Il medico della mutua – Alberto Sordi arrivista “sublime”

Antonio Turco

Maggio 10, 2022

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Un classico della cinematografia italiana. Uno dei film manifesto di una corrente variegata e ricca, come risulta essere la commedia all’italiana. Con il protagonista – un dottore (una maschera, un attore/divo figlio di un’epoca) – interpretato da Alberto Sordi. Tali indicazioni suggeriscono coordinate su quello che è stato (ed è) il capolavoro del regista (e sceneggiatore) Luigi Zampa. Il medico della mutua, pellicola del 1968. Soggetto tratto dal romanzo omonimo di Giuseppe D’Agata che già, al tempo della sua pubblicazione, tanto scalpore regalò alle cronache politiche del tempo.

La trama: la scalata di Guido

La trama, in sintesi, de Il medico della mutua, è quella di un giovane dottore di nome Guido Tersilli (Alberto Sordi) che tenta in tutti i modi di farsi strada a Roma come medico rinomato. Desidera aprire uno studio medico e guadagnare il prima possibile, e in fretta. In questa impresa è accompagnato dalla madre (Nanda Primavera) e dalla fidanzata (Sara Franchetti). Il mondo che i tre personaggi tentano di conquistare è quello della mutua, all’interno del quale i pazienti, i “mutuati”, ricevendo visite e ricette gratis pur di ottenere più medicinali possibili, si lasciano prescrivere ogni tipo di farmaco.

La scalata del dottor Tersilli è sempre più vertiginosa: riesce ad avere i 2.300 mutuati del dottor Bui, un vecchio e morente medico. Complice di questo discreto risultato è la moglie di Bui, Amelia (Bice Valori) che, circuita dall’arrivista Guido, decide di aiutarlo nella sua scalata.

Come un Tamerlano dal camice bianco, Guido fa fatica a reggere l’onere di un così gravoso peso di mutuati (sommando i suoi a quelli del marito di Amelia, è ormai arrivato a più di 2500 pazienti) e ne subisce le conseguenze: un collasso durante una visita. Verso il termine del racconto, per non lasciare spazio agli altri medici, “cacciatori di mutuati”, lascia il letto d’ospedale. L’ultima scena del film segna il coronamento dell’ascesa di Guido: comodamente seduto, da casa, visita i suoi pazienti dando veloci e superficiali indicazioni alle infermiere al telefono. La distanza siderale della sanità dal paziente s’è finalmente espressa a pieno regime.

Il medico della mutua. Una lotta tra arrivisti e cinici. Cosa non si farebbe per ottenere i tanto desiderati "mutuati"?
Alberto Sordi è Guido Tersilli ne Il medico della mutua

Zampa e Sordi

Entrambi hanno dato tanto alla nostra storia cinematografica. Il medico della mutua si affianca a titoli come Il vigile e Ladro lui, ladra lei che hanno regalato racconti e interpretazioni iconiche. Sordi che dalla finestra urla a dei ragazzi di smetterla di dare noia a una ragazza, oppure lo stesso attore, nei panni di un vigile, che insegue il sindaco della città (un indimenticabile De Sica).

Sono tutti momenti segnati indelebilmente nella nostra memoria, che da sempre vengono trasmessi da diverse emittenti regionali, (forse) ultimo brandello di sopravvivenza di un cinema fatto di attese, di pubblicità e di film che, altrimenti, facilmente finirebbero nel dimenticatoio.

Come scalare la vetta della mutua?

All’interno della commedia è molto interessante riscontrare meccanismi (ipotizzati e sviluppati in sceneggiatura) che danno determinate direzioni ai personaggi. Lo schema centrale di tutta la pellicola è individuabile in un triangolo composto dalla madre, dalla fidanzata e da Guido. Le due donne manovrano e spingono il novello dottore dalle basi del “sistema Mutua”. E compiono una serie di azioni per smuoverne il nome: girano per i negozi, le piazze, compiono dialoghi improvvisati a canovaccio.

Tutto perché il dottor Tersilli abbia più clienti. In seguito, il suddetto triangolo compie al suo interno delle sostituzioni. La fidanzata (simbolo di un vecchio amore quasi adolescenziale, tempo di aspirazioni) è sostituita da Amelia, pedina essenziale per l’ascesa di Guido: entrare nelle sue grazie è fondamentale per ottenere le prede/pazienti.

Oltre che generare azioni utili all’avanzamento dell’intreccio, il triangolo compie anche un altro fondamentale esercizio: corrompe il protagonista. Ne modella l’arrivismo e il cinismo: atteggiamenti utili per raggiungere gli agognati obiettivi. Il dottor Tersilli è sotto il completo controllo di queste donne. Diviene simbolo di un sistema corrotto, come quello sanitario descritto nel film e nel romanzo, quasi senza anima e senza volontà. Una macchina accalappia soldi e pazienti. E su un attore come Sordi tali meccanismi risultano riuscitissimi. Il medico della mutua si realizza a pieno.

La recitazione di Sordi ne Il medico della mutua

Tanto s’è parlato della recitazione di uno dei “mostri sacri” di questo filone e di tutta la cinematografia. E non è certo intenzione di chi scrive evidenziarne difetti o limiti. La grandezza di Alberto Sordi è (e rimarrà) una delle questioni che rasentano l’oggettività. Un viso magnetico; una naturalezza impressionante che è riuscita a trasmettere a ogni suo personaggio; le tanto decantate (e reali) qualità messe in risalto dalle sue interpretazioni dell’uomo medio italiano sono tutti fattori che hanno inciso fortemente sul nostro cinema.

E potremmo non finire qui. Sordi (come la Magnani, come Aldo Fabrizi) ha dato volto al “cinema romano”: essi hanno dato carne a una tradizione, a un modo di agire davanti alla macchina da presa inconfondibile. Sono icone.

Alberto Sordi ne Il medico della mutua

Eppure. È giusto tentare di affrontare e cercare di sollevare, anche per un gigante come Sordi, alcune piccole perplessità. Quello che segue è, da parte di chi scrive, anche il tentativo di instaurare un punto di riflessione per i lettori: Sordi forse ha sempre ricondotto i personaggi a se stesso. A un certo modo di fare, a determinate caratteristiche recitative che – forse – riconducono a un tipo e non a un personaggio.

Oggi un esempio simile sarebbe forse riconducibile a Toni Servillo: due attori incredibili, che riconducono (troppo?) i personaggi affrontati, a loro stessi. Alla loro affascinante e travolgente forza interpretativa. È un limite o una ricchezza? Può un attore far avanzare se stesso a discapito del personaggio? Lasciamo la riflessione ai lettori.

Un prezioso cast per Il medico della mutua

In ultima analisi, risulta interessante notare la ricchezza qualitativa del cast: all’interno della pellicola abbiamo la presenza di attrici come Pupella Maggio, la stessa Nanda Primavera; ma ancora, Leopoldo Trieste e Gianfranco Barra. Un universo di attori che al cinema hanno assunto, quasi sempre, ruolo di caratteristi. Fondamentali nelle sceneggiature del nostro cinema, sono i colori delle nostre commedie. Che, però, provengono da fortunatissime carriere teatrali. Questo ultimo punto diventa uno specchio per noi, utile a ricordare il vastissimo cantiere di artisti che ha popolato i film del nostro cinema. Una fonte inesauribile di genio, talento e preparazione.

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