I ragazzi del Cinema America – Il diritto alla libera cultura

Francesco Malgeri

Giugno 9, 2020

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Il Cinema America non deve morire. Poiché chiunque viva col solo desiderio di condividere l’arte ha il dovere e il diritto di continuare a farlo, di proseguire nel diffondere quel pur infinitesimale strato di magia che appartiene, di fatto, a tutti.

Ed è camminando per le strade di Trastevere, galleggiando nell’atmosfera rarefatta di un’estiva serata romana, che si spalanca davanti agli occhi lo spettacolo di piazza San Cosimato: centinaia di persone di ogni età, di ogni religione, di ogni ceto sociale che assistono a quanto di più genuino e imprescindibile la cultura contemporanea possa offrire: la proiezione di un film.

Di questo si tratta: restituire la semplicità al popolo, condividere in uno spazio a tutti accessibile la passione per il cinema. Sotto la guida del giovane Valerio Carocci, i ragazzi del Cinema America hanno avvicinato al pubblico figure come Paolo Sorrentino – che solamente l’estate scorsa discorreva sul palco riguardo il ragù di sua madre – Matteo Garrone, Giuseppe Tornatore, Gabriele Salvatores, Mario Martone, oltre a eminenti figure estere come Mathieu Kassovitz, Paul Schrader e Jeremy Irons.

Perché ciò di clamorosamente importante nel lavoro del Cinema America è proprio nel suo aspetto più basilare, sincero, e per questo nobile, poiché niente di più nobile esiste nel tentativo di far avvicinare icone dorate del cinema nazionale e internazionale a coloro senza i quali non esisterebbero.

Appello in favore della sopravvivenza del Cinema America, movimento giovanile che s'impegna a rendere Cinema e Arte accessibili a tutti.

I ragazzi del Cinema America

Nel nostro piccolo non possiamo parlare di questioni politiche entro le quali non potremmo addentrarci: possiamo però schierarci a fianco di una comunità che è nata con le stesse nostre prerogative, ovvero fondare la condivisione del cinema non più su schemi accademici, didattici o elitari, bensì spalancarne le porte, scoprire di cos’è fatto, conoscere coloro che l’hanno fatto, liberarla da una fruizione legata indissolubilmente a ritorni di tipo economico.

Inconcepibile, per lo meno da una veduta esterna, è l’ostracismo che estate dopo estate emerge attorno alla comunità dei ragazzi del Cinema America, attaccata da violenze di ogni tipo, diffamata, etichettata. Etichette che, per quanto l’intento originario del collettivo sia trasparente e ingenuo (nel senso fanciullesco del termine), appaiono quasi grottesche, oltre che forzate.

Questo articolo – in realtà più un appello – suggella la volontà di questa pagina, e speriamo di molte altre, di schierarsi a fianco di un Cinema libero, da tutti fruito e da tutti sostenuto, che nel collettivo romano, oltre ad aver restituito a Trastevere l’atmosfera cinefila che sembrava aver perso con la chiusura delle sale che lo abitavano, ha ridato vita a un luogo abbandonato tra alberi e sterpaglie – il casale della Cervelletta – e salvato da traffici oscuri il porto di Ostia, sfondo fedele dei film del fu Claudio Caligari.

Appello in favore della sopravvivenza del Cinema America, movimento giovanile che s'impegna a rendere Cinema e Arte accessibili a tutti.

Cinema America

Un movimento ispirante che merita di proseguire per la sua strada, con tutti noi alle sue spalle, in una solidarietà che più che mai oggi, in questo preciso momento storico, ha bisogno del suo spazio vitale.

Per il bene di tutti, non mollate.

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