Io faccio l’attore per questo: scoprire quanti tipi di esseri umani possiamo essere. Ognuno di noi penso che possa scegliere di essere qualsiasi cosa vogliamo… Ed è una cosa meravigliosa.
Sabato mattina 21 aprile abbiamo assistito alla prima Masterclass proposta dal Bif&est presso il Teatro Petruzzelli: quella con Pierfrancesco Favino, mediata da Fabio Ferzetti. Una grande apertura per il festival, che ha coinvolto uno svariato pubblico: Pierfrancesco è amato da tutti, anche se suo malgrado, solo dopo l’evento nazionale di Sanremo “si sono accorti di me”, come lui ha modestamente affermato nel corso della masterclass.
“Solo mo’ mi dicono: ma quanti film hai fatto?!” …e come se ne ha fatti! Sanremo è stato un pretesto per conoscere ancora meglio questo artista “poliedrico”, definizione datagli proprio da quel momento in poi: “Da febbraio 2018 sono diventato poliedrico…” ma è evidente che non tutti lo conoscevano.
Come ogni intervista che si rispetti ad un attore/attrice, Ferzetti ha cominciato con la domanda su come abbia maturato l’idea di fare l’attore. Favino ci ha raccontato di non averlo scelto, ma di averlo sentito sin da bambino. I suoi genitori, da sempre appassionati di teatro, diciamo che gli hanno preparato il terreno.
Il mio primo spettacolo fu Don Carlos, ad 8 anni. Lì, da qualche parte, c’è stata la chiamata. Volevo essere anch’io lì sul palco.
Al liceo mi hanno preso in Accademia. Diplomato, non ho mai avuto quel momento in cui mi son detto “e adesso? dove voglio andare?”. No, per fortuna. E’ stato un privilegio.
La masterclass con Pierfrancesco Favino è stata variegata: si sono toccati temi riguardanti l’essere attore, le interpretazioni dei personaggi, il rapporto con la violenza nell’ambito della recitazione, prossimi film (come I Moschettieri del re di Giovanni Veronesi e quello su Tommaso Buscetta di Bellocchio) e… di donne.
Favino è passato dall’interpretare da “ruoli fantasy” (lo ricordiamo felicemente in Le Cronache di Narnia – Il principe Caspian, affiancato da Sergio Castellitto) a quelli più drammatici (per dirne uno: in Romanzo Criminale, film con cui Favino si è fatto più notare), centrando sempre il bersaglio.
–“Non tutti gli attori sono trasformisti” – elogia Ferzetti. – “Nel fare l’attore, si è condannati a Pirandello per sempre?” – continua poco dopo.
– “No. Bisogna sempre approcciarsi con umiltà al personaggio. Io mi riscopro ogni volta.” – risponde seccamente Favino.
L’errore dell’attore sta nell’imporre la sua superiorità sia sulla sceneggiatura che sullo spettatore. Io sono una maniglia di una porta, sono lo strumento per comunicare l’idea del regista e dello sceneggiatore, non l’oggetto.
Lo spettatore deve rivedere se stesso e le sua vita, non quella dell’attore! … Se vede la mia vita, ho sbagliato.
A proposito delle interpretazioni di personaggi più violenti, Pierfrancesco ha confessato di aver avuto spesso difficoltà nell’impugnare un’arma.
Non mi sono mai piaciute le armi. Non ci ho mai giocato nemmeno da ragazzino. In Romanzo Criminale non sono riuscito a fare BOOM in una scena di sparo. Da quel momento in poi ho capito che non sarei mai capace di difendermi con la violenza da un pericolo o da una minaccia. Non lo garantisco…
“Non vorrei mai che mia moglie assomigliasse ad una donna di copertina.”
Ad un certo punto Pierfrancesco ha introdotto nel mezzo dell’intervista il suo pensiero sul ruolo della donna nel mondo del cinema odierno e non solo, parla dell’ aberrante concezione che oggi si ha del ruolo femminile e che ne è “schifato”. In questo dolce excursus ha svelato un privilegio che gli ha portato fortuna anche nel suo essere un buon attore:
Ho la fortuna di non aver paura di provare i miei sentimenti, perché ho avuto la fortuna di crescere circondato da donne.
Un concetto di profonda e delicata importanza, dovrebbe essere un manifesto per tutti gli altri uomini. Abbiamo trovato questa masterclass con Favino davvero educativa, ispirazionale magari per chi abbia come sogno nel cassetto quello di fare l’attore, ma non solo: un messaggio morale da raccogliere anche per tutti noi che abbiano avuto il piacere di ascoltarlo.
Tra gli applausi e l’entusiasmo degli spettatori, ha esordito dalla platea con i suoi complimenti un inatteso Pippo Baudo (ospite della masterclass di domenica 22), le cui parole seguono nel video.