Sex Education 3: Elogio alla diversità

Lory Coletti

Ottobre 7, 2021

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Sex Education. L’ aspettavamo da ormai un anno e mezzo. Alla fine, la terza stagione è arrivata. Se dovessimo scegliere una parola che disegni un filo di Arianna tra le storie di questi personaggi e tra i temi centrali della terza stagione sarebbe diversità. Più di qualsiasi altra stagione, Sex Education 3 ci parla del sentirsi diversi e soprattutto del senso di oppressione che deriva dal tentativo di nascondere la propria identità, per quanto diversa e incompresa essa sia.

Adam – Riconoscere e accettare la propria diversità

Sex Education è tornata con nuovi temi legati alla sessualità, identità di genere e soprattutto ci parla di diversità e di accettazione.

Nell’immagine Eric (Ncuti Gatwa) e Adam (Connor Swindells)

Adam: «Non voglio che altri pensino che sono una ragazza»

Ola: «Perché esci con un ragazzo?»

Adam: «Perché sono ancora un uomo»

Ola: «Certo che sei ancora un uomo. Ma gli uomini non devono solo rompere le cose, gli uomini possono uscire con altri uomini»

Cosa ci fa sentire diversi? Probabilmente il non rispettare dei parametri sociali, universalmente condivisi, su quello che dovremmo provare e ciò che dovremmo essere.

Nelle stagioni precedenti, tale tematica è stata spesso rappresentata da Eric. Eric, in quanto omosessuale e in quanto ragazzo che ama vestirsi da donna e truccarsi, contraddice la legge socialmente condivisa di mascolinità e virilità. Nel corso della seconda stagione, a seguito di un’aggressione, impara ad amare e ad accettare se stesso, impara ad affrontare il mondo con meno paura.

Nella terza stagione, invece, tocca ad Adam riconoscere e accettare la propria diversità e abbracciarla come parte del suo sé. Per Adam questo percorso di crescita è molto più difficile di quanto non lo fosse per Eric a causa delle sua famiglia e soprattutto di suo padre.

Michael Groff, come spiegato eccellentemente nel corso della serie, ha interiorizzato grazie a suo padre un modello di mascolinità tossica, che lo porta a credere fermamente che un uomo non sia autorizzato a piangere, a mostrare e sentire emozioni, perché ciò lo renderebbe meno uomo di quello che in realtà è. Ereditando tali valori dal padre, Adam nelle prime due stagioni è chiuso in se stesso, duro, superficiale, ma consapevole del fatto che qualcosa debba essere cambiato.

La crescita di Adam consiste nel conoscere se stesso e accettare quei tratti della propria personalità che lo rendono diverso dal preconcetto malsano e ormai arretrato di uomo. Adam accetta la propria bisessualità, accetta di stringere la mano ad un altro ragazzo, senza che tutto questa lo faccia sentire meno uomo.

Eric – Le origini

Eric: «Non voglio fingere, mamma. Né qui, né da nessuna parte»

 La signora Effiong: «Amo che tu non abbia paura di essere te stesso, Eric. Magari un giorno anche io sarò così»

Come abbiamo già detto sopra, nella seconda stagione Eric ha imparato ad accettare e amare la sua diversità, nonostante avesse subito un aggressione. Tuttavia l’amore verso il proprio sé non è una meta da raggiungere, ma un percorso da affrontare, un qualcosa con cui convivere.

Eric lo dimostra perfettamente. Nella terza stagione, infatti, egli fa un viaggio dalla sua famiglia in Nigeria, il suo paese di appartenenza, in cui l’omosessualità è ancora illegale. In questo nuovo posto, il ragazzo fa un’esperienza di regressione, dovendo piegarsi al compromesso di non poter indossare gli abiti che desidera e di non poter dire ai suoi parenti della sua vita sentimentale. Al matrimonio di un famigliare, Eric incontra un ragazzo che vive segretamente la sua omosessualità, frequentando bar gay ed esprimendo se stesso.

