Hunter x Hunter e Naruto – La vendetta dei sopravvissuti

Luciano Cecere

Maggio 26, 2020

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Il tema della vendetta è una vera e propria costante negli shonen: nel corso dell’opera i sentimenti di vendetta mutano e rivelano il vero percorso narrativo dell’individuo emotivamente coinvolto. In Hunter x Hunter questo cliché è rappresentato da Kurapika, un personaggio che sin dall’inizio è caratterizzato da tratti anomali per la dimensione del suo ruolo.In Hunter x Hunter e Naruto i personaggi di Kurapika e Sasuke delineano la tragica essenza della vendetta.

 

Kurapika è l’unico sopravvissuto dell’antico clan dei Kuruta. Quando era ancora bambino, la sua intera comunità venne sterminata da un’organizzazione chiamata Brigata Fantasma, intenzionata a impadronirsi degli occhi dei Kuruta. Infatti il clan di Kurapika possiede occhi che, durante i momenti emotivamente travolgenti, diventano scarlatti e assumono un valore inestimabile.

Proprio per questo motivo decide di dedicare la sua intera esistenza alla vendetta, sia diventando un Hunter, sia cercando continuamente informazioni sugli assassini del suo clan.

Sin dall’inizio Kurapika viene presentato come un personaggio freddo e distaccato, perennemente immerso nel suo mondo e costantemente concentrato nella realizzazione dei suoi obiettivi. Nel corso della narrazione, però, riesce anche ad aprirsi e a manifestare il suo buon cuore, la sua gentilezza e il disprezzo per la violenza ingiustificata, arrivando così a stabilire importanti legami con Gon e gli altri.

Nonostante ciò, i suoi pensieri più profondi sono sempre rivolti alla sua missione e non riesce mai ad allontanarsi dalla sua sofferenza.

La sua calma irreale è solo l’involucro di una rabbia senza controllo, devoluta al perseguimento di uno scopo preciso, che lo porterà a migliorare ossessivamente ogni aspetto delle sue abilità. Questa contraddizione esistenziale è anche sottolineata dalla scelta emblematica del nome, poiché Kurapika deriva da “kurai” (oscurità), e da “pikaa” (un’onomatopea per “flash”).

La fase dell’apprendimento del Nen rappresenta la chiara manifestazione delle potenzialità oscure di Kurapika poiché, dopo il superamento dell’esame per diventare Hunter, il giovane Kuruta viene addestrato da un maestro per circa un mese e compie progressi straordinari.

Tuttavia non è ancora soddisfatto del suo potere ed è desideroso di superare i propri limiti.

Quando apprende che i suoi occhi scarlatti gli permettono di passare dal gruppo della Materializzazione a quello della Specializzazione, il maestro gli suggerisce, per rendere quasi invulnerabile la sua catena di Nen, di applicare su di sé dei vincoli e delle costrizioni: più sono severi, più la catena diventa potente.

Kurapika decide allora di sacrificare la sua vita, vincolando il suo stesso cuore e di ottenere finalmente ciò per cui si è allenato.

Non è un caso che decida di usare, come strumento di vendetta, la catena. Questa, infatti, rappresenta l’arma in grado di afferrare la preda, ma paradossalmente, anche di incatenare la sua anima al proprio dolore. Kurapika è consapevole delle sue condizioni, e per questo sceglie di annullare la propria umanità e di affrontare il destino per cui combatte da sempre.

Lo scontro con Uborgin, membro della Brigata Fantasma, concretizza le sue speranze perché porta finalmente sollievo alla tristezza del suo animo, che dopo quell’evento non sarà più lo stesso. Durante il combattimento gli occhi scarlatti manifestano la possibilità di usare ogni categoria Nen e permettono a Kurapika di infliggere a Uborgin la morte tanto sognata.

Considerando la vendetta come chiave di lettura, è possibile riflettere sul fatto che il percorso di Kurapika non porti ad una versione migliore di sé ma risucchi la sua essenza, la rimodelli a un unico scopo e la condanni senza possibilità di riscatto.

In Hunter x Hunter, l’archetipo della vendetta si presenta anche con altre varianti come nel caso del protagonista Gon, che cede all’oscurità per superare il dolore della perdita di Kaito, ma il percorso di Kurapika rappresenta l’emblema del logoramento di questa forma esistenziale.

La sua identità sembra essersi completamente smarrita tra l’ossessione del suo fine e la possibilità di non soffrire, non riuscendo più a percepire le bellezze della vita. Kurapika ignora l’importanza di costruire il presente perché si abbandona al triste epilogo del passato, senza la volontà di scegliere e di non combattere. Per Kurapika, l’ultimo dei Kuruta, la pace appare come una spirale di disperazione, dove la salvezza è un paradosso irraggiungibile e il dolore l’unica certezza a cui aggrapparsi.

Il tema della vendetta si può cogliere anche all’interno di un altro celebre anime: Naruto.

Nell’anime di Kishimoto lo stereotipo della vendetta è infatti incarnato dalla parabola esistenziale di un altro giovane sopravvissuto.

In Hunter x Hunter e Naruto i personaggi di Kurapika e Sasuke delineano la tragica essenza della vendetta.

Sasuke Uchiha è presentato, sin dagli esordi della narrazione, come un personaggio cupo, autoritario e fortemente determinato. Il suo percorso di crescita è alimentato dalla volontà di vendicare la morte della sua famiglia, del suo clan e di sconfiggere il fratello Itachi, causa di tutto.

Anche Sasuke, come Kurapika, è un’entità perennemente in conflitto con le proprie emozioni, che decide di abbracciare la solitudine, di allontanarsi dai propri legami e di cedere all’oscurità per ottenere il potere necessario.

Il suo epilogo esistenziale, tuttavia, si delinea in modo completamente diverso rispetto a quello del del suo omologo in Hunter x Hunter.

Dopo la morte di Itachi e la rivelazione delle motivazioni di quel massacro, il giovane Uchiha comprende finalmente ciò per cui deve combattere.

La sua rinascita non è più determinata dalla dolorosa volontà di vendicarsi, ma dalla possibilità di ritrovare la luce.

Sasuke, a differenza di Kurapika, trova la pace nella sua battaglia perché il suo fine non si concretizza in principio assoluto, ma si arresta e muta radicalmente. Dapprima la sua sete di vendetta non si placa ma cambia obiettivo: dal fratello maggiore, reo di aver sterminato il suo clan e la sua famiglia, le rivelazioni di Tobi fanno sì che la sua ira trasli e finisca per abbattersi sul villaggio della foglia e su Danzo, colpevoli di aver imposto al giovane Itachi una scelta tremenda e obbligata, nonché di aver prosperato mentre l’esistenza degli ultimi due Uchiha sopravvissuti si consumava nel dolore e nella solitudine.

Tuttavia, successivamente, il giovane Uchiha ritorna dai legami che aveva reciso, saluta per l’ultima volta il suo, odiato e poi amato, Itachi e abbraccia quella felicità che non aveva mai provato.

Attraverso il riscatto della realtà in Sasuke si materializza la speranza di quel sogno che Kurapika ancora rincorre e che, forse, mai realizzerà.

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