Quando il cinema ama il cinema – 7 film in cui la settima arte è protagonista

Valentina Palermo

Ottobre 28, 2018

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«Non c’è nessuna forma d’arte come il cinema per colpire la coscienza, scuotere le emozioni e raggiungere le stanze segrete dell’anima».

I. Bergman

Il cinema, quel luogo fantastico in cui tutto è possibile. Dalla sua nascita a oggi sono passati più di cento anni, ma la sua magia resta ancora perfettamente intatta. Grazie al cinema abbiamo riso e pianto, amato e odiato. Abbiamo vissuto passioni travolgenti e cocenti delusioni, fatto il giro del mondo ed esplorato altri pianeti. E poi solcato mari in tempesta e scalato le vette più alte, danzato leggeri come piume e combattuto nelle guerre più cruente. Abbiamo vissuto mille vite e mille avventure, ma soprattutto grazie al cinema abbiamo sognato.

Il cinema è un sogno. È un modo per evadere dalla realtà e spogliarci dei nostri panni per vestire quelli degli attori in scena. Quando a luci spente, seduti fra le poltrone di una sala cinematografica, attendiamo l’inizio di una proiezione siamo consapevoli che un prodigio sta per compiersi, sappiamo che di lì a poco saremo trascinati in un nuovo meraviglioso incantesimo. E a vivere questo incantesimo a volte sono proprio i personaggi che si muovono sul grande schermo.

Diverse pellicole hanno infatti toccato il tema della passione per il cinema attraverso i loro protagonisti. In diversi film ci siamo ritrovati a sedere accanto a loro condividendo l’amore per la settima arte.

Quello che faremo oggi è quindi rendere omaggio ad alcune di queste pellicole esplorando il significato che il cinema ha per i protagonisti. Solo così potremo ricordare quanto siamo fortunati a vivere nell’epoca di questa invenzione straordinaria, un’invenzione che trasforma i sogni in realtà e rende possibile l’impossibile.

L’ordine è casuale.

1. Be Kind Rewind – Gli Acchiappafilm

Non è un capolavoro, né probabilmente un film del quale parleranno le generazione future. Questa simpatica commedia di Michel Gondry ha però il pregio di ricordarci che il cinema è anche un luogo di aggregazione e condivisione.

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Al centro di Be Kind Rewind troviamo Mike, il commesso di una videoteca a cui l’anziano capo affida temporaneamente la gestione del negozio. Mike ha un amico a dir poco stravagante di nome Jerry che, dopo essere stato investito da una potente scarica elettrica, smagnetizza tutte le VHS della videoteca. Ai due bizzarri compagni di sventure non rimane altro da fare che rigirare in maniera amatoriale i film perduti per soddisfare le richieste della clientela.

Inaspettatamente, le loro versioni riscuotono un enorme successo fra i fruitori della videoteca e attirano sempre più clienti. Mike, Jerry e la loro amica Alma realizzano quindi centinaia di film coinvolgendo pian piano tutti i residenti del quartiere e creando così un forte clima di collaborazione e coesione.

La pellicola, seppur in modo paradossale, racconta di come il cinema possa diventare un collante. Il quartiere in cui si trova la videoteca è una zona abbastanza degradata che vive del ricordo sbiadito di un musicista che si dice sia nato proprio dove sorge il negozio. Girare i film e lavorare insieme, per poi ritrovarsi per la proiezione finale, diventa perciò un modo per creare un senso di unione.

Per i personaggi del film il cinema assume quindi un ruolo importantissimo non solo dal punto di vista dell’intrattenimento, ma anche a livello sociale. La commedia di Gondry, nel suo essere grottesca, riesce a ricordarci che una sala cinematografica non è solo un luogo di svago, ma anche un posto dove riunirsi e passare del tempo insieme costruendo una comunità.

2. Ed Wood

Qui non ci troviamo di fronte a una semplice passione. Qui ci troviamo di fronte alla storia vera di un uomo che considerava la carriera cinematografica come suo unico obiettivo nella vita.