Per quanto egli sia più avanti rispetto ad Adam nel suo percorso di accettazione, la sensazione di diversità, il dolore di sentire di doversi nascondere è ancora presente nella sua vita, soprattutto nella sua famiglia. Eric è stanco. Non vuole fingere. In nessun posto. Ma continua e continuerà ancora a combattere.

Isaac – La disabilità

Sex Education è tornata con nuovi temi legati alla sessualità, identità di genere e soprattutto ci parla di diversità e di accettazione.

Maeve (Emma Mackey) e Isaac (George Robinson)

Sex Education tratta il tema della disabilità da un punto di vista sentimentale e sessuale attraverso il personaggio di Isaac. La serie mostra perfettamente le insicurezze che la disabilità porta: Isaac ha eliminato il messaggio di Otis, spaventato e intimorito dal ragazzo, terrorizzato dal pensiero che lui avrebbe potuto offrire a Maeve meno rispetto a Otis.

Isaac: «Mi sentivo Minacciato, tu mi capisci. Hai affrontato le stesse cose che ho affrontato io. Mi capisci meglio di chiunque altro» 

Isaac si sente diverso nel vivere la sua quotidianità, nell’amare, nel sentire. Eppure questa sua diversità non è un ostacolo al soddisfacimento di una vita sentimentale e sessuale. La diversità del disabile, che spesso conduce a tabù e argomenti affrontati con superficialità, è annullata, mostrandoci invece come tramite la comunicazione tra partner sia possibile vivere la propria sessualità tranquillamente. La scena in cui Isaac e Maeve si baciano e si dicono a vicenda in quali modalità riescono a provare piacere, è una delle più significative dell’intera serie.

Lily – La creatività

Sex Education è tornata con nuovi temi legati alla sessualità, identità di genere e soprattutto ci parla di diversità e di accettazione.

Lily (Tanya Reynolds) e Ola (Patricia Allison)

La diversità di Lily non è dettata da motivi fisici, legati alla propria sessualità o identità di genere. Lily è diversa in quanto creatura geniale ed eccentrica che possiede una creatività unica, spesso non compresa. La ragazza ha delle credenze profondissime tra cui quella dell’esistenza degli alieni. Per questo, sin dall’infanzia, racconta e disegna storie in cui dare libero sfogo non solo alla sua fantasia, ma anche alla sua sessualità.

Seppur sia stata sempre orgogliosa di se stessa, in questa terza stagione inizia a nutrire dubbi sulla legittimità della sua identità. Questa titubanza inizia quando Ola, sua complice, l’unica che comprende senza pregiudizio il suo modo di fare, esprime il desiderio di vivere la sua sessualità in un universo che non sia solo quello fantascientifico della ragazza. Un sempre maggior senso di inadeguatezza aumenta con l’arrivo a scuola della Preside Hope, la quale decide di sacrificare la diversità dei suoi alunni in virtù di una sterile, ma ordinata conformazione di massa.

Una volta che le viene tolta la capacità di esprimere se stessa, una volta che viene umiliata di fronte a tutti per le storie che scrive, Lily subisce una metaforica morte. Lily non esiste più, la sua identità viene cancellata e la ragazza si rifugia nella depressione. Non potendo essere se stessa, Lily si rinchiude nella sua stanza, muore socialmente.

Sex Education non si limita a esplorare i sentimenti di chi vien considerato ”diverso”, ma con questo personaggio, denuncia le conseguenze funeste che derivano dall’oppressione della propria diversità, che in questo caso è sinonimo di identità e ancor più di unicità.

Cal – L’identità di genere

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Jackson (Kedar Illiams-Stirling) e Cal (Dua Saleh)

Cal: «Non rientriamo nelle categorie di ragazzo o ragazza, quindi dove andiamo?»

