The Pale Blue Eye – Un suggestivo thriller gotico

Emma Senofieni

Gennaio 23, 2023

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Distribuito da Netflix il 6 gennaio, The Pale Blue Eye è l’ultima opera del regista Scott Cooper. Tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore Louis Bayard, il film mescola realtà e finzione. Nonostante infatti l’intreccio sia frutto della fantasia di Bayard, personaggio centrale della vicenda è un giovane Edgar Allan Poe, celeberrimo scrittore e poeta di inizio ‘800. Il titolo stesso tra l’altro è una diretta citazione a Il cuore rivelatore, uno dei suoi racconti più famosi.

L’incipit di The Pale Blue Eye non è particolarmente originale, ma pur sempre intrigante, in particolare per gli amanti del genere mystery.

Il detective in pensione August Landor viene chiamato dall’Accademia militare di West Point per una macabra indagine

Nel 1930, l’Accademia militare di West Point chiede aiuto al detective in pensione August Landor (Christian Bale) per un’indagine molto delicata. Un cadetto di nome Leroy Fry è stato trovato impiccato; in seguito, dopo che il cadavere è stato spostato in obitorio, gli è stato asportato il cuore. Nel corso della sua inchiesta, Landor ha modo di fare la conoscenza del giovane e stravagante cadetto Edgar Allan Poe (Harry Melling), che si mostra da subito affascinato dal caso definendolo “opera di un poeta”.

I due iniziano così una vera e propria collaborazione, che li porterà all’ipotesi che dietro al delitto si nasconda un rituale di occultismo. Nel frattempo, Landor e Poe conoscono la famiglia Marquis. In particolare, il dottor Daniel Marquis (Toby Jones), medico dell’accademia, ha una figlia molto malata di nome Lea (Lucy Boynton), per cui Poe inizierà a provare un sentimento profondo. Mentre il killer continua a turbare la quiete di West Point, i due protagonisti arriveranno a scoprire verità inaspettate.

Seppur apparentemente possa sembrare un thriller dalla struttura classica, The Pale Blue Eye si distingue per la caratterizzazione dei due personaggi principali.

Poe si lega alla giovane Lea Marquis

Il detective August Landor possiede un background che lo rende un antieroe particolarmente affascinante. Sebbene i suoi metodi di indagine siano molto conosciuti, Landor è una persona schiva e solitaria. È vedovo, ma soprattutto soffre per la perdita della figlia che lui dichiara essere fuggita tempo prima. Quest’ultima ferita lo tormenta particolarmente, tanto che allo spettatore verrà presto il dubbio che, dietro questo avvenimento, si nasconda molto di più di quanto Landor affermi. Alla sua terza collaborazione con il regista Scott Cooper (dopo Out of the Furnace e Hostiles), Christian Bale regala un’interpretazione intensa. L’attore britannico si conferma, infatti, come uno dei migliori attori della sua generazione, capace di immedesimarsi con facilità in qualsiasi ruolo e dando sempre ai suoi personaggi una particolare profondità.

Ad affiancare il detective Landor, c’è il giovane Edgar Allan Poe. Sebbene parte della sua caratterizzazione sia romanzata, Poe fu davvero un cadetto dell’Accademia militare di West Point, da cui venne espulso per la sua indole ribelle poco tempo dopo la sua iscrizione. Il ragazzo viene dipinto come un poeta stravagante, affascinato dalla morte e dotato di grande intelligenza. Proprio per questo suo animo anticonformista, Edgar è spesso bersaglio di derisioni e umiliazioni da parte degli altri cadetti. Ad impersonare il giovane poeta, c’è un volto che a molti spettatori risulterà familiare. Si tratta dell’attore Harry Melling, celebre per aver interpretato il personaggio di Dudley Dursley nella saga di Harry Potter. Melling è molto convincente nella sua interpretazione del giovane poeta, scrollandosi di dosso – cosa difficile per molti giovani attori – il peso del ruolo che lo ha reso famoso per molti anni.

Il detective Landor e Edgar Allan Poe iniziano una collaborazione

Sebbene in apparenza il detective Landor e Edgar Allan Poe possano sembrare molto diversi, entrambi sono dei veri e propri outsider. E forse non è un caso che la storia sia ambientata proprio nel mondo delle accademie militari, in cui vigono regole rigidissime e ogni trasgressione è bandita.

Landor e Poe non condividono solo una capacità deduttiva fuori dal comune, ma il dolore per la perdita di una persona amata. Viene infatti citata la madre di Edgar, morta quando era solo un bambino. Ed è proprio il tema della morte – tanto caro allo scrittore da divenire quasi un’ossessione – ad essere una costante in The Pale Blue Eye. Morte che si concretizza in violenti e apparentemente inspiegabili omicidi, riti di occultismo, malattie incurabili e dolorosi lutti.

Le sanguinose vicende del film si consumano in vasti paesaggi innevati, portati sullo schermo dalla splendida fotografia di Masanobu Takayanagi. Da questo punto di vista, rimpiangiamo di non aver potuto godere della visione del film in sala. L’ambientazione è infatti in grado di far immergere lo spettatore in un’atmosfera cupa e fredda, tipica dei racconti gotici del diciannovesimo secolo.

The Pale Blue Eye non è un film perfetto, né incontrerà il gusto di tutti, soprattutto a causa del suo ritmo lento e del suo intreccio un po’ complicato. Le imperfezioni della storia vengono però compensate da un epilogo particolarmente inaspettato e toccante.

L’ambientazione rende l’atmosfera particolarmente fredda e cupa

The Pale Blue Eye è dunque un’opera molto suggestiva e ben interpretata, in grado di omaggiare degnamente uno dei più affascinanti e indecifrabili autori della storia della letteratura.

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