È il 1952, Edward Wood è un giovane cineasta che sogna di sfondare a Hollywood. Dopo aver ricevuto vari no incontra Bela Lugosi, attore sul viale del tramonto che negli anni ’30 era divenuto celebre per aver interpretato il personaggio di Dracula. I due diventano amici, e l’aspirante regista cerca di sfruttare questa conoscenza per attrarre finanziamenti per i suoi progetti. Ma se a Edward non mancano di certo perseveranza e ostinazione, purtroppo non si può dire la stessa cosa di capacità ed esperienza. Fra insufficienza di soldi e di talento e divergenze con gli attori e i produttori, i risultati non sono dei migliori e fanno guadagnare all’uomo l’appellativo di peggior regista di tutti i tempi.

Ed Wood è l’omaggio sincero che Tim Burton ha voluto tributare a un regista che è stato per anni maltrattato dalla critica, ma che in seguito è divenuto un mito per gli amanti dei B-movie.

Nel film far parte del mondo del cinema è l’obiettivo principale del protagonista, è quasi un’ossessione da cui dipende tutta la sua vita. Arrivare a Hollywood ed entrare nell’Olimpo degli dei assieme al suo mito Orson Welles è ciò che spinge il giovane cineasta ad andare avanti. La realtà non è però sempre come la si immagina, e Burton non manca di ricordare che l’industria cinematografica segue le logiche del profitto e che questo mondo, all’apparenza dorato, a volte può mostrare il suo lato peggiore.

3. The Dreamers

Bernardo Bertolucci ci racconta la storia di tre ragazzi che vivono in una realtà alternativa in cui il cinema e (e non solo) fa perdere loro il contatto con il mondo reale.

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Siamo a Parigi nel 1968. Matthew è uno studente americano giunto nella capitale francese per imparare la lingua. Non avendo nessun amico in città, la sua unica distrazione è quella di andare al cinema e immergersi completamente nei suoi film preferiti. Un giorno il ragazzo fa la conoscenza di Thèo e Isabelle, due gemelli con cui instaura da subito un solido legame di amicizia basato sull’amore per le pellicole d’autore. I fratelli invitano il loro nuovo compagno a soggiornare da loro, dando così vita a una morbosa relazione in cui i tre giovani si dissociano dagli eventi epocali che stanno investendo Parigi per costruirsi un universo fatto di citazioni di film e sesso.

Per i protagonisti di The Dreamers il cinema è tutto. I gemelli Thèo e Isabelle, da sempre ossessivamente chiusi nel loro rapporto a due, si aprono al loro nuovo amico solo perché anche lui è un estimatore della settima arte. Si ha quasi l’impressione che la cultura cinematografica diventi una sorta di chiave d’accesso che conduce a un rifugio segreto costruito per pochi eletti.

La vita scorre al di fuori della loro campana di vetro senza che i tre se ne rendano conto. Le contestazioni giovanili scuotono la capitale francese, ma Thèo, Isabelle e Matthew preferiscono rimanere barricati nel loro ménage à trois, in cui le citazioni cinematografiche si alternano a rapporti al limite dell’incestuoso, voyeurismo e sfide perverse. Nonostante per i più sensibili alcune scene possano essere considerate inutilmente eccessive, The Dreamers ha l’indiscutibile pregio di essere costellato di riferimenti a capolavori del cinema e opere d’arte, diventando così un omaggio ai grandi classici.

4. La Rosa Purpurea del Cairo

Torniamo a un’atmosfera ben più distesa per parlare di una commedia deliziosa scritta e diretta da Woody Allen.

La Rosa Purpurea del Cairo è ambientato durante gli anni della grande depressione e ha per protagonista Cecilia, una dolce cameriera con la testa eternamente tra le nuvole. Nella sua vita non ci sono grandi soddisfazioni, e le sue giornate scorrono fra un lavoro poco soddisfacente e un matrimonio infelice. L’unica valvola di sfogo di Cecilia è il cinema. La donna ama immergersi anima e corpo nelle storie che vede sul grande schermo e non si lascia sfuggire nemmeno una proiezione nel cinema locale.

Stregata dal film La Rosa Purpurea del Cairo, lo guarda decine di volte finché una sera non accade l’inspiegabile. Uno dei protagonisti esce fisicamente dallo schermo e scappa dalla sala con Cecilia. I due trascorrono diverse ore insieme e finiscono con l’innamorarsi, ma alle loro calcagna ci sono i produttori della pellicola che vogliono far tornare il fuggitivo al suo posto. Sulle loro tracce si mette anche l’attore che interpreta il personaggio, preoccupato che la vicenda possa nuocere alla sua immagine. Il sogno a occhi aperti di Cecilia è in pericolo, e la donna si ritrova costretta a prendere importanti decisioni.

