Nuovi Luoghi: Matilde Serao – Quel supplemento d’anima

Camilla Giordano

Gennaio 28, 2021

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Matilde Serao è un personaggio vulcanico della letteratura italiana di fine ‘800 e inizi ‘900. Scrittrice e giornalista, è stata la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano.
Nel 1885 fonda Il Corriere di Roma con il primo marito Edoardo Scarfoglio. Nel 1892, sempre con Scarfoglio, istituisce Il Mattino a Napoli e infine nel 1903 crea Il Giorno, con il secondo marito Giuseppe Natale, tre anni dopo aver abbandonato Il Mattino.

Italiani, condotto da Paolo Mieli, è un programma televisivo prodotto da Rai Cultura e in onda su Rai Storia (disponibile gratuitamente sulla piattaforma RaiPlay). Offre documentari dedicati alle biografie di italiani che hanno segnato il Novecento.

Quel supplemento d’anima – Matilde Serao ritrae in cinquanta minuti l’articolata vita di Matilde Serao, attraverso documenti storici, pareri di esperti e materiali di archivio. Serao scrive ben ventisei romanzi e centosessanta novelle. È una pietra miliare del giornalismo borghese e la sua lingua è il risultato di un colorato processo da autodidatta.

Matilde Serao raccontata da Italiani, documentario Rai. Il composito ritratto della prima italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano.

Il Mattino

Figlia di un giornalista e avvocato della provincia di Caserta e di una aristocratica greco-turca, Matilde nasce il 7 marzo 1856 a Patrasso, in Grecia, dove il padre è in esilio perché antiborbonico. Ancora bambina, torna in Italia con la famiglia, a Napoli, dove la madre muore nel 1878.

«Tutti i grandi scrittori devono fare i conti con il giornalismo, perché è il giornale la cattedra, l’unico meccanismo di diffusione di pensieri» afferma Raffaele Giglio, storico di letteratura, nel documentario Rai.

Serao ha tanto da dire, tanti pensieri. Serao non si è mai definita femminista. La giornalista e saggista Elisabetta Rasy, nel saggio Parla una donna. Il diario di guerra di Matilde Serao (1994) definisce quello di Serao un femminismo anti-emancipazionista.

Matilde Serao

Il documentario richiama alla memoria un’intervista fatta alla giornalista da Alfredo Capuano nel 1904, a cui Serao risponde:

«Il femminismo non esiste, esistono solo questioni economiche e morali che si scioglieranno o si miglioreranno quando saranno migliorate le condizioni generali dell’uomo. Assicurare alla donna il diritto sacrosanto di vivere, darle i mezzi per esercitarlo, questo, se accetto la parola, è femminismo».

(Matilde Serao)

Serao è una donna vissuta a cavallo di due secoli, ed è legata ancora alla figura tradizionale di madre e moglie. Nonostante il documentario non lo citi, forse perché avvolto nell’oblio comune, forse per la povertà strutturale o il periodo infelice in cui è uscito, il libro Parla una donna (1916) è un testo fondamentale per comprendere la forma mentis di Serao.

È una raccolta di articoli scritti tra maggio 1915 e marzo 1916 su Il Giorno. Piuttosto che un Diario femminile in guerra, come decanta il sottotitolo, diventa un pretesto di una donna per parlare, attraverso la guerra, delle donne.

Matilde Serao raccontata da Italiani, documentario Rai. Il composito ritratto della prima italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano.

Matilde Serao al lavoro

Sebbene gli articoli manchino di una verità obiettiva e documentaria sulla prima guerra mondiale, il volume è una preziosa testimonianza dello spaccato sociale dell’epoca. D’altronde, come sostiene il ricercatore Giorgio Pannunzio, chi ha vissuto la guerra da casa, non l’ha combattuta o vissuta con i propri occhi, possiede «una visione distorta, idealizzata, del tutto prona alle aspettative del proprio orgoglio nazionalistico».

Interessante l’articolo che parla delle contadine italiane, obbligate a lavorare il doppio, anche di più, per riempire il vuoto lasciato dai mariti e dai figli al fronte, nelle trincee.

Tornando al documentario, emerge la figura composita e forte di Serao. Esemplare è il tragico episodio che colpisce il suo primo matrimonio. Scarfoglio aveva un’amante, la cantante parigina Gabrielle Bessard, la quale si suicida per amore. Matilde accoglie la figlia di Gabrielle e Scarfoglio e la cresce con il nome di Paolina (nome della madre di Serao) e trova il coraggio in seguito di separarsi dal primo marito.

Gli articoli di Matilde possiedono una struttura viva e contengono spesso denunce. Matilde mette un supplemento d’anima in tutto quello che scrive. Dagli articoli sull’amica e attrice Eleonora Duse, a quelli sulla pizza, simbolo indiscusso di Napoli. Dal cinema (che ritiene, sbagliando, una moda passeggera) alle “maestrine d’Italia”, donne dimenticate che avevano la responsabilità di formare il popolo italiano. Matilde parlerà infatti del suicidio della maestra Italia Donati nel 1886.

«Maledetta questa mia gonna» scriverà Serao, riguardo alla sua impossibilità di accedere alle case chiuse, in quanto donna, per raccontare la vita all’interno e come le donne fossero obbligate a prostituirsi.

La giornalista ha un rapporto sfidante con il potere, anche negli ultimi anni di vita. Serao è antifascista e scrive poco prima di morire Mors Tua (1926), un libro pacifista contro il regime di Mussolini, che contrasta la strada della donna verso il premio Nobel per la letteratura, a cui la giornalista viene candidata ben sei volte nell’arco della sua intensa esistenza.

Insomma, Matilde Serao è una figura composita, di luci e ombre, esplosiva, testarda, tradizionale, ma innovatrice. Insegna come la scrittura e il giornalismo siano una necessità viscerale umana, soprattutto di fronte alle ingiustizie e ai conflitti.

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