Hope: «Nella fila delle ragazze»

Cal: «Ma non sono una ragazza»

Hope: «Parleranno di anatomia femminile, il che ti sarà utile»

Cal: «Quindi esiste la fila delle vagine o dei peni»

Sex Education 3 non smette di sorprenderci, trattando il complesso tema dell’identità di genere, accogliendo nella sua famiglia due personaggi non-binari, ovvero persone che non si riconoscono in nessuno dei due generi. La diversità di queste due personalità è quella più significativa, perché devono confrontarsi con un mondo che ha difficoltà a riconoscere la loro condizione e le esigenze della loro comunità.

Cal e Layla non soltanto non sono compres*, ma nessuno si sforza davvero di farlo. Tutte quanti finiscono per identificarl* per il loro sesso biologico, considerando ogni loro protesta come un semplice capriccio.

L’ambiente scolastico non costruisce un ambiente di inclusione per questo tipo di persone. Le uniformi scolastiche sono troppe strette e attillate, agli studenti viene chiesto di posizionarsi in una file per donne e uomini, non ci sono dei bagni gender free.

Cal sente la necessità di un posto sicuro in cui cambiarsi, un posto privo di giudizio. Quando viene distrutto il vecchio bagno in disuso, quel posto di non-giudizio viene abbattuto definitivamente e Cal dovrà convivere con le occhiate invadenti delle sue compagne che non capiscono perché indossi quello strano top che nasconde il petto.

Ancora una volta, la diversità e l’identità immediatamente collegata alla persona viene derisa, lasciando soltanto un guscio di essere umano fatto di profonda sofferenza.

Hope – Politica del terrore

Sex Education

In questa scena Hope (Jemima Kirke) umilia Lily di fronte a tutta la scuola

La terza stagione introduce un ulteriore personaggio. Si tratta della nuova preside: Hope. Hope arriva a Moordale con nobili intenzioni, ovvero quelle di risanare la reputazione della scuola che dopo numerosi scandali viene descritta dalla stampa come la “Scuola del Sesso”. Peccato che queste sue buone intenzioni coincidano con un piano basato sull’omologazione dei suoi studenti e sul pieno controllo.

Hope: «Non sono tanto più grande di te, la mia generazione sapeva come comportarsi, sapevamo cosa fosse importante»

Otis: «I problemi ci sono sempre stati, ma non era sicuro parlarne, ecco cosa sta cambiando»

La strategia di Hope tende a soffocare la creatività, lo sviluppo e la sessualità, ignorando  argomenti di cui la scuola dovrebbe parlare. Per questo motivo, la bionda preside preferisce insegnare l’astinenza e non l’educazione sessuale. Hope sceglie la maniera più semplice per mettere in riga la sua scuola, sperando che la censura, l’ordine e il terrore possano aggiustare la situazione.

Hope estirpa qualsiasi tipo di unicità dai suoi alunni, terrorizzata dall’idea che l’unicità possa portare al caos. Ciò che sembra non capire è che la diversità è una fonte di ricchezza. Questa ricchezza viene cancellata a partire dal colore dei capelli, le spillette, il modo di vestirsi, qualsiasi cosa che dia la possibilità ad ogni ragazzo di far affermare, soprattutto in questo delicato momento della vita, il proprio Io più autentico.

I ragazzi del Moordale dimostrano di essere coraggiosi e di saper combattere la sua politica del terrore. Loro sanno quanto sia importante scoprire il proprio corpo, conoscere la sessualità e difendere la diversità. La riconoscono e la custodiscono come una ricchezza, piuttosto che una minaccia.

Forse è questa la lezione più grande che Sex Education ci vuole dare dopo tre stagioni. La serie TV educa i suoi spettatori a conoscersi, amarsi e accettarsi e a lottare per ciò in cui si crede, per ciò che si è. Ed è proprio per questo che gli sceneggiatori non censurano, ma palesano ogni tematica adolescenziale e sessuale più di qualsiasi altra serie TV mai prodotta, in modo tale che nessuno possa sentirsi sbagliato, ma che tutti possano sentirsi unici essendo semplicemente se stessi. 

Leggi anche: The Session – La sessualità come Diritto

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