A Beautiful Mind – Percezione e schizofrenia

Gianluca Colella

Maggio 9, 2023

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A Beautiful Mind (R. Howard, 2001) è basato sulla storia del matematico John Nash, vincitore del premio Nobel per l’economia pur soffrendo di schizofrenia paranoide per gran parte della sua vita.

Il film solleva questioni filosofiche, tra cui il rapporto tra la realtà e la sua percezione, oltre che l’importanza della razionalità e della conoscenza nella vita umana. A Beautiful Mind mette in luce la natura soggettiva della percezione, mostrando come Nash interpreti la realtà attraverso la lente distorta della sua malattia mentale. Ciò fa emergere importanti questioni sulla natura della realtà stessa, e sulla possibilità di conoscere oggettivamente il mondo che ci circonda.

D’altra parte, A Beautiful Mind evidenzia anche l’importanza della razionalità e della conoscenza nella vita umana, mostrando come Nash riesca a superare la sua malattia mentale grazie alla razionalità e alla sua intelligenza matematica.

In questo senso, il film racconta l’importanza della razionalità e della conoscenza come strumenti per comprendere il mondo e per superare le sfide della vita, in presenza di una psicosi conclamata. La psicosi, in senso psicopatologico, è un termine che si riferisce a un disturbo mentale caratterizzato da una perdita di contatto con la realtà condivisibilmente accettata come tale.

«Nelle psicosi fino ad ora indagate, queste deviazioni dalla norma non devono in alcun modo essere considerate solo negativamente e cioè come antitesi radicale alla norma, ma che esse corrispondono ancora ad una nuova norma: ad una nuova forma dell’essere-nel-mondo»

(L. Binswanger)

A Beautiful Mind: Il mondo di John Nash

John Nash (Russell Crowe) in A Beautiful Mind

John Nash in A Beautiful Mind vive in un mondo di allucinazioni: la sua mente crea immagini e voci che lo accompagnano ovunque. Queste allucinazioni rappresentano un mondo a sé, una dimensione che solo lui è in grado di vedere.

Per Nash, queste allucinazioni rappresentano una realtà concreta e palpabile, una realtà che influenza profondamente la sua vita e la sua esperienza del mondo.

Esse sono il suo mondo percepito, inquietante e affascinante, fatto di forme e colori che si mescolano in un turbinio di emozioni e sensazioni. Un mondo dove l’immaginazione e la percezione si fondono insieme, creando una dimensione alternativa che solo Nash è in grado di comprendere.

Le allucinazioni di Nash rappresentano quindi non solo un mondo di immagini e di suoni, ma anche un mondo di emozioni e forza interiore, dove l’uomo è capace di superare le proprie paure e di lottare per la propria felicità.

In questo senso, le allucinazioni di Nash rappresentano un esempio di come anche le difficoltà e le sfide della vita possano essere superate grazie alla forza della mente e dell’anima umana, e alla capacità di trovare la bellezza e il significato anche nelle esperienze più difficili e dolorose.

La psicosi può manifestarsi in diverse condizioni, tra cui la schizofrenia, il disturbo bipolare con caratteristiche psicotiche e alcune forme di depressione grave. Nel caso di Nash, il suo quadro psicotico si manifesta in relazione ai suoi personali disordini affettivi.

John Nash: «In prima elementare la maestra mi ha detto che ero nato con due porzioni di cervello e solo mezza porzione di cuore».

A Beautiful Mind: la percezione di Charles nella schizofrenia

Charles (Paul Bettany) in A Beautiful Mind

Charles è descritto dalla mente di Nash come un giovane attraente, intelligente e divertente, con una passione per la letteratura e la poesia.

Nonostante sia un prodotto della fantasia di Nash, Charles è un personaggio molto reale per lui, rappresentando un amico immaginario che lo sostiene e lo incoraggia nei momenti difficili. Nash parla spesso con Charles e gli chiede consigli su problemi personali e accademici.

Charles rappresenta metaforicamente e poeticamente la solitudine e l’isolamento di Nash, ma anche la sua creatività e la sua capacità di immaginare mondi e personaggi. La sua presenza immaginaria dimostra l’importanza della fantasia e della creatività nella vita dell’uomo, anche quando queste si manifestano in forme apparentemente negative come la schizofrenia: tutto ciò non sarebbe stato possibile se Ron Howard non avesse deciso di attribuire a questo personaggio un rilievo percettivo così evidente anche per lo spettatore.

John Nash: «[La schizofrenia] gli fa impressione? Forse mi farebbe lo stesso effetto, ma ahimè non posso sfuggire a me stesso».

Charles diventa una metafora della mente umana, capace di creare mondi e personaggi immaginari che possono diventare parte integrante della vita di una persona. La presenza immaginaria di Charles dimostra la complessità e la meraviglia della mente umana, ma anche la sua vulnerabilità.

A Beautiful Mind: conclusioni sulla percezione

Il focus su A Beautiful Mind intende celebrare il valore poetico dell’uso della percezione in cinematografia, con attenzione specifica ad alcuni contesti, come quello della psichiatria, in cui essa gioca un ruolo cruciale.

Prima di articolare qualche pensiero sulla percezione all’interno del funzionamento psicotico, sembra il caso di riprendere l’interpretazione che lo psichiatra tedesco Karl Jaspers dava di questo disturbo, da lui definito all’interno dei vissuti soggettivi abnormi.

Per Jaspers, la psicosi è caratterizzata da un’alterazione profonda dell’esperienza soggettiva, in cui la persona perde il contatto con la realtà condivisibilmente accettata e vive in un mondo interiore dominato da pensieri irrazionali e stravolti.

La comprensione della psicosi richiede un’approfondita analisi fenomenologica, che si concentra sullo studio delle esperienze soggettive e delle manifestazioni sintomatiche presenti nella condizione psicotica. Tale proposta fenomenologica è esaurita, in parte, dall’attenzione che la rubrica rivolge al tema della percezione all’interno della cinematografia.

La percezione è una finestra aperta sulla realtà, un filtro che ci permette di vedere il mondo come è.

Ma la mente umana è complessa e misteriosa, e la percezione può diventare ingannevole e pericolosa.

Nella schizofrenia, la percezione diventa un labirinto, una danza di forme e colori che si confondono.

Le voci e le immagini diventano realtà a sé, un mondo che solo chi soffre può veramente vedere.

Ma nonostante la distorsione della percezione, la mente umana è capace di trovare la sua direzione.

Attraverso la razionalità e la comprensione, la percezione schizofrenica può trovare la sua dimensione.

Diventa un dono prezioso, che ci permette di vedere la bellezza del mondo anche nel dolore.

John Nash: «Ho sempre creduto nei numeri. Nelle equazioni e nella logica che conduce al ragionamento. Ma dopo una vita spesa nell’ambito di questi studi, io mi chiedo: cos’è veramente la logica? Chi decide la ragione? La mia ricerca mi ha spinto attraverso la fisica, la metafisica, l’illusione e mi ha riportato indietro. E ho fatto la più importante scoperta della mia carriera. La più importante scoperta della mia vita. È soltanto nelle misteriose equazioni dell’amore che si può trovare ogni ragione logica. Io sono qui stasera solo grazie a te. Tu sei la ragione per cui io esisto. Tu sei tutte le mie ragioni. Grazie».

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