Nuovi Sguardi: Nicholas Olivieri, Best Friend e la Paura di essere Soli (Con Intervista e Cortometraggio)

Francesco Malgeri

Marzo 14, 2019

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Articolo ed intervista di Daniela Fiallo

Parte da Savona per arrivare sulle stelle, e più precisamente, quelle del Sunset Soulevard di Los Angeles.

Nicholas Olivieri, classe 1994, pubblica il suo primo corto di animazione “Best Friend” a Novembre 2018 e il Febbraio seguente vince il premio di “Best Student Film” agli Annie Awards.

Vive a Parigi da qualche anno ormai, dove ha frequentato la GOBELINS – école de l’image. Lo contatto qualche giorno prima che il sogno diventi realtà, subito dopo aver letto dell’importante candidatura. Siamo figli della stessa terra, o meglio, dello stesso mare, abbiamo frequentato le stesse scuole, e come la lista dei candidati viene resa pubblica, la notizia in zona si sparge a macchia d’olio. Decido di cogliere la palla al balzo.

Quando mi metto in contatto con lui, sta partendo per la California: manca pochissimo alla cerimonia. Accetta comunque di rispondere a qualche nostra domanda una volta rientrato a Parigi.

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Ci parli della tua formazione accademica?

Nel 2008 ho frequentato il liceo artistico Arturo Martini di Savona, successivamente sono andato a studiare computer grafica a Treviso in una scuola chiamata Bigrock dove ho incominciato ad appassionarmi al mondo dell’intrattenimento. L’idea di andare a studiare animazione alla Gobelins di Parigi è venuta dopo che un amico me ne aveva parlato come la migliore scuola al mondo nell’ambito dell’animazione.

Che cosa ti ha fatto avvicinare al mondo dell’animazione?

Sin da bambino sono sempre stato un appassionato del disegno, di videogiochi e cartoni animati, diciamo che ho sempre avuto le idee ben chiare, per mia fortuna.

Ci sono personaggi che puoi indicare come tuoi modelli? A chi ti ispiri nel mondo lavorativo?

Ci sono state molte persone che mi hanno ispirato negli anni, ma al momento non ne saprei identificare una di preciso. In questi ultimi tempi mi piacciono molto gli stili grafici di Chris Sasaki e Willie Real ( due tra i miei character designer preferiti ).

Le persone che mi circondano ogni giorno penso siano la mia più grande fonte d’ispirazione.

Parliamo di Best Friend: sappiamo che la realizzazione di progetti come questo richiedono molto lavoro e abbiamo notato che non sei il solo accreditato nei titoli di coda; ci parli del team di cui hai fatto parte?

I miei compagni di gruppo sono stati: Juliana de Lucca, Varun Nair, Shen Yi e David Feliu. Il nostro team è molto speciale, ognuno di noi viene da un paese diverso nel mondo: Brasile, India, Cina, Spagna ed Italia. Juliana e Shen Yi sono stati i principali animatori, mentre Varun ed io ci siamo occupati del reparto grafico dalla realizzazione dei personaggi agli sfondi. Tutti insieme abbiamo pensato al concept e alla storia.

Best Friend

Se dovessi fare una sinossi di Best Friend cosa scriveresti?

Best Friend è un cortometraggio d’animazione ambientato in un futuro prossimo. Parla di temi come la solitudine, la tecnologia, la dipendenza e come queste tre cose siano collegate l’una con l’altra. Il film ritrae la relazione che abbiamo oggigiorno con tecnologie come gli Smart phone e i social media e quanto ne siamo dipendenti.

Quella tratta è sicuramente una tematica attuale e allo stesso tempo molto delicata: la cultura popolare contemporanea guarda moltissimo alla distopia con cui forse, Best Friend condivide una filosofia di fondo.

La filosofia di fondo può essere simile, ma dopo aver discusso a fondo con i miei compagni di gruppo, abbiamo deciso di non mostrare un futuro distopico come può sembrare ad un primo approccio; al contrario, ci siamo voluti concentrare sulla storia di Arthur, personaggio estremo. Se si osserva bene, si possono vedere persone normali che interagiscono l’una con l’altra e che utilizzano il dispositivo “Best Friend” come se fosse un cellulare di tecnologia più avanzata.

Parlando dell’aspetto grafico, a che cosa vi siete ispirati? A primo impatto, personalmente mi ha ricordato molto Die Brücke; perfettamente in linea con le tematiche.

È un grandissimo onore essere paragonati allo stile di Die Brücke! In realtà le maggiori fonti d’ispirazione per lo stile grafico sono stati i film del maestro Satoshi Kon come “Perfect Blue” o “Paprika”, Buster Keaton per il character design di Arthur, mentre per gli sfondi ci siamo ispirati a la serie animata di Batman degli anni ‘90 e ai lavori del famoso designer italiano Joe Colombo con il suo gusto vintage e fantascientifico allo stesso tempo.

Best Friend

Quanto lavoro ha richiesto la realizzazione di questo piccolo capolavoro?

Per realizzare 5 minuti di animazione abbiamo speso 9 mesi di duro lavoro e notti in bianco!

Le aspettative che avevate prima della pubblicazione si sono rivelate realtà? Vi aspettavate tutto questo feedback da parte di un pubblico così ampio?

Sin dall’inizio ci abbiamo sempre creduto al 100% ma non si può essere certi del successo fino al momento della pubblicazione. Diciamo che alla fine siamo rimasti stupiti e molto soddisfatti per il grande successo raggiunto.

Come siete arrivati ad una candidatura agli Annie Awards?

Dopo la pubblicazione del film ci siamo affiancati ad un distributor che ha avuto l’incarico di mandare il cortometraggio in giro per i festival. La nomination agli Annie Awards è stata un fulmine a ciel sereno, nessuno di noi se la sarebbe mai aspettata.

Cosa stai facendo ora?

Al momento sto lavorando come principale character designer in uno studio qui a Parigi, però in futuro mi piacerebbe dirigere un altro progetto d’animazione.

Quali sono le tue ambizioni per il futuro? Dove ti piacerebbe arrivare?

Non ho un piano ben preciso per il mio futuro, l’unica cosa che so al momento è che fare film e disegnare mi rende felice e appagato di tutti i sacrifici che faccio e che i miei genitori hanno fatto fino ad oggi.

Leggi anche: Nuovi Sguardi: Monday di Carmelo Trifoglio

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