Friends – Una serie omofoba e sessista?

Lory Coletti

Luglio 22, 2020

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Dal 1994 al 2004 Friends ha accompagnato gli spettatori televisivi degli anni Novanta. Quindici anni dopo, le nuove generazioni la riscoprono attraverso le nuove piattaforme streaming, Netflix e Amazon Prime. La serie diverte, ma i Millenials rimangono basiti. La trovano offensiva nei confronti delle comunità LGBT. Le battute sembrano omofobe, transfobiche e maschiliste.

Quando ci si confronta con un prodotto culturale bisogna cercare di calarsi perfettamente nella condizione storica che lo ha generato. In una società più tollerante come la nostra, sembra difficile accettare le battute ricorrenti dell’universo Friends. Quello che sfugge a chi guarda lo show adesso, è che Friends ci mostra un pezzo di realtà degli anni ’90. Friends è ambientato in un periodo di forti cambiamenti, all’interno di una società che cerca di integrare nuove minoranze.

Il femminismo

Friends

Friends pone le basi su un conflitto generazionale, ovvero sulla lotta tra i valori dei genitori e dei figli. La figura della donna può benissimo rappresentare lo scarto di vedute tra ragazzi e adulti. Infatti Monica e Rachel, le due protagoniste della serie, sono figure opposte alle loro madri, mogli dedite soltanto alla famiglia.

Rachel, nella puntata pilota, scappa da un matrimonio con Barry e da un futuro che le era stato assegnato. La donna rifiuta tutti i privilegi che la posizione della sua famiglia le avrebbe dato per accettare una nuova sfida: quella dell’autonomia. 

Rachel incarna la sfida della nuova generazione femminile, quella di una donna che non aspira nella sua vita a essere “soltanto madre e moglie”, ma molto di più. È necessario sottolineare anche come questo volere non escluda il resto. Infatti Rachel e Monica vogliono diventare sia madri che mogli, ma sanno anche che possono realizzarsi professionalmente. Entrambe avranno dei figli e si sposeranno, ma non per questo dimenticheranno loro stesse.

Lo scontro tra i due mondi, quello dei figli e quello dei genitori, è evidente nel dodicesimo episodio della seconda stagione. La signora Green parla a Rachel del suo divorzio dal marito dicendole:《tu non hai sposato il tuo Barry, ma io ho sposato il mio》. La signora Grenn apprezza il nuovo sistema di valori che Rachel incarna e che anche lei avrebbe voluto perseguire nella sua vita.

Nella prima stagione Rachel è semplicemente una ragazza che lotta per l’indipendenza facendo la cameriera. Nella terza stagione rivendica se stessa, raggiungendo il suo sogno di lavorare nella moda. Nel perseguimento dei suoi obiettivi la ragazza spesso è fermata e bloccata dal geloso Ross. Rachel lotta in tutti i modi per affermare le proprie ambizioni, litigando anche con chi ama profondamente.

Matrimonio

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Il conflitto che affligge due generazioni è visibile anche intorno al delicato tema del matrimonio. Rachel e  Ross hanno avuto un figlio al di fuori dell’unione coniugale. I due, per quanto lo neghino, si amano ancora, ma non vogliono ammetterlo a loro stessi. Rachel sceglie, al contrario di quel che sarebbe stato usuale nell’ottica della generazione precedente, di non fuggire sotto le sicure ali di un matrimonio riparatore.

Ross le chiede di sposarlo, ma lei risponde 《il matrimonio è un ‘ottima scelta se sei innamorato, ma noi due non ci amiamo, vero Ross?. Ancora una volta la scelta che viene fatta dai due è sui generis. Essi preferiscono esserci per il bambino come due entità distinte, piuttosto che come una coppia che non si ama. La scelta di Rachel è forte. Lei non ha paura di essere una mamma single, e affronta il fatto con coraggio.

Nell’ottava stagione Rachel comunica la notizia al padre, e la prima cosa che il dott. Green risponde è questa: 《Lo sposerai vero? Sposerai chi ti ha messo incinta?》 e in seguito 《non posso ammettere che mio nipote sia un bastardo》. Il dispiacere del dottor Green non è rivolto alla bambina senza genitori uniti, ma alla bassa considerazione sociale che la sua famiglia avrebbe potuto ricevere da questa situazione.

La stessa identica reazione è quella dei genitori di Ross. I signori Geller organizzano una festa per il nascituro in cui tutti gli invitati vengono convinti che la coppia sia sposata. Rachel e Ross devono quindi confrontarsi con una realtà, quella della borghesia americana bianca, classe anni ’50, il cui valore fondamentale è quello dell’apparenza. Di fronte agli individui della stessa comunità bisogna apparire conformi a una serie di regole lontane dal caos di una società in mutamento. 

