato “lo scemo del villaggio”, ma che in realtà subisce il dramma della solitudine e degli abusi del padre. Improvvisamente viene allontanato dal suo migliore amico per il semplice fatto di non essere abbastanza colto, di essere una persona troppo umile e semplice. Ama la compagnia dei suoi animali, in cui si rifugia forse eccessivamente, come gli fa notare la più razionale sorella. Eccessiva è anche la sua insistenza dinnanzi al rifiuto categorico di Colm, ma il pubblico non può fare a meno di comprenderlo, data l’improvvisa e crudele interruzione del loro rapporto.

La casa di Colm in fiamme

Quando la sua amata asinella viene inavvertitamente uccisa, l’atteggiamento di Pádraic subisce un radicale cambiamento. Quest’ultimo viene reso magistralmente dall’espressività e dalla bravura di Colin Farrell, che ha meritatamente vinto un Golden Globe per la sua interpretazione. Da confuso e sopraffatto dagli eventi diviene un uomo accecato dalla rabbia e dalla vendetta.

La sua frustrazione si concretizza in un’azione violenta e pericolosa, che mai lo spettatore si sarebbe aspettato di veder compiere da parte di un personaggio così positivo. Colpisce soprattutto la consapevolezza di Pádraic che l’ex amico si trovi in casa: l’uomo resta indifferente dinnanzi alle tragiche conseguenze che le sue azioni possono comportare.

D’altra parte, Colsom non tenta di fuggire né di fermare l’amico, comportamento che manifesta l’estrema tragicità del personaggio. Dopo il suo ultimo atto di automutilazione, che gli impedirà di suonare per il resto della sua vita, l’uomo è giunto all’apice dell’autodistruzione.

La scena completa

Con questa intensa sequenza, Gli spiriti dell’isola ci mostra le drammatiche conseguenze che un conflitto tra uomini, apparentemente banale e privo di senso, può comportare.

Un conflitto che se da una parte è intimo e personale come quello tra Pádraic e Colsom, dall’altra è universale come la guerra civile, che nell’opera di McDonagh rimane costantemente sullo sfondo.

Infine, la sequenza rimane impressa soprattutto per chi ha visto e apprezzato Tre manifesti a Ebbing, Missouri (2017), film precedente del regista irlandese. Anche in quell’opera un personaggio scosso da una perdita sfogava la propria rabbia dando alle fiamme un luogo che riteneva responsabile della sua sofferenza.

In Gli spiriti dell’isola la scena dell’incendio rappresenta un tragico punto di non ritorno per i due personaggi: per il loro rapporto in primis, che sarà per sempre caratterizzato dal conflitto e della rabbia, ma anche per se stessi. Così, come già aveva fatto in Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Martin McDonagh è tornato a parlarci della vanità della rabbia e dei conflitti umani. E lo ha fatto realizzando una delle opere più intense e originali dell’anno.

Leggi anche: Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri – L’intreccio tra vendetta e speranza

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