Nuovi Luoghi: Dieci Minuti Film Festival – Il Cinema che valorizza un Territorio
Dai primi esperimenti di Edison ai Lumière, fino ad arrivare ai giorni nostri, i cortometraggi hanno rappresentato forse la più alta forma cinematografica per esprimere un’arte fatta di idee, sogni meravigliosi e immagini di potente bellezza. E non è un caso, in questa visione, che l’ultimo ventennio abbia ridato gloria a questa possibilità, legata soprattutto ai giovani desiderosi di entrare in quel mondo meraviglioso che è il cinema.
Nasce così il Dieci Minuti Film Festival, una rassegna cinematografica ideata nel 2005 grazie all’Associazione IndieGesta e al presidente Alessandro Ciotoli, che da ormai quattordici edizioni dà lustro ai migliori cortometraggi del globo.
Partecipando a ogni singola edizione, si percepisce l’amore incondizionato per la settima arte attraverso la cura con cui la rassegna è organizzata. Non solo una competizione, ma possibilità concreta di crescita artistica, culturale e sociale. Il Dieci Minuti Film Festival è un laboratorio in continua evoluzione, un luogo dove si vive il cinema quotidianamente, un’accademia per i giovani filmmaker, attraverso la collaborazione di appassionati ed esperti del settore, che concede soprattutto la possibilità di dar lustro a quella macro regione che è la Ciociaria, una terra tanto meravigliosa quanto troppo spesso abbandonata a sé stessa, che torna a vivere e pulsare grazie alla salvifica manifestazione di appuntamenti come questi.
L’edizione XIV del DFF è stata caratterizzata dalla grande quantità di cortometraggi, 1.141 provenienti da settantatre nazioni sparse in tutti e cinque i continenti, dai quali sono state selezionate trenta opere, divise in tre categorie (quindici per la Selezione Ufficiale, dieci per la categoria Extralarge e cinque per nella sezione Doc10). Senza dimenticare la Futurama Competition, dedicata ai corti realizzati dagli allievi delle scuole secondarie o superiori del paese di Ceccano, e la Sezione Animazioni, composta da dieci opere.
A questo programma ampio e variegato, si aggiungono le Futurama Masterclass (serie di incontri con personalità di spicco dedicate ai giovani alunni delle scuole del territorio), lo Spazio Esplorazioni (che dà la possibilità di entrare a contattato con la realtà cinematografica di un paese estero, in questa edizione la Spagna). La Sezione Incontri (serie di interviste a personaggi protagonisti con le loro opere durante la rassegna o personalità legate alle tematiche analizzate), e infine lo spazio concesso ai registi locali, a cui viene donata la possibilità di proiettare le proprie opere durante i giorni del Festival.
I vincitori
A conquistare il premio più ambito della rassegna è stato Marco Huertas, che nel suo Ipdentical è riuscito a trasportare gli spettatori in un mondo distopico non così lontano come si immagina, fatto di omologazione artistica, sociale e intellettuale, riuscendo a compiere un’analisi allo stesso tempo critica e antroplogica. 2nd Class di Jimmy Olson e I Want to See for Myself di Fanyana Hlabangane sono in vincitori delle categorie Extralarge e Doc10, cosi diversi eppure indelebilmente vicini, con un messaggio di integrazione attualissimo ai nostri giorni, a conferma dell’importanza intrinseca della settima arte nella quotidianità.
Così come Inanimate di Lucia Bulgheroni, che si aggiudica il premio nel campo delle animazioni con una storia sulla fragilità dell’esistenza, sulle piccole paure e sulla ricerca del sentimento come cura. Da segnalare anche il premio alla miglior interpretazione femminile per un’intensa e struggente Ksenia Rappoport nel suo Farewell, my love!, e la menzione speciale della giuria a Fifteen – Quince di Peiman Zekvat, storia della potenza negativa dei social ai nostri giorni poeticamente narrata attraverso un piano sequenza magistrale.
A riflettori spenti, quando ormai lo schermo ha terminato le sue proiezioni e lo sguardo è rivolto alla prossima edizione, emerge ancora più forte l’importanza che il Dieci Minuti Film Festival ha conquistato negli anni: non solo una competizione per i migliori autori del futuro, e nemmeno l’esaltazione fine a sé stessa dell’arte cinematografica. Bensì uno spazio necessario per l’integrazione, per la sostenibilità (il festival aderisce a una campagna per evitare l’uso della plastica monouso che tanti disagi sta comportando al nostro pianeta), per il nascere di rapporti di collaborazione e umani, per la salvaguardia della cultura come spiraglio più grande per un avvenire migliore e ancora, la possibilità di riportare in auge un territorio cosi ricco di storie, tradizione e talenti. Manifestazione come questa ci fanno dire sì, c’è speranza per futuro migliore.