Con La Rosa Purpurea del Cairo, Woody Allen ci narra una storia che, per quanto assurda, riesce a farci identificare pienamente con la sua protagonista. Tutti noi ci siamo sentiti almeno una volta nella vita come Cecilia. A tutti noi è capitato di rifugiarci in un film per provare a perdere per un momento il contatto con la realtà.

L’eroina al centro de La Rosa Purpurea del Cairo ci intenerisce per la sua candida ingenuità che si contrappone drasticamente al cinico sistema hollywoodiano incarnato dai produttori del film. Ma Cecilia, nonostante le sue disavventure, non si perde d’animo. Perché sa che ci sarà sempre un altro film che la condurrà nuovamente lontano, ad anni luce di distanza dalla sua vita insoddisfacente.

5. Hugo Cabret

A uno dei primi registi della storia, padre del cinema fantastico, è dedicato Hugo Cabret di Martin Scorsese. Lui è George Méliès, l’uomo che per primo ci ha portati sulla luna.

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Negli anni ’30 del secolo scorso, per le strade Parigi vagano moltissimi orfanelli senza una fissa dimora. Fra di loro c’è anche Hugo Cabret, uno scaltro ragazzino che vive nascosto nella stazione di Montparnasse. Il giovane è un esperto riparatore di congegni di ogni tipo e vorrebbe un giorno riuscire a far funzionare anche un automa a cui è molto affezionato, unico pezzo salvato dall’incendio di un museo in cui il suo stesso padre ha perso la vita.

Un giorno Hugo conosce Isabelle, un’altra giovanissima orfana adottata dal proprietario di un chiosco di giocattoli. I due condividono la passione per il cinema, ma sono anche svegli e curiosi. Dopo alcune indagini i ragazzi scoprono infatti non solo che il giocattolaio è il costruttore dell’automa di Hugo, ma anche che anni prima è stato un famoso regista, creatore di centinaia di pellicole.

Quando fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 le proiezioni dei primi cortometraggi lasciavano a bocca aperta il pubblico, George Méliès già elaborava modi per stupire ulteriormente gli spettatori. Il regista è stato infatti un pioniere della sperimentazione cinematografica, e con piccoli ma geniali trucchi e tanta fantasia ha dato vita ai primi effetti speciali.

Con il passare degli anni anche le sue pellicole sono però diventate obsolete, e l’arrivo della Grand Guerra ha spinto Méliès ad appendere definitivamente la cinepresa al chiodo. Ciò che ci rimane oggi è però il ricordo di un innovatore, un talento senza pari che ha dato un contributo fondamentale alla storia del cinema. Martin Scorsese ha voluto ricordare la sua storia incrociandola con quella di un ragazzino dalla vita difficile, che proprio grazie alle sue pellicole riesce a ritrovare uno spunto per sognare. Non c’è nessun sentimentalismo patetico nella descrizione dell’ascesa e della caduta di un mito. Solo un giusto tributo a colui che da più di un secolo continua a essere una fonte di ispirazione e un importate punto di riferimento dell’arte cinematografica.

6. Effetto Notte

Per conoscere a fondo il mondo del cinema non c’è niente di meglio che guardarlo dal suo interno. Con Effetto Notte, François Truffaut ci permette di farlo. Pronti per un giro sul set del film Vi presento Pamela?

Ferrand è un regista attento e meticoloso. Si trova a Nizza per dirigere Vi presento Pamela, un dramma incentrato su una donna che molla il neo marito per scappare con il suocero. Il tempo stringe, ma gli imprevisti sono all’ordine del giorno e a Ferrand tocca risolverli tutti con pazienza e dedizione. Ad aiutarlo ci sono i membri della troupe. Fra loro spiccano l’assistente Joëll, sempre attenta ed efficiente; Edile, truccatrice alquanto stralunata; e Bernard, attrezzista un po’ imbranato.

Il cast del film è invece composto da Julie, attrice inglese appena riemersa da una crisi di nervi; Alphones, attore tanto giovane quanto immaturo; Sèverine, madre disperata che cerca di affogare nell’alcol i suoi problemi; e Alexandre, vecchia icona del cinema. In un modo o nell’altro ognuno di loro causa a Ferrand dei grattacapi. Il regista è però pronto a tutto per portare avanti la sua missione.

