Frida – L’incarnazione della voglia di vivere in un Messico pre-colombiano

Giulia Montanari

Marzo 3, 2020

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“La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle”.

Era il 1939 e la pittrice messicana Frida Kahlo scriveva così all’ex marito Diego Rivera. Un amore sempre in bilico il loro, a metà strada tra il fisico e l’etereo, tra l’artistico e il sentimentale. Un rapporto fatto di cooperazione e assistenza ma al tempo stesso di vendette, tradimenti e confronti dettati dalla competizione reciproca.

Ma chi era veramente Frida Kahlo?

 Frida Kahlo: Una storia singolare

Ricostruire la personalità dell’artista messicana, a differenza di molti altri personaggi di spicco su cui ancora oggi ci interroghiamo, risulta accessibile a chiunque grazie alla ricca e dettagliata corrispondenza da questa intrapresa. Le lettere conservate sono intrise di pensieri, di immagini della sua infanzia e della tradizione messicana. Le parole scelte sono accurate. Queste sono così cariche di significato e di emozioni (molte delle quali, come vedremo, negative) che persino leggendone un paio è possibile farsi un’idea dell’artista e provare una forte empatia per lei.

In un Messico lontano tra cactus, papaie e scimmie

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce a Coyoacàn, una delegazione di Citta del Messico. È il 6 luglio 1907. Il padre è Guillermo Kahlo Kaufmann, fotografo tedesco naturalizzato messicano. La madre è Matilde Calderòn y Gonzàlez. Il film biografico sulla pittrice messicana, Frida (2002) di Julie Taymor, riconduce l’infermità fisica della ragazza all’incidente dell’autobus subìto all’età di diciotto anni senza soffermarsi troppo sulla poliomielite (in realtà si trattava di spina bifida) diagnosticatole già da parecchi anni. L’incidente in autobus tuttavia non farà altro che accentuare irreversibilmente, per la sua vita personale quanto artistica, una situazione già particolarmente sofferta e delicata.

Frida Kahlo

Frida vestita da uomo insieme alle sorelle Adriana e Christina e i cugini Carmen e Carlos Verasa, 1926.

 Frida Kahlo: L’incidente in autobus

Di ritorno da scuola, l’autobus che trasportava la giovane Frida si scontrò rovinosamente con un tram. Il film racconta che il corrimano del mezzo le perforò l’anca finendo per trafiggerle la vagina. Tutto questo si tradusse in una serie infinita di operazioni che ne indebolirono ulteriormente il corpo martoriato, in una collezione di bustini e corsetti e mesi trascorsi immobilizzata a letto o sulla sedia a rotelle. Ed è proprio in questo momento che nasce in lei la passione per la pittura. Il padre, intenerito dalla condizione della figlia, le fece montare uno specchio sul soffitto del letto a baldacchino e le regalò un cavalletto e dei colori.

Non è un caso che dei duecento quadri che ci sono rimasti, ben cinquantacinque sono autoritratti. La componente autobiografica e descrittiva sarà da ora in avanti elemento preponderante. «Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio» affermò.

Frida Kahlo

«A cosa servono i piedi se ho le ali per volare». Frida a letto che dipinge, 1950.

La relazione tra Frida Kahlo e Diego Rivera

Tuttavia c’è una frase che Salma Hayek, nei panni dell’artista messicana, pronuncia a brucia pelo al marito Diego: «Ci sono stati due brutti incidenti nella mia vita, Diego. Quell’autobus e tu. Tu sei di gran lunga il peggiore». Queste parole, precise e laceranti come lo scoccare rapido di una freccia, vennero effettivamente scritte da Frida in una delle sue lettere. Ma cosa portò la scrittrice a consumare un amore così letale da considerarlo addirittura più nocivo dell’incidente sull’autobus?

