Apocalypse Now sulle note di “The End” dei Doors

Stefano Betti

Maggio 21, 2020

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Apocalypse Now (1979) è un’ode alla morte degli ideali e dei dogmi della nostra esistenza. Quest’opera ci mostra la fine del raziocinio, dei nostri sogni e delle nostre paure, scaraventandoci in un universo parallelo che noi chiamiamo guerra.
Le sequenze sono oniriche e soffuse, in un romanzo che si snoda attraverso le note di The End, immortale capolavoro dei The Doors e uno dei massimi capolavori della musica rock.

Apocalypse Now

«This is the end, beautiful friend
This is the end, my only friend».

(The Doors, “The End “)

L’opera di Francis Ford Coppola è una delle più ispirate pellicole di guerra di tutti i tempi, proprio perché tratta la tematica del conflitto bellico in maniera perpendicolare rispetto al più classico concetto d’intrattenimento.

Il parallelismo fra il film di Coppola e la celebre traccia dei Doors è essenziale per comprendere l’aspetto psicologico e metafisico di Apocalypse Now.

Lo sviluppo delle liriche di Jim Morrison, calate in un’atmosfera tesa e quasi soprannaturale, accompagna l’universo criptico di Coppola in una sequenza di scene che passo dopo passo danno forma al significato del film e della “canzone” stessa.

James Douglas Morrison

Il capitano Willard, interpretato da un grande Martin Sheen, è un uomo che ha sposato completamente la causa della guerra. Dopo aver perso ogni tipo d’interesse verso la vita quotidiana, Willard torna in missione tentando di dare un significato alla propria esistenza e di trovare quelle risposte che cercava da tempo.

«The end of our elaborate plans,
The end of everything that stands, the end…
No safety or surprise,
The end
I’ll never look into your eyes… again».

   (The Doors, “The End “)

Incaricato dai suoi superiori di scovare ed eliminare il “pericoloso” colonnello Walter E. Kurtz, Willard vive un’esperienza surreale e astratta, venendo a conoscenza di cose e persone che metteranno in dubbio anche le poche certezze che aveva all’inizio della missione.

Un viaggio metafisico attraverso le sequenze di Apocalypse Now e le liriche di "The End". Due capolavori legati fino alla fine.

Colonnello Bill Kilgore

Colonnello Kilgore: «Charlie non fa il surf».

Il tema centrale del film è la ricerca del significato che spinge gli uomini a compiere determinate azioni. La conoscenza del male necessario e il libero arbitrio rappresentano un filo sottile dove bene e male vanno di pari passo. Durante il Viaggio il capitano Willard, leggendo il dossier sul colonnello Kurtz, comincia ad avere una visione diversa del conflitto e delle motivazioni che l’hanno creato.

Willard non trova risposte, ma si pone sempre più domande. Di fatto sembra che non trovi un senso a tutto quello che gli succede attorno.

«Lost in a roman… wilderness of pain
And all the children are insane
All the children are insane
Waiting for the summer rain…».

 (The Doors, “The End “)

Una volta giunto al cospetto del colonnello, Willard si trova di fronte un uomo che ha abbandonato la causa bellica, un uomo che si pone al di sopra del concetto di bene e male, un uomo venerato come un dio che recita frasi scomposte e frammentarie, che cominciano però a dare un senso a tutto ciò che Willard cercava da tempo.

Un viaggio metafisico attraverso le sequenze di Apocalypse Now e le liriche di "The End". Due capolavori legati fino alla fine.

Colonnello Walter E. Kurtz

Kurtz non è né un tiranno né un signore della Guerra. Quest’ultimo ha visto e vissuto tutti gli orrori dell’esperienza bellica, e sulla base di questi, si è eretto ad agente neutrale nel caos facendo giustizia contro i dogmi e gli ideali che avevano generato il conflitto stesso.

«He’s old
And his skin is cold
The West is the best,
The West is the best
Get here and we’ll do the rest…».

(The Doors, “The End “)

Kurtz vede nel capitano un uomo che sta prendendo coscienza dell’ambiguità morale della guerra che sta combattendo, così, dopo un periodo di prigionia, gli consente di portare a termine la missione, mettendo fine per sempre ai suoi incubi esistenziali.

Sotto le note della leggendaria agonia doorsiana, Willard pugnala a morte Kurtz in una sequenza di scene confuse, enigmatiche e dalle sfumature arcaiche. Una volta terminata la missione, Willard riprende il viaggio di ritorno.

Un viaggio metafisico attraverso le sequenze di Apocalypse Now e le liriche di "The End". Due capolavori legati fino alla fine.

Capitano Benjamin L. Willard

«He went to the room where is sister lived
And then he paid a visit to his brother,
And then he walked on down the hall
And he came to a door
And he looked inside
Father?
-Yes, son?-
I want to kill you
Mother, i want to…».

(The Doors, “The End “)

Attraverso il mito di Edipo morrisoniano si consuma la fine del colonnello Kurtz, l’unica vera soluzione al male di vivere legato alla visione di questo mondo paradossale. Kurtz ha vissuto ogni tipo di esperienza terrena, ed è riuscito a comprendere che per convivere in un mondo del genere bisogna abbracciare l’orrore e il terrore delle nostre gesta.

Ma al tempo stesso, Kurtz nella sua lucida follia, capisce che questa è la vera natura dell’uomo e che l’unica vera giustizia in questo mondo non è altro che la morte.

La morte purifica da ogni peccato, la morte pone fine alle sofferenze, la morte pone sullo stesso piano tutte le forme di vita di questo mondo, la morte ci rende uomini.

The Doors

Apocalypse Now e The End sono due opere distinte, ma molto simili. Sia per la costruzione che per lo svolgimento. Sono entrambe sospese su un filo astratto, nella quale non si comprende a pieno la differenza fra realtà e allucinazione. Le parole sono spesso criptiche e sconnesse, a vantaggio di un puzzle che prende forma passo dopo passo.

The End è una leggendaria celebrazione del caos e della morte, come via di fuga dai nostri demoni interiori. Apocalypse Now studia il caos interiore che la guerra genera sugli individui, e di conseguenza all’interno della società.

L’improvvisazione, l’ispirazione, la psichedelica forma e i colori di questi due capolavori rimarranno per sempre nella nostra memoria.  Immortali, come la fine.

«It hurts to set you free
But you’ll never follow me

The end of laughter and soft lies
The end of nights we tried to die

This is the end».

(The Doors, “The End “)

Leggi anche: Madre! di Aronofsky e Bloodline degli Slayer

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