La vera storia di Lili Elbe, la transgender che ha ispirato The Danish Girl

Valentina Palermo

Marzo 10, 2020

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Una pioniera, un esempio di audacia e determinazione, una donna che non ebbe paura di sfidare le convenzioni sociali e la mentalità retrograda della sua epoca. Tutto questo e molto di più è stata Lili Elbe, artista danese vissuta a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo. Il suo merito? Essere stata la prima transgender della storia ad aver avuto il coraggio di rivelare la sua vera natura e di sottoporsi all’operazione di riassegnazione sessuale. Altrettanto meritevole di lodi è Gerda Gottileb, moglie di Lili prima dell’intervento, che fu accanto alla donna nel suo difficile percorso.

Le vicende vissute da Lili e Gerda sono state raccontate nel libro The Danish Girl di David Ebershoff. Il romanzo ha poi ispirato una pellicola omonima diretta da Tom Hooper con protagonisti Eddie Redmayne e Alicia Vikander. Se non avete avuto modo di conoscere queste due incredibili figure attraverso il libro o il film, o se cercate un approfondimento maggiore su di loro, ecco la vera storia di Lili Elbe e Gerda Gottileb.

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Lili Elbe

La nascita e il matrimonio con Gerda

Lili Elbe nacque uomo con il nome di Einar Wegener a Vejle in Danimarca nel 1882. Si dice che Einar fosse intersessuale e che fosse dotato di ovaie, ma ad oggi non ci sono conferme riguardo questo versione.

Ciò di cui Einar era sicuramente dotato era di un grande talento per la pittura, perciò frequentò l’Accademia Reale Danese di Belle Arti a Copenaghen. Fu fra le mura dell’istituto che conobbe e si innamorò della collega Gerda Gottileb. Ancora giovanissimi (22 anni lui e 19 lei) i due ragazzi decisero di sposarsi.

Per diversi anni, Einar e Gerda vissero della loro arte riscuotendo un discreto successo in tutto il Paese. Wegener era specializzato in paesaggi, mentre sua moglie si occupava di libri illustrati e riviste di moda, non disdegnando la realizzazione di vignette a tema erotico.

Poi un giorno le cose nella loro vita iniziarono a cambiare. Gerda doveva dipingere un ritratto femminile ma la sua modella, un’attrice amica della coppia, non si presentò all’appuntamento all’ora stabilita. La donna decise quindi di chiedere a suo marito di posare indossando abiti femminili, essendo lui dotato di un fisico longilineo e di lineamenti poco marcati. Einar accettò e, una volta vestito da donna, si sentì sorprendentemente a suo agio. Dopo quella esperienza posò molte altre volte per sua moglie e cominciò a presenziare a eventi mondani e ricevimenti in abiti femminili col nome di Lili.

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La presa di coscienza

Col tempo la personalità di Lili prese il sopravvento, così Einar dovette ammettere a se stesso di essere in realtà una donna imprigionata in un corpo maschile. Gerda scoprì il segreto del marito ma non gridò allo scandalo. La pittrice, con una mentalità straordinariamente progressista per l’epoca, ebbe comprensione per Einar e lo appoggiò nelle sue scelte.

I due si trasferirono a Parigi dove l’uomo poteva dare liberamente sfogo alla sua vera natura vestendo da donna e presentandosi a tutti come Lili. Nel frattempo continuava a posare per la moglie i cui quadri andavano a ruba.

Eddie Redmayne lili elbe

Lili Elbe: film vs realtà

L’operazione di Lili Elbe

Dopo diversi anni trascorsi nei doppi panni di uomo e di donna, Einar/Lili non riusciva più a sopportare la sua condizione. Consultò diversi medici e tutti erano concordi nel diagnosticargli una malattia mentale. Si sottopose quindi a diverse cure e trattamenti umilianti che non servirono però a nulla perché nessuno riusciva a comprendere che Einar non era malato. Il suo problema consisteva nell’essere nato con gli organi sessuali sbagliati.

Nel 1930 la svolta. I coniugi Wegener scoprirono che in Germania esisteva una clinica in cui si effettuavano studi sulla sessualità. A dirigerla c’era Magnus Hirschfeld, dottore sostenitore dell’esistenza di un terzo sesso. Il medico mise al corrente Einar della possibilità di sottoporsi a delle operazioni per il cambio di sesso e l’uomo, vedendo davanti a sé l’unica, seppur pericolosa, possibilità per uscire da quel limbo, accettò.

Nel giro di due anni Einar andò sotto i ferri ben quattro volte. La cosa ovviamente non passò inosservata e  tutti i giornali tedeschi e danesi la riportarono. Il suo matrimonio venne annullato e Einar Wegener poté diventare Lili anche per la legge.

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La morte di Lili Elbe

Lili si era ormai liberata di quegli organi maschili che non sentiva suoi. Aveva legalmente cambiato il nome in Lili Ilse Elvenes (anche se si faceva chiamare da tutti Lili Elbe) e poteva vivere a pieno la sua nuova sessualità. 

Nel 1931 iniziò una relazione con il mercante d’arte Claude Lejeune, ma sentiva che le mancava ancora qualcosa. Nonostante le fobie che iniziarono a manifestarsi nel periodo post operatorio, decise di voler mettere ancora una volta alla prova il suo corpo per diventare madre. Fu allora che Lili si sottopose a un altro rischiosissimo intervento, vale a dire il trapianto di utero e la ricostruzione della vagina.

La donna fu operata ma le cose non andarono come sperava. Il suo sistema immunitario rigettò il trapianto e a nulla servì l’ulteriore operazione a cui venne sottoposta. Lili Elbe morì il 13 settembre del 1931 a causa di un arresto cardiaco.

Fu così che si spense la vita di una figura molto importante per il mondo transgender. Una figura che ispirò in seguito molte altre persone nella sua stessa condizione. In tutta questa storia ciò che più ci stupisce è l’approccio di chi, nonostante l’epoca, le fu accanto e la supportò. Prima su tutti la moglie Gerda Gottileb sostenne Einar nel suo doloroso percorso offrendo aiuto e sostegno. Gerda è stata davvero una donna eccezionale. Un esempio di maturità, comprensione e apertura di pensiero che ancora oggi, a distanza di quasi un secolo, raramente si incontra.

 

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