Frida e Diego si videro per la prima volta sotto i portici della Scuola Nazionale Preparatoria nel 1922. Lui, uno dei più grandi muralisti del Messico rivoluzionario e fervente attivista del Partito Comunista Messicano. Lei, giovanissima studentessa alle prime prese con una pittura elementare ricca di evocazioni naïves e richiami al reale. Fu Diego il primo a valutarne l’alto potenziale artistico. Egli la introdusse nei circoli artistico-letterari dell’epoca. Da uno splendido connubio di idee e scambi reciproci, tra i due nacque un amore tanto intenso e potente che già dopo pochi mesi di fidanzamento li condusse a sposarsi (per Diego era già il terzo matrimonio).

Frida era stata avvertita della fama da seduttore del marito, ma nonostante questo la ragazza decise di non prestarci caso e di sperare che l’amore che ella nutriva per l’artista potesse in un qualche modo cambiarlo.

Questo non avvenne mai.

Salma Hayek e Alfred Molina nelle vesti di Frida Kahlo e Diego Rivera.

Un aspetto che incuriosisce sulla vita della pittrice messicana è il rapporto, in continua evoluzione, instaurato con Diego Rivera. La loro relazione muta di continuo ma, come guardando il film si ha modo di notare, questo evolversi non è mai legato ai comportamenti dell’uomo. Egli infatti, ancor prima di sposare Frida era noto per le sue avventure occasionali alle spalle delle moglie. Ciò che cambia durante gli anni, e che dunque fa mutare di conseguenza il rapporto tra i due, è la visione che ne ha Frida.

Dalla speranza che l’amore sincero e la totale dedizione nutrita nei confronti del marito possano in qualche modo cambiarne la natura, man mano si rende conto che questo non è possibile. Diego è fatto così, nel bene e nel male. Lei non può cambiarlo, può solo accettarlo per quel che è, o lasciarlo andare. E allora la domanda che si sarà sicuramente posta, e che tutti noi ci facciamo seguendo la sua storia può essere solo una.

 Frida Kahlo, fino a che punto è possibile amare qualcuno?

Cosa fare quando l’unica persona che realmente amiamo, l’unica in grado di renderci felici, non è come vorremmo che fosse e questa discrepanza non fa altro che farci soffrire? Lasciarla andare, pur consapevoli che non ameremo mai nessuno altrettanto, o tenerla stretta nonostante il dolore che questa decisione arreca?

Frida Kahlo

Frida Kahlo e Diego Rivera.

La scelta di Frida, certamente per alcuni non condivisibile quanto discutibile per altri, è senz’altro una scelta coraggiosa. Dopo l’ennesimo tradimento, tra l’altro con la sorella Cristina, e un lungo periodo di lontananza a seguito del divorzio, capì che la sua vita senza Diego era smunta e insipida, era insulsa e grigia come la pittura senza il colore.

Le loro vite e le loro storie si intrecciano in mille modi diversi. A volte perdendosi, aggrovigliandosi e intricandosi in garbugli incomprensibili, ma senza mai realmente slacciarsi, senza scollarsi l’uno dall’altro. Fu davvero amore? Certamente presero strade diverse, ebbero numerose relazioni extraconiugali (Frida, in risposta ai tradimenti del marito, ebbe molti amanti, uomini e donne, tra cui personalità illustri come il poeta André Breton, la fotografa italiana Tina Modotti, e addirittura il militante sovietico Lev Trockij).

I due divorziarono, si risposarono senza mai riuscire a mettere in piedi una famiglia (a causa dei tre aborti dovuti al fisico troppo cagionevole di Frida).

Tuttavia, dove è scritto quale sia il percorso giusto per due anime tanto libere e poliedriche come le loro?

Questo legame li avvolse fino alla fine, quando la pittrice messicane si spense a quarantasette anni il 13 luglio 1954 nella Casa Azùl, la casa in cui era nata e cresciuta con tutta la sua famiglia, oggi sede del Museo dedicatole.

“Il sogno”, 1940.

Nel suo diario, qualche giorno prima di morire, scrisse una frase rimasta famosa per la risonanza mediatica riscossa: «Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più».

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