Effetto Notte è un film nel film diretto da un François Truffaut, che per l’occasione veste i suoi panni naturali di regista. È infatti lui a interpretare il ruolo di Ferrand e a mostrarci quanto tenere in mando le redini di un progetto cinematografico sia difficile. Ma il Ferrand di Truffaut ci lascia anche un altro prezioso insegnamento: per fare cinema bisogna prima di tutto amarlo.

Ci vuole amore per essere disposti a lavorare persino di notte, per soddisfare anche le più bizzarre esigenze del cast, per trovare escamotage in ogni situazione e per mettere la buona riuscita del film al di sopra di tutto, anche a costo di sacrificare se stessi. Ci spiega meglio questo concetto l’assistente Joëll, che dopo aver saputo che la sua collega Liliane è scappata con una controfigura afferma decisa: «Io per un film potrei piantare un uomo, ma per un uomo non pianterei mai un film». E guardando Effetto Notte non possiamo che concordare con lei.

7. Nuovo Cinema Paradiso

Questa breve carrellata sui film e sui personaggi che ci hanno fatto innamorare del cinema non può che concludersi con un capolavoro tutto nostrano scritto e diretto da Giuseppe Tornatore. Benvenuti nel Nuovo Cinema Paradiso!

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Salvatore è un regista affermato che da anni vive a Roma. Un giorno riceve dal paesino in cui è nato e cresciuto la notizia della morte del suo vecchio amico Alfredo. Sconvolto, l’uomo inizia a ricordare la sua infanzia e ci riporta nella Sicilia del dopo guerra, quando il cinema era l’unica fonte di intrattenimento di una popolazione ancora provata dal conflitto. Salvatore, all’epoca soprannominato Totò, era un bambino affascinato dal grande schermo che passava molte ore in compagnia di Alfredo, proiezionista del cinema del paese.

Totò crebbe imparando i trucchi del mestiere e instaurando una tenera amicizia col burbero proiezionista. Una volta diventato grande, il ragazzo fu convinto da Alfredo a lasciare la terra natia per cercare fortuna altrove. E così Totò fece, trasferendosi nella capitale e sfondando come regista. Di nuovo al presente, Salvatore decide di rendere omaggio al suo vecchio amico tornando in Sicilia per il funerale. Qui però scopre che il luogo in cui ha trascorso gli anni migliori della sua vita, il Nuovo Cinema Paradiso, sta per essere demolito. Non tutto però è perduto, perché prima di morire Alfredo ha lascito a Salvatore un ultimo prezioso regalo per ricordare il passato.

Se c’è un film in grado di esprimere l’amore per la settima arte, quello è senza dubbio Nuovo Cinema Paradiso. I personaggi che popolano la platea della sala ci offrono lo spaccato autentico di un’Italia che pian piano cerca di riprendersi dalla guerra, e che ritrova nel cinema una vera e propria finestra sul mondo. Ma non è tutto. Nonostante la pellicola di Tornatore sia in procinto di spegnere le trenta candeline, ci mette davanti a un triste dato di fatto che riguarda anche i giorni d’oggi: la scomparsa dei piccoli cinema di quartiere.

Il Nuovo Cinema Paradiso (letteralmente sorto sulle ceneri del Cinema Paradiso) viene abbattuto perché ormai caduto in disuso. Questo rispecchia esattamente la realtà odierna, dato che negli ultimi anni le piccole sale hanno definitivamente abbassato la saracinesca perché incapaci di affrontare la concorrenza dei multisala. I responsabili di questo processo siamo proprio noi, gli appassionati cinema. Noi che ci dichiariamo innamorati della straordinaria magia che prende vita sul grande schermo, ma che preferiamo godere delle comodità di un asettico multisala piuttosto che accontentarci di una piccola saletta. E mentre assistiamo alla chiusura dell’ultimo cinema di quartiere della nostra città, ci sentiamo come Salvatore nel momento in cui guarda venire giù il Nuovo Cinema Paradiso, ed è consapevole che un pezzettino del suo cuore è per sempre andato in frantumi. Ciò che può fare è ricordare con tenerezza il passato godendosi l’ultimo regalo del suo amico Alfredo. E ciò che possiamo fare noi è sederci accanto a lui e godere noi stessi dello straordinario regalo.

Leggi anche: The French Dispatch – Un menabò di storie (del Cinema)

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