Scene da Oscar – Un delirante confronto tra opposti in Triangle of Sadness

Emma Senofieni

Marzo 6, 2023

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Vincitrice della Palma d’Oro al festival di Cannes del 2022, Triangle of Sadness è l’ultima, folle opera del regista svedese Ruben Östlund. Si tratta di una brillante satira sulla società contemporanea e sulle sue contraddizioni, che si è meritatamente guadagnata tre candidature agli Oscar, tra cui quella come miglior film. Non è stato facile scegliere un’unica sequenza da analizzare, in quanto nel film vi sono davvero molte scene significative e di forte impatto.

Nonostante questa iniziale indecisione, abbiamo deciso di concentrarci su quella che è sicuramente la sequenza più delirante e sopra le righe di Triangle of Sadness, ma che al contempo è in grado di racchiudere molte delle tematiche più importanti del film.

Lo yacht

La pellicola è divisa in tre parti. La seconda, in particolare, è intitolata “lo yacht”: un gruppo di ricchi passeggeri si gode una lussuosa crociera, mentre lo staff si impegna per soddisfare ogni loro capriccio. La sera in cui si organizza la “cena del capitano”, l’imbarcazione è colpita da una tempesta. Durante la cena, i passeggeri iniziano a sentirsi male e a vomitare, così ognuno di loro lascia la sala per dirigersi nelle proprie cabine.

Gli unici a rimanere nella sala sono il capitano dello yacht Thomas Smith (un meraviglioso Woody Harrelson) e il russo Dimitrij (Zlatko Burić). Chi sono questi due personaggi? Il capitano Smith è un americano comunista- o meglio, come lui stesso dichiara, marxista che passa le giornate chiuso in cabina ubriaco ad ascoltare L’Internationale anziché fare il proprio lavoro. Smith è chiaramente stanco dei capricci dei suoi passeggeri e non prende per niente sul serio il proprio ruolo. Dimitrij è, invece, un magnate russo, capitalista convinto. Quando gli viene chiesto quale sia il suo lavoro, l’uomo risponde che “vende merda”, ossia fertilizzanti per l’agricoltura.

Questi due atipici personaggi siedono l’uno di fronte all’altro, bevono fino ad ubriacarsi e iniziano a punzecchiarsi. Il loro diventa presto un vero e proprio botta e risposta a suon di citazioni politiche. Per esempio, ecco un estratto della loro conversazione:

Dimitrij: « Un comunista è uno che legge Marx e Lenin. Un anticomunista è uno che capisce Marx e Lenin. Lo ha detto Ronald Reagan »
Thomas: « Edwin Abbey ha detto che la crescita solo per il gusto di crescere è l’ideologia di una cellula cancerogena »
Dimitrij: « Il problema del socialismo è che ad un certo punto i soldi degli altri finiscono purtroppo. Margaret Thatcher. »
Thomas: « L’ultimo capitalista che impiccheremo sarà colui che ci ha venduto la corta. Karl Marx. »
Il capitano Thomas Smith sfida a suon di citazioni il magnate Dimitrij

La maggior parte di queste citazioni viene letta dai loro cellulare. I due, sempre più ubriachi, si spostano poi nella cabina dell’interfono e, in mezzo a discorsi sempre più deliranti e sconclusionati, dichiarano che lo yacht sta affondando. Tra i passeggeri, sommersi dal vomito e dai loro escrementi dovuti al mal di mare, si semina il panico. Le uniche persone a sembrare indifferenti alla follia generale sono le inservienti, che si impegnano a pulire lo sporco causato dai passeggeri.

Questa sequenza di Triangle of Sadness è molto grottesca e certamente in grado di suscitare le risate dello spettatore. Come ogni satira che si rispetti, se si scava oltre la superficie, non si può fare a meno di cogliere il significato amaro di ciò che si vede. Il senso della scena può essere riassunto da questo breve dialogo tra Thomas e Dimitrij:

Dimitrij: «Un russo capitalista e un americano comunista».
Thomas: «Su uno yacht di lusso da duecentocinquanta milioni di dollari».

Per quanto i due amino ostentare i propri ideali citando grandi filosofi e politici, sono entrambi lo specchio di una società alla deriva, magistralmente rappresentata dalla tempesta che colpisce lo yacht.

Dimitrij incarna il puro guadagno, il capitalismo nella sua forma più becera: il fatto che si presenti affermando di “vendere merda” è emblematico da questo punto di vista. Il capitano Thomas, pur suscitando le simpatie del pubblico, si dichiara un marxista eppure, come lui stesso ammetterà, è molto lontano dall’esserlo veramente. La sua posizione di maschio bianco con un’alta posizione sociale gli impedisce di concretizzare a pieno il suo ideale. Si limita quindi a prendersi gioco del proprio ruolo, ubriacandosi continuamente e citando Marx e Lenin. Paradossalmente sarà una leader molto più decisa e carismatica l’inserviente Abigail (Dolly de Leon), protagonista della terza e ultima parte del film.

Il capitano non prende sul serio il suo ruolo

Così, su uno yacht simbolo del classismo della società contemporanea, due uomini privilegiati si ubriacano e creano inutilmente il panico. Le uniche persone a non essere colpite dagli eventi sono le inservienti (per la maggior parte immigrate), che continuano a lavorare imperterrite come macchine. Questi apparentemente anonimi personaggi sono gli ultimi, i veri destinatari degli ideali di Marx e Lenin: coloro a cui non è concesso nemmeno di avere una reazione spontanea agli eventi, obbligati a piegarsi costantemente alle volontà dei potenti.

L’originalità di questa sequenza risiede nella capacità di affrontare tematiche profondamente attuali portando sullo schermo una situazione surreale e a tratti esilarante. Non è un caso che Triangle of Sadness sia stato definito “un cafonissimo Titanic del nuovo millennio“. In questa parte del film, Östlund si prende gioco quasi con sadismo delle classi privilegiate, umiliandole tra dialoghi nosense, vomito ed escrementi. Lo spettatore non può fare a meno di ridere, forse nell’immediato senza rendersi conto di star vedendo quello che è, secondo il regista, il ritratto della società contemporanea.

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