Perciò tre matrimoni falliti e un figlio nato da una relazione extraconiugale, per la generazione precedente sono soltanto uno scandalo. Ma Rachel non vuole attenersi agli schemi prestabiliti, pensa prima per il bene di sua figlia, ignorando il giudizio altrui o il buonsenso borghese.

L’omosessualità

Friends

Friends sembra essere una serie omofoba. Sarà per le ripetute battutine? Per la frustrazione di Chandler quando tutti quanti pensano che lui sia gay? Forse a causa della tristezza di Ross nel sapere che sua moglie è innamorata di un’altra donna?

Sicuramente la sceneggiatura affronta con ironia questi temi e alle volte con superficialità. Infatti si tratta di realtà che non riguardano i protagonisti direttamente, ma che ruotano intorno a loro. Tuttavia per quanto queste battutine possano sembrare offensive, il merito di Friends consiste nel non negare questa realtà, ma nel cercare di integrarla nella propria quotidianità.

Friends palesa l’amore omosessuale tra Carol e Susan, mostrandoci così un pezzo di diversità che stava lottando per emergere nell’America di quel tempo. Nel dodicesimo episodio della seconda stagione, le due si sposano, ma il matrimonio rischia di essere annullato in quanto i genitori di Carol non lo approvano.

Ross  incoraggia Carol a ignorare il parere dei suoi genitori e addirittura le promette di accompagnarla all’altare in un atteggiamento di totale affetto e accettazione.

Friends ha il coraggio di sfidare i propri telespettatori, portando sullo schermo sia un matrimonio tra persone dello stesso sesso sia un bambino cresciuto da una coppia omosessuale. Lo scalpore non fu ignorato nel 1994, tanto che la puntata 2×12, appena citata, in molti stati americani non venne trasmessa.

Transessualità

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Chandler è il personaggio che con le sue battute ironiche e divertenti sembra  maggiormente prendere in giro l’omosessualità e la transessualità. Si stizzisce quando qualcuno pensa che sia gay. In più il ragazzo è stato segnato dalla figura di suo padre, transgender.

La serie concentra la sua comicità sull’imbarazzo nel rivolgersi alle persone transessuali, nel dare loro un nome, nell’interagire con tali realtà. Così la ventitreesima puntata della settima stagione, quella del matrimonio tra Monica e Chandler, è piena di battute imbarazzanti. Il signor Geller stringe la mano alla madre di Chandler (Nora Bing) e ironicamente le chiede 《ma quindi lei è la madre o il padre?》.

Tuttavia l’ironia nascosta delle battute di Chandler maschera un profondo senso d’integrazione che va oltre la difficoltà di comprendere certe scelte di vita. Nella ventiduesima puntata della settima stagione Monica vuole andare a Las Vegas per invitare suo suocero al matrimonio. Convince Chandler a fare lo stesso.

Come figlio, Chandler avrebbe preferito una famiglia unita. Perdonare il tradimento del padre nei confronti della famiglia non è stato semplice, ma il rancore viene sovrastato da un sentimento di accettazione della felicità altrui, qualsiasi essa sia. Chandler evolve, si ricongiunge col padre, lo invita al suo matrimonio. Ancora una volta la diversità è integrata e non esclusa.

Friends è all’avanguardia nel mostrare una diversità con una prontezza che altri show televisivi non hanno mai posseduto. La stessa attrice, Kathleen Turner,  ha voluto interpretare il personaggio di Helena Handbasket, perché la tv non mostrava mai nessuno della comunità transgender .

Utero in affitto

Friends

Friends non smette di stupirci e non smette di stupire il suo pubblico. Entra nel vivo delle questioni dibattute socialmente a quei tempi e ancora oggi.  Phoebe con  un atto di gentilezza e altruismo puro,  decide di fare da madre surrogata ai figli di suo fratello Frank.

Phoebe è il personaggio più strano della serie. Lei non ha avuto una famiglia che potesse darle un retaggio culturale con cui confrontarsi e da cui apprendere una morale. Ogni sua convinzione e ogni tipo di valore li ha dovuti apprendere da sola, fidandosi di se stessa. Non ha dovuto lottare come ha fatto Rachel per divincolarsi da un sistema: il sistema lo ha creato autonomamente.

Phoebe è slegata da ogni logica borghese, perbenistica, da ogni tipo di apparenza superficiale, ed è per questo libera. Un gesto come quello di donare la vita ai figli di altri viene letto in maniera autonoma e originale, piena d’innocenza e di altruismo.

Sono questi i cinque punti che rendono Friends una serie all’avanguardia rispetto alla televisione contemporanea alla show. Seppur i protagonisti della serie siano sei bianchi, etero, cisgender, gli sceneggiatori non si dimenticano di inserirli in un contesto che si colora di minoranze e di diversità da cui imparare e da non ignorare.

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